Politica
Torri in via Tiziano e Saione, Comitati in piazza. Guarino: “Vuoto creato ad arte per giustificare cementificazione”
Arezzo – Il Comitato di Saione e il Comitato dei residenti della zona Giotto hanno annunciato una manifestazione unitaria per giovedì 18 dicembre, nel pomeriggio, in Piazza del Comune, in concomitanza con il Consiglio comunale.
La protesta dei Comitati nasce da una forte contestazione delle scelte urbanistiche dell’Amministrazione comunale, accusata di aver disatteso impegni presi con i cittadini e di procedere verso una nuova cementificazione senza un reale confronto.
Nel caso di Piazza Saione, i residenti denunciano il rischio di un ritorno al progetto originario, che sacrificava il verde e aumentava il traffico, dopo che la Giunta aveva dichiarato di voler accogliere le richieste dei comitati in termini di tutela delle piante, nuova viabilità e reale riqualificazione. Oggi, con i lavori fermi e un possibile cambio di rotta, parlano di un tradimento della fiducia costruita nei mesi di confronto.
In via Tiziano, il Comitato Zona Giotto si oppone invece alla trasformazione di un’area destinata a verde e servizi pubblici in una zona edificabile, con la previsione di due torri di nove piani. Un intervento giudicato incompatibile con la qualità ambientale del quartiere, destinato ad aumentare traffico e consumo di suolo in un’area già densamente popolata. La protesta si concentra sulla variante urbanistica che approderà in Consiglio comunale giovedì 18 dicembre, ritenuta simbolo di una pianificazione calata dall’alto e non condivisa.
Abbiamo raccolto la voce del Comitato Zona Giotto contro il progetto delle due torri di nove piani in via Tiziano, ad Arezzo. Alla vigilia del Consiglio comunale del 18 dicembre, che ha inserito all’ordine del giorno l’adozione della variante urbanistica, i residenti ribadiscono la loro contrarietà a un intervento che giudicano sproporzionato, ambientalmente discutibile e frutto di una procedura accelerata.
A rappresentare il Comitato è Rosalba Guarino, che ricostruisce con precisione il percorso amministrativo e le criticità del provvedimento.
«La novità più rilevante – spiega – è che il 18 dicembre il Consiglio comunale discuterà l’adozione della variante urbanistica. Ci era stato assicurato che saremmo stati nuovamente ascoltati dopo la procedura avviata, ma così non è stato. Una procedura che, peraltro, è stata velocissima: sono stati consultati il nucleo di valutazione ambientale ed è stata svolta una Valutazione Ambientale Strategica in tempi che normalmente richiedono molti mesi».
Per comprendere l’origine del progetto, Guarino invita a tornare indietro nel tempo.
«Dobbiamo risalire ad aprile scorso, quando la Giunta ha avviato la procedura per modificare il piano strutturale, trasformando questa area da inedificabile a edificabile».
Secondo il Comitato, il provvedimento si fonda su tre presupposti che non reggono alla prova dei fatti. Il primo è quello del cosiddetto “vuoto urbano”.
«Si parla di riempire un vuoto – afferma Guarino – ma non era un vuoto. È stato reso tale. Abbiamo recuperato foto del 2019 che mostrano chiaramente come nello spazio verde fossero presenti aceri campestri e una recinzione in buono stato».
Un passaggio cruciale avviene nel 2023.
«Il proprietario del terreno – prosegue – chiede di abbattere 27 aceri campestri, sostenendo che fossero malati e pericolosi, senza però produrre documentazione. La richiesta era motivata dalla volontà di realizzare orti urbani. Il Comune effettua un sopralluogo, constata lo stato dei luoghi e autorizza l’intervento proprio per la presunta pericolosità degli alberi».
L’anno successivo arriva il cambio di scenario.
«Nel 2024, lo stesso proprietario presenta la richiesta di variante urbanistica per rendere l’area edificabile. Viene recuperata una cubatura dai Cappuccini, senza la quale non sarebbe stato possibile costruire».
Altro punto contestato è quello dei parcheggi, indicati dalla Giunta come una delle motivazioni principali dell’intervento.
«Ci viene detto che servono parcheggi perché la zona ne è carente – spiega Guarino – ma le due torri previste sono alte nove piani, con 32 appartamenti complessivi. Dalle carte emerge che potranno essere realizzati due appartamenti per piano. Se ipotizziamo che ogni famiglia abbia almeno due automobili, è evidente che la gran parte dei parcheggi realizzati servirà agli abitanti dei palazzi, non al quartiere».
Il Comitato respinge anche l’idea di un’area degradata.
«Nel provvedimento si parla di degrado – conclude Guarino – ma non c’era degrado, c’era abbandono. E su questo il Comune ha delle responsabilità: non ha esercitato le proprie prerogative verso il privato, imponendo la cura dell’area, così come fa per le porzioni di sua proprietà. Il vuoto è stato creato e poi usato come giustificazione per la cementificazione».
Il Comitato Zona Giotto annuncia che continuerà a opporsi al progetto, chiedendo trasparenza, ascolto e una riflessione seria sull’impatto urbanistico e ambientale di un intervento che rischia di cambiare radicalmente il volto del quartiere. Il passaggio in Consiglio comunale del 18 dicembre si annuncia dunque come un momento decisivo – e altamente contestato – per il futuro di via Tiziano.
Sulle ragioni della protesta, interviene AVS Arezzo 2020: «Un metodo amministrativo arrogante, che calpesta la partecipazione democratica e ignora il benessere dei residenti». Con parole durissime Alleanza Verdi Sinistra di Arezzo – Arezzo 2020 per cambiare a sinistra interviene sulle vicende di Piazza Saione e Via Tiziano, indicando nei due casi un unico filo conduttore: la distanza tra la Giunta Ghinelli e i bisogni reali della città.
Secondo la coalizione di sinistra, si tratta di «due storie diverse, ma di uno stesso sopruso», accomunate dall’assenza di confronto e dall’esclusione dei cittadini dai processi decisionali.
«In entrambi gli scenari – si legge nel comunicato – l’approccio dell’amministrazione è stato il medesimo: nessuna consultazione preventiva, nessuna reale partecipazione. Le decisioni sono state prese senza ascoltare chi vive quotidianamente quei quartieri».
Di fronte a scelte che incidono direttamente sulla qualità della vita, i residenti hanno reagito. «Sono nati comitati spontanei, sono state promosse petizioni con migliaia di firme. Un esempio alto di senso civico – sottolinea AVS – che purtroppo è stato sistematicamente ignorato. La Giunta finge ascolto, ma poi agisce nella direzione opposta».
Il caso Piazza Saione
Particolarmente amara, secondo la coalizione, la vicenda di Piazza Saione.
«Dopo mesi di battaglia – ricordano – il progetto iniziale, che sacrificava il verde e aumentava il traffico, sembrava superato. La Giunta aveva dichiarato di accogliere le richieste dei cittadini: salvaguardia delle piante, nuova viabilità, vera riqualificazione».
Oggi, però, lo scenario sarebbe cambiato: «La verità è che i lavori sono fermi e il Comune starebbe ripianificando un ritorno al passato, reintroducendo il traffico e smentendo ogni impegno preso con i comitati. È un tradimento della fiducia dei cittadini».
Via Tiziano
Ancora più grave, secondo Alleanza Verdi Sinistra, la situazione di Via Tiziano, dove «un’area destinata a verde e servizi pubblici, secondo gli stessi strumenti urbanistici della Giunta Ghinelli, viene ora destinata a nuova cementificazione».
«Contro ogni logica ambientale e contro il parere unanime dei residenti – denunciano – si vogliono costruire due torri di nove piani, aumentando traffico e consumo di suolo in un’area già densamente popolata». La delibera per l’adozione della variante urbanistica approderà in Consiglio comunale giovedì 18 dicembre.
La protesta in Piazza del Comune
Proprio per questo, il Comitato di Saione e il Comitato dei residenti della zona Giotto hanno annunciato una manifestazione giovedì 18 dicembre nel pomeriggio in Piazza del Comune, in concomitanza con il Consiglio comunale.
«Sarà una protesta contro scelte – afferma AVS – che vanno in netta controtendenza rispetto alla qualità ambientale e alla vivibilità dei quartieri di Arezzo».
La posizione politica è netta: «A questi cittadini, che meritano rispetto, attenzione e un’amministrazione all’altezza, va il nostro convinto, attivo e incondizionato sostegno. La partecipazione non si ferma».
Un atto d’accusa che riaccende il confronto politico in città e che pone al centro una questione chiave: il rapporto tra governo del territorio, ascolto dei cittadini e sostenibilità urbana.









