Politica
Sanità, Galletti: «In Toscana è già allarme medici di famiglia. Mancano 13 miliardi, così si rischia il collasso del sistema sanitario»

L’allarme arriva dai numeri dell’ottavo rapporto GIMBE e viene rilanciato da Irene Galletti, coordinatrice regionale del Movimento 5 Stelle: la sanità pubblica è a rischio e la Toscana non fa eccezione.
«Abbiamo ricevuto dai nostri parlamentari i dati aggiornati del rapporto GIMBE sul Sistema Sanitario Nazionale – spiega Galletti – e i numeri parlano chiaro: da qui al 2028 mancheranno 13 miliardi di euro. A causa dei tagli dello Stato, le Regioni saranno costrette a ridurre i servizi e la Toscana è già in difficoltà, soprattutto sul fronte dei medici di famiglia.»
Una carenza che, secondo la rappresentante del M5S, colpisce in particolare le aree interne e i piccoli comuni.
«La nostra è una regione di borghi e paesi meravigliosi – commenta – ma spesso poco attrattivi per i medici di medicina generale. Non racconto nulla di nuovo ai cittadini di Pieve Santo Stefano, Pratovecchio o Bibbiena, dove scegliere il medico di famiglia è ormai un privilegio. Eppure chi vive in queste zone paga le tasse come chi abita a Pisa o Firenze, e ha diritto ad essere assistito sul territorio con gli stessi standard di qualità.»
«Serve un piano strutturale per la medicina territoriale»
La carenza di personale sanitario, per Galletti, è «il problema più urgente che la Toscana deve affrontare».
«Il rapporto GIMBE lo dice chiaramente: la medicina generale va integrata nella medicina territoriale. Bisogna investire seriamente nelle Case della Salute, terminando i cantieri ancora aperti con i fondi PNRR e ripopolando quelle strutture già esistenti ma rimaste vuote per mancanza di personale. È necessario che lo Stato assuma nuovi medici, e che la Scuola di Specializzazione in Medicina Generale sia aperta anche a chi ancora non esercita, così da ampliare in tempi rapidi la platea dei futuri professionisti.»
Un cambio di prospettiva, secondo la coordinatrice M5S, che deve passare anche per una nuova forma di collaborazione tra pubblico e territorio.
«Dopo la specializzazione, i medici devono poter scegliere se lavorare come liberi professionisti o se essere assunti direttamente nelle Case della Salute. Solo così potremo garantire servizi stabili e di qualità, riducendo la pressione sui Pronto Soccorso.»
«La Toscana invecchia, il tempo è scaduto»
La mancanza di medici di base, avverte Galletti, rischia di trasformarsi presto in un’emergenza sociale.
«La Toscana sta invecchiando e i medici di famiglia sono il primo punto di riferimento per gli anziani, per chi vive con patologie croniche e per chi abita nelle zone più isolate. Non possiamo più aspettare. Servono soluzioni immediate e un dialogo costruttivo tra istituzioni, perché la prevenzione e la cura non possono essere un privilegio di pochi.»
La priorità, conclude, è restituire fiducia ai cittadini e dignità alla sanità pubblica:
«Scommettendo sulla sanità territoriale e sulle Case della Salute possiamo garantire presidi medici diffusi, efficienti e attrezzati per offrire risposte tempestive. È l’unico modo per ridare ai toscani il diritto alla salute e per alleggerire la pressione sui pronto soccorso. La salute non può aspettare, e nemmeno i cittadini.»