Provincia di Arezzo paralizzata: dopo il Consiglio saltato, l’appello dei sindacati e le accuse politiche

La mancata approvazione del Rendiconto di Gestione 2024 da parte del Consiglio Provinciale di Arezzo – saltato per assenza del numero legale nella seconda convocazione di venerdì 30 maggio scorso – ha innescato una crisi istituzionale che rischia di avere ricadute gravi e immediate sull’intero territorio provinciale. A lanciare l’allarme, ieri, sono stati i sindacati CGIL FP, CISL FP, UIL FPL e CSA RAL, assieme alla RSU della Provincia, con un comunicato congiunto in cui si denuncia uno stallo amministrativo che congela risorse, servizi e opportunità occupazionali, e si rivolge un appello “urgente al senso di responsabilità dei consiglieri provinciali e dei sindaci”.
La mancata approvazione del rendiconto non è una formalità: secondo i sindacati, l’Ente si trova ora nell’impossibilità di utilizzare fondi vincolati già disponibili in bilancio – molti dei quali destinati a opere pubbliche strategiche, infrastrutture scolastiche, interventi su strade e appalti legati al PNRR. Con il rischio concreto, se i tempi non verranno rispettati, di perdere finanziamenti fondamentali.
Tra le conseguenze più gravi segnalate:
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lo stop alle assunzioni programmate, con la negazione di opportunità di lavoro pubblico per i giovani del territorio;
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il blocco delle manutenzioni e degli appalti;
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la paralisi della macchina amministrativa interna, già provata da una riduzione del personale del 40% rispetto a pochi anni fa.
“È in gioco – scrivono i sindacati – non solo la realizzazione di opere fondamentali, ma anche il rispetto dei diritti dei lavoratori e l’efficienza dei servizi pubblici. È indispensabile che la politica eviti logiche di contrapposizione sterili, e torni a operare nell’interesse collettivo”.
A rendere più complessa la situazione, le tensioni politiche emerse apertamente in Consiglio. Il bilancio, infatti, non ha ottenuto i voti necessari nella prima seduta – pur con l’appoggio, in quel momento, del Partito Democratico – e nella seconda, a causa delle assenze, non si è nemmeno potuto procedere alla votazione.
Il consigliere Francesco Lucacci (centrodestra) ha attaccato frontalmente il Partito Democratico, parlando di “soccorso rosso” a favore del Presidente Polcri, dopo che lo stesso PD aveva inizialmente criticato la gestione dell’Ente.
“Il PD prima accusa Polcri, poi vota a favore del bilancio – afferma Lucacci – in un gioco di tatticismi politici che confonde i cittadini e tiene in ostaggio l’amministrazione. La nuova presunta maggioranza è già fragile: i dissidi interni al Partito Democratico hanno impedito l’approvazione anche in seconda battuta”.
Lucacci accusa poi il PD di incoerenza, citando come esempio il comportamento del sindaco di Talla, che avrebbe sostenuto gli atti di Polcri pur avendolo criticato. “Una linea surreale, che riflette una politica contraddittoria – conclude – mentre il Presidente resta sempre più isolato”.
Nel clima confuso e polarizzato, il fronte sindacale si presenta invece compatto. L’appello è rivolto a tutte le forze politiche, “senza distinzione di appartenenza”, affinché si superi lo stallo e si garantisca la piena funzionalità dell’Ente. L’obiettivo è chiaro: sbloccare fondi, garantire la prosecuzione dei servizi e ridare fiato a un’organizzazione che, secondo le sigle, lavora da anni “in condizioni di crescente difficoltà”.
Il messaggio conclusivo del comunicato è diretto: “L’attuale Presidenza è stata eletta dalla componente politica oggi in carica. È quindi doveroso che quella stessa maggioranza si assuma le proprie responsabilità e agisca per rimuovere l’impasse istituzionale”.
Nel frattempo, la Provincia di Arezzo resta bloccata: opere ferme, bilancio congelato, personale in attesa. E il rischio concreto che, in mezzo ai giochi politici, a pagarne il prezzo siano i cittadini e il futuro del territorio.