Politica
Per il dopo: bici, sport e turismo
E’ una buona notizia, almeno per me. Forse potrò smaltire l’adipe che, stante il forzato esilio casalingo, mi cinge il punto vita. La sedentarietà è mortale per il metabolismo, tuttavia porta con sé qualche vantaggio: ferma i muscoli e induce a pensare.
Una delle domande che mi frullano da qualche tempo in testa è che cosa accadrà ai trasporti una volta scollinato questo brutto periodo.
Quante persone vorranno ancora muoversi con i mezzi pubblici?
Quanto rischio ci sarà nell’ammassare passeggeri all’interno di mezzi chiusi?
E se la gente sceglierà di muoversi in auto di quanto aumenterà il traffico, oltre a quello che già congestionava città e strade?
Senza pensare che le aziende di trasporto dovranno, per mantenere il distanziamento, diminuire i passeggeri e aumentare le corse: una calamità organizzativa ed economica.
E’ probabile che questo invogli, specialmente nelle città, ad un cambio di abitudini. Ed ecco che, come per incanto, spunta l’uovo di colombo: la bicicletta.
La task force presieduta da Colao, indica la bici come una possibile soluzione ai problemi del dopo. Si parla di bici elettriche, finanziate con nuovi incentivi, moderne piste ciclabili e intermodalità bici-TPL.
E da noi che si fa? Sarebbe opportuno svegliarsi dal letargo e pensare al ruolo che la bici potrebbe avere anche dalle nostre parti, magari quelle con la pedalata assistita. Ma non solo la bicicletta, ci vogliono progetti che incoraggino a fare sport. Dopo la sosta obbligatoria, dovuta al covid-19, non sarebbe male, da parte delle amministrazioni pubbliche, magari in collaborazione con le associazioni sportive e le palestre, immaginare “pacchetti salute/ sport” per “costringere” la gente a muoversi.
Niente agonismo, semplicemente muoversi. Bicicletta, corsa, palestra, danza, tutto quello che può servire. Con questa logica i comuni dovrebbero mettere mano seriamente alle piste ciclo-pedonabili entrando a pieno diritto nei circuiti regionali. Con indubbi vantaggi per il turismo. Che ci azzecca il turismo?
C’entra, perché dopo la pandemia il turismo cambierà pelle, sarà un turismo di prossimità, leggero, attento al territorio e per fortuna in tutta la Provincia di Arezzo abbiamo tante possibilità per mettere insieme sport, cultura e ambiente.





