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venerdì | 06-06-2025

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Nessuna polemica solo chiarezza, Seri non ha risposto in maniera esauriente

 “Constato, con un certo rammarico, che le risposta del Presidente Lfi, Maurizio Seri, sono incomplete e alcune in palese contraddizione.
In particolare nella prima risposta del Dott. Seri quest’ultimo prima, riferendosi alle E 626, affermava:
I mezzi attualmente accantonati alla stazione di Monte San Savino si trovano lì perché obsoleti e non più rispondenti alle normative vigenti Ansf”, mentre nella seconda risposta descriveva gli stessi mezzi come rispondenti alle normative ma accantonati per mancanza di ricambi.

Prima dice una cosa, poi ne dice un’altra? O forse significa che le normative di sicurezza cui fa riferimento non sono quelle ANSF?
Se poi vogliamo parlare di mancanza di pezzi di ricambio segnalo a Seri che ne soffrono anche mezzi ben più recenti delle D341 risalenti agli anni 50, come le E444R.
Queste locomotive, prodotte negli anni 70, ma ricostruite e aggiornate tra il 1989 ed il 1997, sono motrici altamente performanti da 200 km/h, utilizzate tutt’ora alla testa di treni intercity, che proprio a causa della carenza di alcuni ricambi sono in via di dismissione. Difficile quindi credere che per macchine degli anni 50 il discorso sia diverso.

Parlando invece dei bilanci, possibile che quelli di Lfi siano usciti tanto bene subito dopo che qualcuno aveva fatto notare la loro assenza a luglio 2018?
Sicuramente sarà solo una “fortuita” coincidenza.

Infine, sempre Seri, non ha risposto alla questione ambientale, parlando solo di bilanci e costi di nuovi mezzi, senza però esprimere una posizione chiara né sua né di Tft.

Viste quanto sopra non vorrei che Seri sia poco serio quando si tratta di rispondere a domande forse scomode. 

 Ad ogni modo, viste anche alcune problematiche che hanno afflitto la Lfi negli ultimi anni ( treni a volte fatiscenti, a volte con tracce orarie da inizio 900, o a volte a rischio di dover cedere il passo ai passaggi a livello per poter ottemperare alle più basilari normative di sicurezza), Seri forse non si rende conto di aver ben poche ragioni per smorzare il dibattito sulla nostra ferrovia regionale.

La vallata del Casentino merita chiarezza, verità ed efficienza nei servizi offerti, oltre che ai passeggeri e ai committenti del traffico merci, anche al territorio stesso. La nostra ferrovia in Italia rappresenta ormai un esempio più unico che raro di ferrovia fortemente integrata nel territorio. Proprio questa particolarità, che ha fatto si che su di essa si svolga ancora un relativamente fiorente servizio merci a raccordo, la pone in una posizione di avanguardia per quella che in tutta Europa è la stagione della cura del ferro.
Non si possano pertanto accettare mezze risposte e scarsa chiarezza.
Per questo, presto, sarò sui treni Lfi per parlare direttamente coi pendolari e con chi la ferrovia del Casentino la conosce e la vive ogni giorno.

 

Luca Scateni, Responsabile Infrastrutture CDU Toscana

 

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