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mercoledì | 17-12-2025

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Politica

Libro per il bilancio sociale del Comune, Brocchi: “Spesa enorme e soldi andati a Parma”

“Gli aretini hanno pagato 74mila euro per un libro che in buona parte non hanno nemmeno ricevuto e che, ad un esame tecnico-professionale, appare studiato per lanciare la campagna elettorale del sindaco uscente. Anche a discapito dei suoi assessori, sostanzialmente ignorati. In pratica un book fotografico da matrimonio, che utilizza gli stessi richiami della campagna elettorale di Ghinelli.

La vicenda è nota, ma oggi assume nuovo valore. ‘Futuro’ in giallo oro nelle due pubblicazioni del Comune, ‘futuro’ in giallo oro nella campagna elettorale di Ghinelli. Un continuum tipico delle campagne pubblicitarie commerciali”.

La storia della pubblicazione

“La legge 150 del 2000 obbliga le amministrazioni pubbliche a diffondere il bilancio sociale di fine mandato. Ognuno lo fa come ritiene più giusto. Quasi tutti i comuni pubblicano questo rapporto sul sito istituzionale. Costo zero euro, perché il materiale è prodotto dagli uffici comunali. Ad Arezzo a inizio gennaio la Giunta approva all’unanimità una delibera con cui incarica il segretario generale ad individuare l’editor, lo stampatore e il distributore di pubblicazioni per tutte le famiglie di Arezzo, che sono 44.000 circa. È necessario correre perché a inizio marzo scatta il periodo pre-elettorale quando è vietata la distribuzione di questo materiale (poi il COVID-19 farà slittare tutto, ma al tempo non lo sapevano).

Le pubblicazioni sono due: una piccola, destinata alle famiglie, e una grande destinata ai cosiddetti stakeholder. La Giunta Ghinelli approva una delibera il 13 gennaio del 2020. Dà mandato al segretario generale di individuare chi lo può realizzare, chi lo può stampare e chi lo può distribuire. La Giunta si preoccupa che tutto avvenga sostanzialmente in meno di due mesi, perché ai primi di marzo scatta il periodo pre-elettorale e non si potrà più fare nulla del genere. Una delibera nella quale non si sono indicati limiti di spesa.

Passano solo dieci giorni e il segretario generale ha già individuato a chi affidare la redazione del prodotto. Scrive una delibera dove si chiarisce di aver svolto addirittura un’indagine di mercato secondo cui tre comuni simili al nostro hanno fatto analoghe iniziative: Macerata, Parma e Ascoli Piceno. Questo basta per dire che il lavoro sarà affidato alla Unsocials S.a.s. di Parma, società specializzata nella comunicazione politica. La stessa che un anno prima aveva realizzato la pubblicazione per la candidatura di Arezzo a capitale italiana della cultura. Il costo per la Unsocials di Parma è fissato, Iva compresa, in 45.140 euro.

La Unsocials si mette al lavoro, su materiale fornito dal Comune e in particolare dagli uffici amministrativi e dall’Ufficio Stampa, e in pochi giorni si può pensare già alla stampa. Il 10 febbraio il segretario generale firma una seconda delibera per l’affidamento diretto della stampa alla ditta Luca Coruzzi di Parma, stessa città della Unsocials. Non si capisce, con tutte le tipografie aretine (chissà contenti i nostri tipografi, di cui la gran maggioranza di altissima qualità) perché si decide di mandare i soldi a Parma invece di tenerli ad Arezzo. Domanda: sono stati chiesti preventivi ad Arezzo? In delibera non se ne fa cenno. La delibera specifica che si stamperanno 50.000 copie del libretto piccolo composto da 44 pagine. Ma anche 2.000 copie di un libro grande. Per le 50mila copie piccole si spenderanno 9.368 euro: costo a copia 18,7 centesimi. Per le duemila copie grandi si spenderanno 14.798 euro, cioè 7,40 euro a copia. Ogni copia di lusso costa come 40 copie di quelle per il popolo. Un bel rapporto.

Il 26 febbraio, quando mancano pochi giorni alla chiusura dei termini per la distribuzione, il segretario generale individua la ditta che dovrà portarlo a casa alle famiglie. Dati del Comune, le famiglie sono 44.000. Nella delibera e nell’incarico si stabilisce di consegnarlo a 40.000. Quattromila famiglie non avranno nemmeno il libretto da poco. Ma pagheranno ugualmente: 74 centesimi a persona, dagli 0 ai 110 anni di età. La distribuzione viene affidata alla Ditta Futura, questa volta per fortuna di Arezzo, per 3.416 euro. Conto totale 74.359 euro. Nel libretto ci sono 25 foto in tutto, di cui cinque in cui il sindaco è protagonista. In due foto si vede l’assessore Merelli, ma mai altri membri della sua giunta. Il libro grande è di 206 pagine: carta pregiata, peso 884 grammi, contenuti analoghi al primo libretto ma ben 169 fotografie. Ce ne sono 43 di Ghinelli, 3 di Merelli, 2 a testa di Gamurrini, Comanducci e Nisini, una a testa per Magi, Sacchetti e Tanti. Nessuna foto del Consiglio comunale dove appaiono anche esponenti della minoranza. Foto generiche 143, pari al 67%, Ghinelli 25%. Tutto il resto della Giunta (7 persone) 14 foto, appena l’8,28%. Chissà contenti per tanta considerazione!

Titolo del libro: ‘Il futuro è già qui’. Tu apri il libro e vedi in pratica Ghinelli in tutte le salse. Il messaggio che arriva al lettore è che ‘Il futuro è già qui’ e dentro trovi solo Ghinelli. Una tecnica utilizzata ampiamente nella pubblicità. E guarda caso quella parola, ‘futuro’, scritto in oro e giallo, è la stessa parola che trovi nella campagna elettorale del sindaco Ghinelli. ‘Si tratta sicuramente di un caso, ma mi piacerebbe sapere quale agenzia sta curando la campagna elettorale del sindaco Ghinelli, e che ha copiato l’impostazione del libro del Comune. Spero vivamente che non siano le stesse persone che hanno incassato 45.000 euro per impaginare il libro del Comune, perché sarebbe imbarazzante. Nulla di illegale credo. Ma conosco Alessandro Ghinelli da una vita, non lo apprezzo politicamente ma lo apprezzo come persona, lo ritengo più che onesto e non farebbe mai commistione fra un’azione dell’ente pubblico che guida e un’azione sua privata. Ne sono certo”.

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La politica e le polemiche

“A luglio, in Consiglio comunale, rispondendo agli attacchi che faceva l’opposizione, dai banchi della Giunta è arrivata anche una risposta sbrigativa e un po’ sprezzante, del tipo: ‘Ma quanto la fate lunga, così han sempre fatto tutti’. In effetti l’hanno fatta anche quelli di prima: lo impone la solita legge del 2000. Ma non impone di fare una pubblicazione di questa portata. Il bilancio sociale di fine mandato l’hanno pubblicato Lucherini al termine del primo mandato e Fanfani anche lui al termine del suo primo mandato.

‘Ho chiamato qualche sera fa Giuseppe Fanfani. Ed ero pronto davvero se mi avesse detto che aveva speso anche lui un botto di soldi come Ghinelli a ‘saltargli’ addosso e ricordargli il valore dell’etica sull’uso di risorse comuni quando si sta a capo di una comunità. E che se è vero che c’era questo obbligo, gli bastava fare al massimo un librettino come quello di Ghinelli (quello per il popolo, con quello di lusso per pochi), magari con il proprio Ufficio Stampa e utilizzando una tipografia locale che avrebbe guadagnato un po’ di soldi e non una di Parma. Immaginate la soddisfazione di poter cogliere Fanfani in fallo! Ma mi è andata male. ‘No caro Ivo’, mi ha detto con il suo tradizionale cipiglio quando si accorge di prenderti in castagna, ‘ti sento pronto a castigarmi, ma io quel libretto l’ho fatto e il Comune ha speso zero euro’. ‘Scusa ma che dici?’, gli ho chiesto, ‘come è possibile zero euro. Ghinelli ha speso 74.000 euro’. E lui di controbalzo mi ha spiegato che quando il libretto lo ha fatto lui ‘l’impaginazione l’ha fatta mia figlia appassionata ed esperta di questa materia, e non l’ho ovviamente pagata, e la stampa l’ho pagata io, di tasca mia, caro Ivo’. Ci sono rimasto male, ero andato per bastonare e sono stato bastonato”.

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Nelle foto, i cartoni con i libretti piccoli e grandi non distribuiti e giacenti nell’atrio sinistro di Palazzo comunale