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mercoledì | 13-08-2025

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La politica fatta da preti che con credono più in Dio. E l’area del non voto è il primo partito. Amen

Insomma, sembra che non gliene freghi niente a nessuno, tranne che agli addetti ai lavori, ai parenti degli addetti e ai famigli. E’ vero, ci sono alcune attenuanti: emergenza covid, con tutto quello che comporta in termini di organizzazione e comunicazione e un confronto elettorale che cade in un periodo dedicato più alle ferie che ai dibattiti. Il caldo non è mai stato amico della politica. Non a caso le rivoluzioni (quelle vere) di solito sono iniziate a primavera e in autunno, tranne quella inglese del 1642 che iniziò a fine agosto ma, da quelle parti, il clima è più fresco. Per questo presumo che gli ultimi venti giorni di settembre saranno di fuoco ma nonostante tutto non infiammeranno gli animi. Perché è da un pezzo che la politica ha perso d’interesse per le persone normali. Sarà un caso, ma l’area del non-voto è il primo partito, con percentuali paurose che non fanno bene alla democrazia. Io ho l’impressione che la gente sia meno stupida di com’è dipinta e si renda conto che troppi politici (a tutti i livelli) somigliano a preti che celebrano messa senza più credere in Dio. Che tutto si trasforma in uno stanco rituale, in una cosa che va fatta quasi per forza e che “delle magnifiche sorti e progressive” per dirla con Leopardi, dei programmi e dei principi universali non interessa un fico secco a nessuno. Forse non è la campagna elettorale a essere moscia, è la politica che è diventata moscia e alternativamente si affida ai tecnici (con risultati disastrosi), oppure fa leva sulla pagliacciata e sostituisce le responsabilità del governo (locale e nazionale), con pose da buffoni che, lì per lì stordiscono e piacciono, ma alla lunga non producono un bel niente.