Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

sabato | 08-11-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Politica

Il vento spinge a destra le vele. Un governo fondato sulla paura dell’avversario non può reggere la virata della storia

Tuttavia il rischio va accettato, perché se la sinistra vuol continuare a esistere, deve diventare qualcosa di differente. 

Qui sta l’azzardo: per divenire altro, da quello che è oggi, la sinistra deve “morire” per poi rinascere, mettendo da parte una concezione lineare della politica. Ha ragione Prodi: “Bisogna tornare al rapporto con la gente e finirla con il partito che diventa un club a uso esclusivo di 10 persone che si parlano ed eleggono a vicenda”. Tuttavia, per far questo, non è sufficiente un generico richiamo alla partecipazione, ci vuole la rottura del diaframma che separa il ceto politico dalla realtà, rimettendo al centro merito, capacità, rappresentanza territoriale e propensione alla vittoria piuttosto che la fedeltà al capo o al capetto.  Si è ponti a questo sacrificio? Se guardo intorno… non mi pare di vedere molti eroi e nel contempo avverto, ancor più pericolosa, la “non-voglia” di abbandonare quel melmoso senso di responsabilità che serve da maschera alla brama del potere: “io sto qui perché altrimenti sarebbe peggio”.

Nondimeno oggi la prua volge da una parte precisa, il vento spinge a destra le vele e non credo che un governo anomalo, fondato più sulla paura dell’avversario che sulle cose da fare, possa reggere la virata della storia. Tutto è perduto? Forse no, ma occorre bere fino in fondo l’amaro calice. Vedere Salvini capo del governo e la Meloni ministro degli interni è il lavacro entro cui la sinistra deve passare pena la sua scomparsa. 

Sarà quello il momento di resettare e ripartire, perché la destra, per quanto trionfante, non sarà in grado di dare risposte giacché le soluzioni offerte sono peggiori del male.  Si aprirà allora una nuova scommessa politica per dare soluzione al disagio economico di tante famiglie, alla disuguaglianza imperante, alla difesa di quei valori fondanti che una malintesa multiculturalità tende a uccidere. Ma non credo che sarà questo il futuro. Nonostante le buone parole di Zingaretti rimango pessimista, perché per parecchi è meglio un uovo oggi che una gallina domani.