Politica
Il “non voto”, alle radici del fenomeno
Nei giorni scorsi La Fabbrica delle Idee ha organizzato un incontro dedicato a un tema sempre più attuale e preoccupante: la crescente disaffezione al voto, un fenomeno che ormai riguarda circa la metà degli elettori italiani.
Dopo l’introduzione del presidente Mauro Seppia, il dibattito ha visto gli interventi di Fabio Gori, Paolo Peruzzi, Silvia Russo (segretaria regionale CISL), Donato Caporali (consigliere comunale di Arezzo) e del giornalista Luigi Alberti.
Il confronto ha offerto spunti profondi e, per certi versi, allarmanti.
“Il non voto è oggi la manifestazione più evidente del disagio che attraversa tutte le democrazie occidentali, e in particolare l’Italia,” è stato sottolineato nel corso del dibattito.
Le cause, secondo i relatori, sono molteplici e intrecciate:
“Paghiamo ritardi storici nell’educazione civica e la diffusione di una nuova ignoranza che rende difficile distinguere tra verità e fake news, in un contesto dominato dai social e dall’informazione rapida,” è stato osservato.
“A questo si aggiunge il disagio sociale generato dal crescente divario tra le reali possibilità economiche delle persone e i modelli di consumo e di vita che vengono proposti.”
Un malessere, dunque, che si traduce in una forma di protesta paradossale:
“Chi sceglie di non votare pensa di punire la politica, ma in realtà finisce per rafforzare proprio chi vorrebbe contestare.”
Secondo La Fabbrica delle Idee, il distacco dei cittadini si è acuito nell’ultimo decennio, anche a causa dell’affermarsi di una cultura del “leaderismo” e della progressiva riduzione degli spazi di partecipazione.
“L’abolizione degli organismi decentrati, l’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di regione, e domani forse anche del presidente del Consiglio, hanno concentrato il potere nelle mani di pochi, allontanando i cittadini dalle decisioni.”
Da qui l’appello finale, espresso dal presidente Mauro Seppia:
“Dobbiamo fermare questa deriva. Restituiamo potere ai consigli comunali, rafforziamo il rapporto diretto con i cittadini, rilanciamo i consigli di quartiere e valorizziamo i Centri di Aggregazione Sociale come luoghi di confronto. Diffondiamo con trasparenza gli atti comunali, promuoviamo consultazioni pubbliche e usiamo i nuovi strumenti di comunicazione per avvicinare le persone alla vita democratica. E, soprattutto, cambiamo i sistemi elettorali per riavvicinare gli eletti ai cittadini.”
Un invito, quello della Fabbrica delle Idee, a ricostruire dal basso la fiducia nella democrazia, partendo da una partecipazione più consapevole e condivisa.



