Politica
Il Natale di Lucia Tanti: uno sguardo sull’Arezzo più fragile e più bella
Arezzo – «Buon Natale con lo sguardo puntato sull’Arezzo più fragile e bella. Forza!». Con queste parole Lucia Tanti, vicesindaco di Arezzo, ha voluto condividere il senso più profondo del suo Natale, scegliendo di viverlo nei luoghi dove la comunità mostra il volto più autentico della solidarietà.
Un Natale iniziato non con cerimonie formali, ma con una presenza concreta in tre luoghi simbolo della città, “dove c’è sofferenza e al contempo speranza di ripartenza“: il carcere, dove “ho seguito la Messa celebrata dal Vescovo Andrea“, l’Ospedale San Donato “per portare un saluto a chi accoglie le famiglie in visita a persone care in un momento particolare” e alla mensa della Caritas Diocesana “come da undici anni a questa parte”. Luoghi diversi, ma uniti da un filo comune fatto di sofferenza e, allo stesso tempo, di speranza.
«In questi luoghi – ha sottolineato Tanti – più che altrove si respira la fatica, ma anche la cura, la volontà di ripartenza, la vicinanza e la generosità verso chi, per vari motivi, sta attraversando momenti di difficoltà».
Un messaggio che richiama il valore della comunità e dell’attenzione verso le fragilità, soprattutto nel tempo del Natale.
Il vicesindaco ha voluto rivolgere un ringraziamento sentito a tutte le persone che, anche durante le festività, continuano a mettersi al servizio degli altri: dagli agenti di polizia penitenziaria ai volontari impegnati nei percorsi di reinserimento dei detenuti, dai volontari della Caritas ai medici e operatori sanitari dell’ospedale.
«Grazie a chi oggi ha reso servizio agli aretini», ha ribadito, riconoscendo il valore di un lavoro spesso silenzioso ma essenziale.
Nel suo messaggio non è mancato un ringraziamento personale, «un grazie particolare a Michela e Renzo», un pensiero che resta intimo ma che testimonia come, anche nei ruoli istituzionali, il Natale resti fatto di relazioni e affetti.
Dopo una giornata trascorsa accanto all’Arezzo più fragile, il Natale di Lucia Tanti si conclude con un ritorno alla dimensione familiare: «Ora anche io vado a casa dalla mia famiglia». Un passaggio semplice, che chiude un racconto capace di unire impegno pubblico e umanità privata, nel segno di un Natale vissuto come responsabilità condivisa e come speranza concreta per tutta la città.




