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domenica | 01-06-2025

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Il Comune ricorda Oreste Ghinelli. Voci di dissenso

L’incontro, intitolato “Oreste Ghinelli, il politico, l’avvocato, l’artista”, sarà moderato dal presidente del consiglio comunale Luca Stella e prevede gli interventi di Marco Cellai, ex segretario MSI, dell’avvocato Piero Graverini e dello storico Claudio Santori.
 
Critico il Partito Democratico Aretino, che dice dice no alla commemorazione: “Il Comune di Arezzo non può riscrivere la storia della Città“. 
 
Nella libertà di ogni associazione, partito o cittadino di celebrare chiunque si vuole – si legge in una nota del Pd – la scelta della Presidenza del consiglio comunale di commemorare la nascita di Oreste Ghinelli è ingiustificabile. La città di Arezzo ha dato i natali figure istituzionali di altissimo livello che hanno ricoperto ruoli nazionali che hanno dato grande contributo alla nostra comunità. Si potrebbe fare un elenco lunghissimo e la scelta non solo di ospitare una iniziativa come è stata organizzata, con grande merito, per la figura di Aldo Ducci, ma proprio farsi promotore da parte della Presidenza del Consiglio Comunale porta con sé una partigianeria che non appartiene a quel ruolo ed il fatto che venga celebrato il padre del Sindaco alimenta ancora di più questo aspetto. La figura di Oreste Ghinelli non può essere sganciata dal suo contesto storico e, come si dovrebbe fare quando è una istituzione a promuovere una commemorazione, andrebbe tenuto in considerazione che nella provincia medaglia d’oro della Resistenza è almeno controverso celebrare, non per una associazione ma per una istituzione, una figura così distante da quei valori costituzionali. Il consiglio comunale se vuole ricordare figure istituzionali dovrebbe promuovere un progetto storico culturale. Se vogliamo ragionare invece di cosa ha fatto Oreste Ghinelli per la città, sarebbe interessante sapere le ragioni per le quali ha fatto la scelta di essere all’opposizione delle amministrazioni Ducci, la scelta di difendere i fascisti di allora. Sarebbe cioè importante rileggere la storia. La storia però non si riscrive, al limite si cerca di comprenderla mentre questa cerimonia è solo apologetica“.

Il capogruppo consiliare Francesco Romizi (Arezzo 2020): “Oreste Ghinelli in Consiglio Comunale è il tributo a una destra nostalgica che mai ha rotto con il fascismo”

“Inopportuno che un sindaco celebri il padre in un luogo istituzionale”

“L’iniziativa promossa dalla presidenza del Consiglio Comunale è sbagliata e non risponde ad alcun ruolo istituzionale. In questi anni la stessa non si è mossa per ricordare il ruolo di importanti figure del dopoguerra a partire dal sindaco Aldo Ducci, ex partigiano. Il fatto che adesso rievochi una figura molto discutibile è una macchia che lascia trasparire subalternità al sindaco. Arezzo è una città antifascista, appartenente a una provincia medaglia d’oro della Resistenza, mentre la persona che si va a ricordare non è solo il padre del sindaco ma è stato un attivo esponente del neofascismo aretino, a suo tempo sostenitore della Repubblica sociale italiana e ai vertici del Msi, senza che abbia mai rinnegato le nefandezze e i soprusi fascisti.

E a proposito di storia, è bene ricordare il dibattito in Consiglio Comunale del giugno 1981 sui collegamenti tra loggia massonica P2 e il gruppo terroristico del neofascista Mario Tuti che ad Arezzo aveva reclutato molti personaggi nelle stesse file del Movimento sociale. Pagine che andrebbero rilette per riproporre tanti interrogativi sulla fragilità delle istituzioni e su quanti, dal loro interno, hanno provato, spesso riuscendoci, a sabotare la legge e la democrazia.

Per questi motivi chiediamo alla presidenza del Consiglio Comunale di ritirare la firma da questa iniziativa, per rispetto alla storia antifascista di Arezzo”.

La sezione ANPI di Arezzo “si appresta a celebrare le vittime delle stragi nazifasciste che hanno funestato il nostro territorio, nell’ottantesimo anniversario di quei tragici eventi.

Lo farà con una serie di iniziative che comprenderanno, innanzitutto, la presentazione di due libri. Uno, il 27 gennaio, presso il CAS “Fiorentina”, in collaborazione con ARCI, è “Eccidi nazifascisti, l’armadio della vergogna”in cui Daniele Biacchessi racconta il contenuto di quei famosi fascicoli rimasti occultati per molti anni in nome della “ragione di Stato”. Nel libro ci sono i nomi dei criminali nazisti e fascisti responsabili di quegli eccidi, c’è la descrizione minuziosa del muro di gomma messo in campo dagli apparati dello Stato per ostacolare la ricerca della verità, ci sono i processi giudiziari compiuti e le domande rimaste senza risposte.

L’altro, ”Caccia ai nazisti”, sarà presentato, in data ancora da definire, dal Procuratore Marco De Paolis e parla di come «il dolore non va in prescrizione» e di come la sete di verità dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime delle stragi nazifasciste sia stata ignorata per troppo tempo.

Si organizzeranno, inoltre, iniziative informative per le scuole del territorio e convegni che vedranno la partecipazione di storici ed esperti, al fine di tenere viva la memoria degli eventi legati alle stragi ed evidenziare ancora una volta quelle che furono le responsabilità del regime fascista nel bagno di sangue che interessò tanti paesi del nostro territorio.

ANPI lo farà in collaborazione con le associazioni democratiche aretine, con le scuole e le amministrazioni comunali con le quali condivide i valori che caratterizzano la Costituzione antifascista nata dalla Resistenza.

Non potrà farlo, evidentemente, con l’Amministrazione Comunale di Arezzo che, proprio in vicinanza della ricorrenza degli eccidi, decide, invece, di celebrare la figura di un politico che, al momento delle stragi, era dall’altra parte, dalla parte degli assassini, che ha condiviso gli stessi ideali e le stesse convinzioni di coloro che hanno contribuito ad uccidere centinaia di civili innocenti della nostra Provincia. Vuol celebrare un politico che ha fatto parte della Repubblica di Salò, che non ha mai rinnegato quella scelta e che, anzi, ne ha sempre rivendicato l’appartenenza militando nella forza politica che si è sempre dichiarata erede del Fascismo e prendendo le parti dei terroristi che hanno, nel dopoguerra, operato in suo nome.

Ci auguriamo che i cittadini aretini vogliano esprimere in ogni maniera civile e democratica il loro dissenso per questa scellerata decisione”.

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