Ex Camera di Commercio di Viale Giotto, Ulivelli torna alla carica: “Arezzo merita idee, non rancori”

Il futuro dell’ex sede della Camera di Commercio di Arezzo, in Viale Giotto, è tornato al centro del dibattito politico cittadino. Il coordinatore provinciale di Italia Viva, Gianni Ulivelli, in un’intervista rilasciata ad Arezzo24, aveva definito l’edificio “un simbolo dell’immobilismo della città, denunciando anni di abbandono e aste deserte“. Ulivelli ha proposto di trasformare l’immobile in un centro multifunzionale per i giovani – il “Giotto Hub – Spazio Giovani Arezzo” – dedicato a coworking, cultura, formazione e innovazione civica, sull’esempio di progetti già realizzati in altre città grazie a fondi europei. Immediata la replica dell’amministrazione comunale, che ha accusato Ulivelli di “cinismo a fini elettorali” e ricordato che “l’edificio è privato e attualmente soggetto a procedure fallimentari, quindi non nella disponibilità dell’ente. Il Comune ha rivendicato di aver più volte chiesto la rimozione del degrado e di essere pronto a collaborare qualora vi fosse un interlocutore concreto“.
Ulivelli, ina nota, definisce oggi la replica del sindaco Ghinelli “semplicemente imbarazzante“. “La nostra proposta di destinare ai giovani lo storico edificio dell’ex sede della Camera di Commercio – continua l’esponente renziano – ha dato vita ad un dibattito costruttivo tra le varie forze politiche della città, con l’unica eccezione del sindaco Alessandro Ghinelli, il quale tramite il suo ufficio stampa ha risposto in maniera seccata e approssimativa, con la stessa superficialità che ha caratterizzato questi suoi dieci anni da primo cittadino. Sarebbe opportuno che Ghinelli si ponesse qualche domanda, non ultima quella suoi motivi che hanno portato negli ultimi dieci anni più di 4000 giovani aretini ad abbandonare la città per andare a trovare fortuna altrove. C’è una evidente differenza tra un amministratore con una visione politica e un amministratore di un condominio, con tutto il rispetto per la professione degli amministratori dei condomini, ma un sindaco ha ben altri compiti e responsabilità”.
“L’amministrazione comunale – insiste Ulivelli – invece di cogliere lo spirito costruttivo della nostra proposta, ha preferito rispondere con sarcasmo, polemica e riferimenti politici fuori contesto. Noi continuiamo a pensare che Arezzo meriti idee, non rancori. La nostra proposta, non è contro qualcuno, ma a favore di Arezzo, e nasce da un’idea semplice: trasformare un edificio centrale, strategico, di grande rilevanza architettonica, attualmente in stallo e in uno stato di preoccupante degrado, in un luogo vivo, utile, moderno, capace di generare comunità, lavoro e cultura. Abbiamo parlato di biblioteca digitale, co-working, centro multimediale, laboratorio per l’innovazione civica, spazio aggregativo e sociale. Nessuno ha messo in dubbio le difficoltà della proprietà né ha mancato di rispetto a chi amministra: abbiamo solo esercitato il nostro diritto/dovere di proporre un’idea alternativa, come dovrebbe avvenire in ogni democrazia sana”.
“Se per l’amministrazione – conclude Gianni Ulivelli – il massimo utilizzo possibile di quell’immobile è farne appartamenti di alta fascia con parcheggi pertinenziali, lo dica chiaramente alla città. Noi continuiamo a credere che lo sviluppo urbano debba guardare al bene collettivo e al futuro della città, non solo alla rendita immobiliare. Le difficoltà del presente non devono diventare alibi per l’assenza di visione. Ecco perché continueremo a lavorare su proposte concrete, accessibili ai finanziamenti europei, che parlino al futuro di Arezzo“.