Politica
Emergenza Afghanistan, Simona Neri e Sergio Chienni pronti ad abbracciare le famiglie in difficoltà

Il primo cittadino di Prato ha così scritto:
“Sui 20 anni di presenza militare in Afghanistan e questo drammatico epilogo giudicherà la storia. Adesso è il momento di salvare vite umane, le vite di quelle donne e uomini che hanno dato una mano al contingente civile e militare italiano sul territorio afgano e che adesso sono minacciate dalla follia talebana. Per questo come delegato Anci ho scritto questa mattina al ministero, affinché le famiglie afghane dei civili che hanno collaborato con le nostre missioni a Kabul e Herat vengano, una volta messe in salvo dal Governo, accolte nella rete Sai. Serve un ampliamento della rete di accoglienza già esistente, come abbiamo fatto dal 2014 a oggi ogni volta che le nostre missioni si riducevano.
Non c’è tempo da perdere, i Comuni italiani sono pronti a fare la propria parte per la salvezza di bambini, donne, uomini che rischiano la rappresaglia dei talebani solo per aver collaborato con l’Italia con l’obiettivo e la speranza di un futuro migliore”.
A stretto giro di posta ecco le risposte dei due massimi esponenti comunali: “I Comuni – scrive Chienni – sono pronti per accogliere bambini, donne e uomini disperatamente in fuga dall’Afghanistan. È solo un piccolo pezzetto di ciò che serve per far fronte a una situazione così drammatica, ma è indispensabile che ciascuno, a tutti i livelli, faccia la propria parte. Noi possiamo fare questo”.
“Su proposta dei gruppi consiliari di maggioranza e di minoranza – scrive Simona Neri – abbiamo issato le bandiere dei nostri Municipi a lutto in segno di solidarietà al popolo afghano. Le notizie che arrivano da Kabul in questi giorni sono allarmanti, le immagini di quelle persone impaurite che pur di scappare si sono appese alla fusoliera di un aereo in decollo sono impressionanti, scioccanti. Piangono, le donne di Kabul, e ci chiedono aiuto coi loro appelli, terrorizzate dal ritorno dei talebani.
E proprio loro, che in questi anni hanno lavorato con coraggio per la propria emancipazione e per aiutare le altre donne, ora rischiano violenze, stupri e di essere uccise. Stanno bruciando gli appunti di una vita e le foto dei familiari perché temono ripercussioni oltre che per se stesse anche sui propri cari. Non c’è tempo da perdere, il nostro Comune è pronto a fare la propria parte per la salvezza di bambini, donne, uomini che rischiano la folle rappresaglia dei talebani solo per aver collaborato con l’Italia nella speranza di un futuro migliore per il proprio popolo e per il benessere della propria gente. Non dobbiamo lasciarli soli”.