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venerdì | 21-11-2025

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Politica

Educazione sessuo-affettiva nelle scuole, la replica di ProLife Insieme «Non si previene la violenza parlando di sesso ai bambini»

Si accende il dibattito sull’introduzione dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole come strumento per prevenire violenza di genere, bullismo e discriminazioni. Dopo la pubblicazione dell’articolo «Educazione all’affettività nelle scuole: un antidoto contro la violenza di genere» su Arezzo24, arriva la dura replica della rete di associazioni del Comitato ProLife Insieme, che contesta l’impostazione proposta.

Il comitato, attivo sul territorio nazionale per la tutela della famiglia e della vita, spiega la propria missione:

«Il nostro obiettivo è duplice, culturale e di aggregazione dei pro-life in Italia: ci proponiamo di contribuire a ricostruire l’immagine del bimbo non nato, della donna, dell’uomo, della coppia e della famiglia, in una realtà che ha distrutto il nucleo fondante della società».

Da qui prende avvio la critica all’idea di introdurre una nuova materia scolastica dedicata all’affettività e alla sessualità. Secondo Angela D’Alessandro, del comitato ProLife Insieme non è questo lo strumento per combattere la violenza:

«Davvero si crede che per rafforzare la conoscenza di sé, sostenere l’autostima, promuovere relazioni sane e prevenire la violenza serva trasformare l’educazione sessuo-affettiva in materia scolastica? La scuola lo fa già, da sempre, con strumenti adeguati all’età».

«Maschi e femmine non sono entità fluide»

La critica si concentra anche sul tema degli stereotipi:

«Nell’articolo si legge che l’educazione sessuo-affettiva servirebbe per crescere giovani liberi da stereotipi. Ma di quali stereotipi parliamo? Di quello maschile che non dovrebbe più essere maschile? Di quello femminile che non dovrebbe più essere femminile? Maschi e femmine hanno caratteristiche biologiche definite: non sono entità fluide senza forma».

Secondo il comitato, questa impostazione rischierebbe di trasformare un percorso educativo in un tentativo di ridefinire l’identità personale in senso ideologico.

«La scuola educa al rispetto anche senza parlare di sesso»

ProLife Insieme contesta l’idea che l’educazione al rispetto passi necessariamente da lezioni sulla sessualità:

«Da sempre gli istituti scolastici di ogni ordine e grado educano al rispetto, all’autostima e alla prevenzione della violenza usando strumenti adeguati alle varie età: fiabe nella scuola dell’infanzia, classici come Il piccolo principe e L’amico ritrovato nella primaria, testi teatrali e letterari nella secondaria».

La domanda che il comitato pone è diretta:

«A quale scopo, quindi, parlare esplicitamente di sesso a scuola? Per ridurre le violenze di genere?»

«Dove l’educazione sessuale è obbligatoria, la violenza non è diminuita»

Il documento di replica richiama i dati internazionali:

«In Svezia, Germania, Francia, Danimarca, Finlandia e Paesi Bassi l’educazione sessuale è obbligatoria. Tuttavia gli ultimi dati statistici mostrano che la violenza non è diminuita, ma in molti casi è aumentata. Non è parlando di sessualità che si ottengono rispetto, sicurezza e buone relazioni».

Secondo ProLife Insieme, fornire informazioni sessuali a bambini e pre-adolescenti sarebbe controproducente:

«Se vengono date in un momento in cui i bambini non sono pronti, possono diventare un abuso. La maturità emotiva è fondamentale».

Il comitato sottolinea anche che, almeno alle superiori, sarebbe indispensabile il coinvolgimento delle famiglie.

«Educare sì, indottrinare no»

A conclusione della replica, ProLife Insieme richiama una delle citazioni riportate nell’articolo originale, quella attribuita a Nelson Mandela: “L’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo”.
Su questo punto, il comitato specifica:

«Siamo pienamente d’accordo, ma solo se la scuola educa e non indottrina. La cultura è l’antidoto alla violenza, non l’ideologia».

Il dibattito rimane aperto

La risposta di ProLife Insieme contribuirà con ogni probabilità ad alimentare il confronto pubblico già acceso sul tema dell’educazione all’affettività a scuola.
Da una parte c’è chi la ritiene un passo necessario per prevenire la violenza di genere; dall’altra c’è chi teme che possa trasformarsi in un percorso troppo ideologico e inappropriato dal punto di vista educativo.

Ulteriori interventi — istituzionali, politici, pedagogici e scientifici — sono attesi nei prossimi giorni.