Politica
“Donna, Economia e Potere”, Silvia Chiassai Martini tra le ospiti della Fondazione Marisa Bellisario

Silvia Chiassai Martini ospite della Fondazione Marisa Bellisario per la 25ª edizione del seminario internazionale “Donna, Economia e Potere”.
Il Sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini è stata ospite a Roma della Fondazione Marisa Bellisario, in occasione della 25ª edizione del seminario internazionale “Donne, Economia e Potere”. L’evento, considerato la“ Cernobbio delle donne”, rappresenta ogni anno un’importante occasione di confronto su temi di attualità, economia e politica, con la partecipazione delle più significative personalità delle Istituzioni.
Il Sindaco è intervenuta nella sezione “Donne, territorio e politica”, insieme a rappresentanze politico-amministrative di rilievo come la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, l’ex Sindaco di Roma, Virginia Raggi, la senatrice Tilde Minasi, ma anche giuriste e analiste esperte, in un dibattito moderato dalla nota giornalista Flavia Perina.
Nel suo intervento, Silvia Chiassai Martini ha offerto una riflessione autentica e personale sul ruolo delle donne in politica partendo dalla sua esperienza:
“Quando parliamo di politica e di partecipazione – afferma – dobbiamo avere il coraggio di riconoscere una verità semplice ma profonda: per le donne, il percorso è spesso più lungo, più impegnativo, più carico di prove. È un dato di fatto che per guadagnare la fiducia dei cittadini, una donna debba lavorare il doppio, dimostrare il triplo, ottenendo spesso la metà. Le donne che scelgono la politica, lo fanno per coraggio, per passione, per amore verso la propria comunità. Per quanto mi riguardo, ero una semplice cittadina, una professionista che non aveva mai immaginato di diventare Sindaco della città in cui sono nata e cresciuta. Alla proposta di candidarmi dopo molte valutazioni, decisi di mettermi in gioco, di rischiare, di provare a contribuire concretamente alla mia comunità. L’ho fatto con la consapevolezza di affrontare una sfida difficile, quasi impossibile. Ero una giovane donna, fuori dagli schemi e, inaspettatamente, dopo settant’anni, fu eletta la prima donna Sindaco della mia città e due anni dopo, diventai la prima Presidente della Provincia di Arezzo. Mi è stata data la possibilità di candidarmi in entrambe le occasioni perché erano sconfitte certe, altrimenti non ci sarebbe mai stato spazio per una giovane donna, ma in questi casi gli uomini di esperienza politica non hanno pensato minimamente a correre il rischio di un danno di immagine. All’inizio non è stato semplice. Ho dovuto affrontare diffidenze, pregiudizi e responsabilità enormi”.
Poi una riflessione sul linguaggio spesso usato nei confronti delle donne:
“Ogni volta che inauguro un’opera pubblica, invece di parlare del lavoro e della visione dietro a quel risultato, si discute della mia immagine o dei tacchi che indosso. Quando un Sindaco uomo taglia un nastro, rappresenta le Istituzioni, è autorevole, quando lo fa una donna, diventa una sfilata, riceve commenti, giudizi, sminuimenti. Ma io non mi sono fermata. Perché ogni inaugurazione, ogni decisione amministrativa, non è vanità o propaganda, è servizio, amore per la mia comunità e il dovere di informare correttamente i cittadini su un traguardo raggiunto”.
Il Sindaco non ha mancato nel suo discorso di guardare al futuro e alla nuove generazioni:
“La speranza, quando è autentica, diventa cambiamento. Tante bambine, alla domanda su cosa volessero fare da grandi, hanno risposto ‘il Sindaco’, disegnandosi con la fascia tricolore che indosserebbero con orgoglio. I bambini già delle elementari mi salutano per strada e fanno il tifo per me, questo significa che la politica non è distante. Significa che una bambina può immaginarsi protagonista, non spettatrice. Questo è un segnale profondo di cambiamento, quando quelle stesse bambini diventeranno adulte, sapranno, se lo vorranno, che possono prendere in mano quella fascia tricolore e guidare la propria città . Ed è questo il valore più grande: mostrare che la leadership non ha genere perché contano passione, impegno, sacrificio e competenza”.
Infine, un forte richiamo alla responsabilità dell’Italia e un messaggio a tutte le donne impegnate nel quotidiano:
“Il nostro compito, come forza politica e come Paese – conclude il Sindaco – è fare scelte coraggiose e strutturali, costruendo Istituzioni che riconoscano il merito, valorizzino il talento, abbattano le barriere culturali e non costringano le donne a scalare montagne. Questa non è una battaglia femminile, è una battaglia nazionale, perché una democrazia che valorizza le donne è più forte e più lungimirante. Alle donne che ogni giorno lottano per farsi ascoltare e rispettare, io dico: non siete sole, il nostro coraggio è la nostra forza. La forza di quell’Italia che crede nello sviluppo, nella crescita, nel cambiamento e che non vuole arrendersi. Le donne non chiedono favori, chiedono opportunità e rispetto, e chi sceglie la politica non lo fa per convenienza, ma per convinzione. Il futuro appartiene a chi ha la forza di sognarlo e il coraggio di costruirlo. E quel coraggio, le donne lo hanno sempre avuto. Oggi, è tempo che la politica sia all’altezza di quel coraggio e di quella visione”.