Coronavirus, Brexit, Libia, Emilia, Calabria: dentro la tempesta perfetta. La mossa del cavallo di Ghinelli

Politicamente parlando siamo dentro l’occhio del ciclone, in una regione calma ma circondata da un anello di temporali paurosi. Ricordate il film “La tempesta perfetta”? L’equipaggio dell’“Andrea Gail” pensava di averla scampata e invece il peggio doveva arrivare.
Il peggio sono i dati economici negativi, il Corona virus che non solo uccide le persone ma ammazza l’economia, la Brexit, la Libia che rischia di esplodere e un’Europa incapace di reagire. Tutto sangue fresco per il nazionalismo. Per questo è bene non farsi troppe illusioni. Se non si cambia rotta si rischia di andare a sbattere contro un muro. Ma per cambiare rotta ci vuole una rotta. Dice bene il segretario del PD: “Vinciamo in Emilia-Romagna, poi facciamo un nuovo congresso, apriamo il partito e allora possiamo cambiare tutto“. Ma quanti sono disponibili a seguirlo su questa strada? Ho già scritto che questo significa “morire per poi rinascere”, significa come dice Bonaccini, il vero vincitore delle elezioni in Emilia Romagna, che “serve il meglio delle competenze che arrivano dalla società. Aprire il partito significa demolire le correnti: che potevano avere senso quando selezionavano le classi dirigenti. Oggi sono diventate solo una scorciatoia per fare carriera”.
Il nodo sta qui e non solo a Roma. Svecchiare non è solo un dato anagrafico, è un fatto di testa, di menti, di corpi e il movimento delle sardine lo dimostra. Quanto vecchiume ho ancora visto, a destra e a sinistra, nei commenti social sulla vittoria del centro sinistra in Emilia e della destra in Calabria. E’ mai possibile che ancora ci sia chi scrive comunista con la K? In Emilia hanno votato in un certo modo non perché siano dei Komunisti, ammesso che siano mai esistiti da quelle parti, ma perché la Regione è governata bene.
Lo stesso vale per la Calabria. Possibile che tutte le volte che vince la destra al sud debbano essere evocate le mafie, le camorre, le ndranghete? E quando vince il centrosinistra? Vogliamo riconoscere che in Calabria il centrosinistra ha governato da fare schifo e con pesanti strascichi giudiziari? Con gli insulti e le cazzate si accontentano i tifosi ma non si fa un passo avanti. Ricominciamo a far girare le rotelle a cominciare da Arezzo. La mossa di Ghinelli di rompere gli indugi e ricandidarsi ricorda molto da vicino la mossa del cavallo. Il Cavallo nel gioco degli scacchi è l’unico pezzo presente sulla scacchiera a cui è permesso di “saltare” i pezzi, sia alleati, sia avversari. Vediamo quello che succederà. Il centro sinistra, mi pare di averlo già detto, è più indietro del freno del baroccio. Non è colpa di qualcuno, è il sistema delle decisioni che è perverso, perché si pensa che tutto possa risolversi in conciliaboli più o meno aperti, dosando le pozioni come le streghe intorno al calderone. Non funziona più così. Il progetto deve essere un progetto aperto, capace, per dirla alla Bonaccini, di raccogliere le energie migliori, rivalutando competenze e capacità. Lo dicono in tanti, lo praticano in pochi, perché come diceva mia nonna “ci sono più culi che poltrone”. Eppure le cose sarebbero semplici: un programma amministrativo serio, in grado di superare la politica del rattoppo e dei lustrini e una personalità forte in grado di portarlo avanti. Questa la ricetta, il resto è “fuffa”. Se ci si crede bene, in caso contrario sarà dura.