Caso farmaci cestinati, la FP Cgil difende le sanitarie. Ceccarelli (Pd): «Basta con il linciaggio, pensiamo al cessate il fuoco»

Pratovecchio – Stia (Arezzo) – Dopo il clamore e le critiche suscitate dal video girato nella Casa della Salute di Stia, in cui una dottoressa e un’infermiera hanno inscenato il gesto di gettare alcuni prodotti farmaceutici di marca israeliana, ci sono anche posizioni solidali con le due professioniste, tra tutte quelle della FP CGIL e del Capogruppo Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli.
La FP Cgil esprime piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità coinvolti nelle iniziative di boicottaggio promosse dalla rete “Sanitari per Gaza”.
«Chi cura la vita non può essere complice della sua negazione» sottolinea Gabriella Petteruti, responsabile Sanità FP Cgil Arezzo, ricordando che le vere atrocità restano «le vittime civili, la fame, la sete e la distruzione di ospedali e scuole» in Palestina.
Sulla vicenda prende posizione anche il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli, che via social denuncia: «In questi giorni sto assistendo al linciaggio nei confronti della dottoressa e dell’infermiera che gettavano presunti farmaci prodotti da aziende israeliane nel cestino. Ora basta. Mi pare sufficiente che l’Asl abbia disposto un’inchiesta interna per comprendere l’accaduto».
Ceccarelli ricorda come le due professioniste abbiano già chiarito e chiesto scusa: «Si è trattato di un gesto simbolico legato al dramma della guerra di Gaza». E aggiunge un affondo: «Vorrei sapere dove fossero e perché si sono improvvisamente svegliati tutti coloro che erano silenti mentre l’esercito di Netanyahu massacrava decine di migliaia di bambini innocenti, come ci dice l’Unicef».
Il capogruppo dem non risparmia critiche a quella che definisce «la logica brutale del tifo che alimenta questa guerra» e conclude: «L’incapacità di distinguere il vero obiettivo rischia di offuscare tutto. L’unico traguardo deve essere il cessate il fuoco immediato e la fine di una strage che ormai tutto il mondo giudica assolutamente inaccettabile».