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mercoledì | 24-12-2025

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Politica

Bibbiena, Lista di Comunità all’attacco: “Bilancio senza visione e Consiglio ridotto a formalità”

Non solo un voto contrario, ma una critica dura al metodo e ai contenuti dell’azione amministrativa. È quanto emerge dalla posizione espressa dalla Lista di Comunità durante l’ultimo Consiglio comunale del 22 dicembre a Bibbiena, nel corso del quale sono stati approvati il Bilancio di previsione e il Documento Unico di Programmazione .

Secondo la minoranza, quanto accaduto in aula rappresenta “il punto di non ritorno”. «Non è stata solo una bocciatura dei numeri – sottolineano i consiglieri – ma la denuncia di un crollo del rispetto istituzionale. Il Consiglio comunale è stato ridotto a un adempimento burocratico da sbrigare tra distrazione e sufficienza».

Nel mirino finiscono i comportamenti della Giunta e della maggioranza. «Mentre sollevavamo questioni vitali come la sicurezza delle scuole, l’aumento della mensa e la fuga dei giovani – afferma Lista di Comunità – l’aula restituiva l’immagine di un’assemblea distratta, tra telefoni consultati di continuo, commenti sottovoce e audio che partivano dai dispositivi interrompendo la discussione». Un atteggiamento che, secondo l’opposizione, «non è una mancanza di rispetto verso la minoranza, ma verso l’intera cittadinanza».

Critiche anche sul metodo di lavoro. «Bilancio e DUP sono arrivati in Consiglio senza la convocazione della Commissione capigruppo – evidenziano – con la giustificazione di un generico ‘non ci siamo capiti’. Di fatto è stato impedito qualsiasi confronto tecnico preventivo su documenti decisivi per il futuro di Bibbiena» .

Entrando nel merito del Bilancio, l’intervento della minoranza punta l’attenzione sull’avanzo libero. «Dalla proposta di delibera emerge che avete quasi un milione di euro di risorse totalmente svincolate, un dato che si ripete anno dopo anno. Voi lo presentate come gestione prudente, per noi è il certificato di ciò che non è stato fatto», affermano i consiglieri. «Significa che avevate i soldi per intervenire sulle urgenze del territorio, ma avete preferito tenerli nel cassetto» .

Preoccupazione viene espressa anche per la natura delle entrate. «Vediamo un bilancio totalmente dipendente da fonti esterne – spiegano – perché non siete stati in grado di costruire un’autonomia finanziaria basata su un meccanismo virtuoso di reddito nel territorio». Secondo Lista di Comunità, l’unica strategia messa in campo sarebbe stata quella di aumentare il carico sui cittadini. «IMU, tariffe cimiteriali in alcuni casi raddoppiate, mensa scolastica con aumenti fino a 240 euro a bambino: operazioni passate sottotraccia, ma che incidono pesantemente sulle famiglie» .

Anche il DUP viene definito “un assegno in bianco”. «Non emerge alcuna visione di sviluppo – si legge nell’intervento – ma una programmazione stagnante, fatta di interventi che slittano sistematicamente di esercizio in esercizio senza mai diventare realtà». Tra gli esempi citati figurano la messa in sicurezza degli edifici scolastici, rinviata fino al 2028, e numerosi interventi su biblioteche, strutture pubbliche e impianti sportivi riprogrammati da anni .

Particolarmente critico il passaggio sui giovani e sul futuro del territorio. «Il dato più allarmante – afferma Lista di Comunità – è che il 50% dei nostri giovani non vede qui le condizioni per restare. Se metà degli adolescenti progetta il proprio futuro altrove, significa che Bibbiena non è percepita come un’opportunità, ma come un luogo da cui fuggire». E aggiungono: «Distribuire bonus non significa fare politiche di sviluppo. Servono investimenti strutturali, hub tecnologici, spazi di coworking, politiche serie per il lavoro e la salute pubblica».

La conclusione è affidata alle parole della capogruppo Silvia Rossi: «Ai cittadini di Bibbiena vogliamo dire che questo non è normale. Non è normale che le istituzioni diventino un salotto privato dove si consulta lo smartphone mentre si decide delle tasse e del futuro dei nostri figli». Da qui la conferma del voto contrario: «I cittadini non vivono di milioni sulla carta o di annunci virtuali, ma di servizi reali che continuano a mancare».

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