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venerdì | 17-10-2025

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Politica

Assistenza pediatrica e teleconsulto: Croci (Pd) chiede sperimentazione in tutta la Toscana “a partire dai territori interni e montani”

AREZZO – “Tutti i bambini della Toscana devono avere lo stesso diritto alla salute e a cure adeguate. Le sperimentazioni non possono fermarsi ai territori più serviti, ma devono partire da quelli più lontani e fragili.”
Con queste parole la segretaria provinciale del Partito Democratico di Arezzo, Barbara Croci, interviene sul dibattito riguardante l’attuazione della Legge per la continuità assistenziale pediatrica e il teleconsulto, recentemente approvata dal Consiglio regionale su iniziativa popolare.

La Croci esprime perplessità e disappunto dopo aver appreso che la prima fase di sperimentazione del servizio di teleconsulto pediatrico sarà avviata solo nella Asl Toscana Centro, escludendo di fatto i territori periferici come il Casentino e la Valtiberina, che erano stati tra i promotori della legge.

“Abbiamo appena concluso una campagna elettorale intensa e ricca di incontri con tanti cittadini – spiega Croci – e in ogni occasione abbiamo sottolineato l’importanza della sanità di prossimità e della riduzione delle disuguaglianze territoriali come temi prioritari per la Toscana e, in particolare, per la nostra provincia.”

La segretaria del Pd aretino ricorda come il testo approvato preveda chiaramente che la sperimentazione venga realizzata su tutto il territorio regionale.

“In molte occasioni – aggiunge – ho parlato della legge sulla continuità assistenziale pediatrica, frutto del lavoro di cittadine, cittadini e associazioni anche della nostra provincia, nata proprio per garantire un servizio più equo e accessibile. Per questo trovo incomprensibile che la prima sperimentazione del teleconsulto sia limitata alla sola Asl Toscana Centro: è una scelta riduttiva e poco sensata, che penalizza proprio i territori dove c’è più bisogno di queste tecnologie.”

Croci annuncia che si attiverà personalmente per sollecitare un intervento di rettifica.

“Mi muoverò subito per capire le motivazioni di questa decisione e per contribuire a correggere una stortura evidente. I territori interni e montani – come Casentino e Valtiberina – dove le distanze e le difficoltà di spostamento sono maggiori, dovrebbero avere la priorità nella sperimentazione delle soluzioni offerte dalla telemedicina e dal teleconsulto, non essere esclusi.”

La segretaria conclude ricordando che il Partito Democratico toscano deve proseguire il suo impegno nel garantire pari opportunità sanitarie in tutte le aree della regione:

“L’innovazione sanitaria deve essere uno strumento per unire la Toscana, non per creare nuove disuguaglianze. La vera modernità è mettere la tecnologia al servizio di chi vive lontano dai centri urbani, non l’esatto contrario.”