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mercoledì | 19-11-2025

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Politica

Arezzo, parte la sperimentazione regionale per nuovi modelli abitativi dedicati agli anziani con autonomia ridotta

Un progetto sperimentale che guarda al futuro dell’assistenza agli anziani e che prende avvio da Arezzo per poi estendersi all’intera Toscana, che trae origine da un emendamento al Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale approvato nel luglio scorso dalla Regione Toscana.

Il nuovo modello introduce soluzioni abitative condivise per anziani con autonomia ridotta, persone che non necessitano di ricovero in RSA ma non riescono più a vivere da sole in condizioni di sicurezza. Piccoli appartamenti condivisi, spazi privati e aree comuni, cura leggera e supporto relazionale: un modo innovativo per garantire continuità della domiciliarità anche in presenza di fragilità crescenti.

La proposta nasce anche sulla base del confronto avviato nella zona socio-sanitaria di Arezzo, dove amministratori, professionisti e servizi hanno rilevato l’urgenza di una “terza via” tra la solitudine domestica e la residenzialità assistita tradizionale. La sperimentazione sarà accompagnata da risorse dedicate, formazione degli operatori e strumenti di valutazione per generare modelli replicabili su scala regionale.

Il contesto demografico: Arezzo territorio pilota 

Arezzo è un territorio particolarmente significativo per sperimentare nuovi modelli di abitare sociale. I dati illustrati dal vicesindaco Lucia Tanti e dal Garante dei diritti degli anziani del Comune di Arezzo Silvia Antichetti descrivono un contesto in trasformazione.

Tra i principali indicatori presentati:

  • Tasso di natalità ad Arezzo: 6,4% (superiore alla media regionale del 5,7)

  • Assistenza domiciliare over 65: 37,2 per mille (versus 30,3 della Sud-Est e 28,1 regionale)

  • Presenze over 65 nelle RSA: 10,8 per mille (contro un dato toscano di poco superiore all’8)

Questi dati, sommati all’aumento della popolazione over 75 e all’isolamento sociale registrato in molte fasce anziane, confermano la necessità di ampliare le risposte disponibili.

A due anni dalla sua nomina, il Garante dei diritti degli anziani del Comune di Arezzo Silvia Antichetti è entrata nel dettaglio:

il settore degli anziani è molto delicato ed è comunque, diversamente da quello che si possa pensare, un universo vivace. La tendenza nazionale è quella di un invecchiamento demografico a ritmi sostenuti: il problema deve dunque coinvolgere soluzioni a livello strutturale e imporre la riflessione su almeno tre aspetti: la solitudine crescente, perché non tutti possono vivere in contesti sociali o familiari, la fragilità fisica e cognitiva, la carenza delle soluzioni intermedie, quelle che si collocano tra casa e Rsa. La battaglia decennale del vicesindaco ai tavoli della Regione Toscana sta oggi trovando un’apertura importante, una linea di dialogo e collaborazione per un progetto ad hoc: la sperimentazione di una casa-famiglia nella quale si entra con determinati requisiti, che ruotano attorno a sette criteri fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità, anche di parziale autosufficienza e dove si può vivere dignitosamente la propria condizione personale. Non siamo dunque in un contesto sanitario ma, appunto, intermedio”.

“Se arriviamo in fondo positivamente a questa sperimentazione – ha aggiunto il vicesindaco Tanti – anche in base al numero delle adesioni al bando che verrà gestito dalla Asl, cominceremo a farci un’idea e a capire se vogliamo davvero superare certe rigidità e, perché no, la legge regionale attuale del 2005 in vista di una normativa che disciplini ex novo la materia”.

“Se poi non vogliamo chiamarle case-famiglia – ha concluso Antichetti – parole che possono richiamare formule non condivise da tutti, non mancano i termini utilizzabili come ‘capitale condiviso-assistito’. L’importante è che si arrivi a una soluzione ‘residenziale’ a garanzia di una socialità quotidiana condivisa: né in casa da soli né in una tradizionale residenza assistita”.

A livello locale, un’idea ulteriore è il progetto “Vicini di Vita” che mira invece a creare forme di cohousing tra anziani autosufficienti che mettono a disposizione spazi di proprietà e studenti universitari fuori sede. Un’iniziativa che punta a unire solidarietà intergenerazionale, lotta alla solitudine, aiuto agli anziani in ambiti come le nuove tecnologie e accessibilità abitativa per giovani che scelgono Arezzo come città in cui completare il percorso formativo.