Impatto segnaletica in Via Fiorentina, zanzare e turisti stranieri

È stata la settimana di impatto degli aretini con le nuove disposizioni e chiusure del traffico per i lavori alla rotonda di Via Fiorentina. Particolarmente importante è stato lo spegnimento del semaforo all’incrocio con la tangenziale, sostituito da uno provvisorio all’altezza del ponte sul Castro. E qui ci sono state le reazioni di flora e fauna del torrente alla vista del semaforo sovrastante. Per prime, visto che lì ce ne sono, sono state le scrofe dei cinghiali che, al semaforo son più contente se invece del verde ci trovano il verro. È andata meglio alle rane, che grazie ai moccoli degli automobilisti nel traffico, qualche rospo lo sentono passare. Le nutrie invece hanno notato che in determinati orari le loro code erano più corte delle code per il traffico. Per quanto riguarda la flora, invece, è stato calcolato che l’erba verde ai lati batte in lunghezza il verde del semaforo. Ovviamente pure i commercianti della zona hanno subito le conseguenze, con i ristoranti il cui piatto del giorno è sempre la coda alla vaccinara (basta preparare la vaccinara tanto le code ce sono sempre) e i tabaccai che hanno calato le vendite perché alla gente già gli fumano di suo. PAM, invece del nome del supermercato, era il rumore del cazzotto che la gente dava nel volante per la rabbia. Qualche affare in più invece per la farmacia, dato che quel casino a qualcuno gli ha fatto venire il mal di testa (e qui Brufen o Aspirina senza ricetta), o chi chiedeva qualcosa per il giramento (e qui la ricetta ci voleva).
A livello di automobilisti per ora i disagi sulla circolazione sono stati meno devastanti di quello che si pensava, con molti che hanno studiato su mappe, dispositivi, vecchi stradari e a volte oroscopi, delle alternative ai loro percorsi e di conseguenza, passando per strade minori, sterri, viottoli, cortili, corridoi, tinelli ecc. Più complicato per i non aretini che non conoscevano la situazione e a cui non hanno dato una grossa mano le segnaletiche, che in effetti erano simili a misteriosi messaggi in stile bigliettini da caccia al tesoro. A volte la segnaletica è importante anche nella punteggiatura. Basta pensare, per fare un esempio al cartello di S. MAMA, a cui se si toglie il punto diventa SMAMA che qualcuno potrebbe prendere come un invito ad andare via. O quello di P. ALLA PIERA a cui togliendo il punto diventa PALLA PIERA, che sembra una richiesta di farsi ridare un pallone finito vicino a una signora. Ma ormai questi cartelli di colore giallo si son rivelati appunto un… giallo da capire e in molti non ci hanno capito una sega, nonostante la sega più vicina in zona fosse quella della OBI. Un vecchio detto dice che “tutte le strade portano a Roma” ma pare sia la versione tagliata di un altro meno conosciuto che sembra dicesse: “tutte le strade portano a Roma, ma se date retta ai cartelli gialli, va a capire in do ve portano!”.
Primo e vero approccio estivo ad Arezzo, sia dal punto di vista termico che sociale. Di conseguenza sono apparse le prime zanzare, a cui le disinfestazioni municipali continuano solo a fargli calare la vista, in quanto gli fanno una sega. Tra i nuovi tipi segnalati, la zanzara bucaiola, che, come potrebbe far pensare il nome, non proviene dal territorio fiorentino, bensì dalle numerose buche cittadine. Poi, invece della zanzara/tigre, ad Arezzo è più frequente la zanzara/lupa, chiamata così perché è quella che fa bestemmiare di più.
Poi c’è la zanzara gialla, che non c’entra niente con Cina, Giappone e Oriente, ma gialla perché sta sempre sotto i portici di Via Roma, dove la luce è talmente gialla che se te vesti chiaro te scambiano per Pikachu dei Pokemon. Poi le zanzare dei fossi che per fortuna quest’anno sono innocue, in quanto essendo zone dove l’erba è talmente alta, che nel momento in cui riescono a superarla in volo, son talmente stracche che non gli si rizza neanche (il pungiglione). Poi le zanzare della zona San Zeno, San Giuliano, Chiani, le Poggiola, che a differenza di tutte le zanzare del mondo, preferiscono l’odore dello zampirone alle vampate di puzzo che ogni tanto ci sono in quella zona.
Con l’avvento della bella stagione e il conseguente aumento di turisti stranieri, come al solito cerchiamo di facilitare e tradurre frasi di uso comune ad Arezzo, di difficile e immediata comprensione:
TE MANGIO COI PANNI ADOSSO (I’ ll eat with your clothes on). Più che una frase, una vera e propria minaccia sia fisica che economica. Se ve lo dicono, meglio evitare repliche e girare al largo.
SHOT, SHOT, BIRD BIRD (Colpo, colpo, ucello, ucello). Di persona particolarmente precisa, decisa ed efficace nella società e nelle relazioni amorose.
TE CAVO LA SETE COL PROSCIUTTO (I’ ll quench your thirst with dried ham). Mettere un’altra persona di fronte a ciò che potrebbe peggiorare ancora una situazione.
TE DO UN LABBRONE (Je te vais un grosse lèvre). Minaccia di imminente schiaffo. (La traduzione è volutamente in francese visti i recenti episodi tra la consorte e il Presidente Macron).
E per finire il proverbio della settimana: “Arezzo è fatta di storie egregie, che ognuno può narrare. La benzina costa men delle ciliegie e il Sindaco parcheggia in do gli pare”.