Erba di casa mia

Sono iniziate, seppur a rilento e ovviamente cominciando da quella davanti agli autovelox lungo la tangenziale (ma va?!), le operazioni di taglio erba in alcuni parchi e lato/strada della città. Questo perché in alcuni punti l’erba aveva raggiunto il “livello di guardia”, dato che in alcune rotonde cittadine le statue dei cavalli sono rampanti, non tanto per emulare lo stemma municipale, ma in quanto è l’unico modo che i cavalli hanno per farsi vedere con l’erba così alta. Nei parchi cittadini, ai bambini per giocare a nascondino, chi è a tana rischia di starci mezza giornata, senza che gli altri abbiano bisogno di nascondersi. Gli anziani che non trovano le panchine perché nascoste dall’erba, danno la colpa alla cataratta, mentre chi si stende sull’erba per pomiciare se può permettere de fare una sveltina che tanto non lo vede nessuno. Al Sentiero della Bonifica, se ce vai con una bicicletta a pedalata assistita, al motorino elettrico della bici, d’istinto, gli vien la voglia di tagliare l’erba più che pedalare, mentre se ci vai con la bici normale, il movimento della gamba per la pedalata serve più a mandare giù l’erba che a mandare avanti la bici. In città, lungo le strade i viottoli se cercano a tastoni, mentre i cani hanno miracolosamente cominciato a fare i bisogni nelle lettiere dei gatti, perché hanno paura che i padroni li portino fuori in quelle erbaie. Se un automobilista chiede Via Erbosa al navigatore, il navigatore gliene indica una ventina prima di dire “Ricalcolo Percorso”. I veterinari hanno già segnalato alcuni serpenti trovati vittime di embolia, dovuta a risalita rapida nell’erba alta. I primi papaveri stentano a faticare a emergere dalle erbaie, ma ormai a Arezzo, a parte i semafori, qualsiasi cosa di rosso se fa fatica a vederla o a cercarla. Alle rotonde di Ponte a Chiani è difficile vedere Chiani alto, perché di alto c’è solo l’erba. Davanti a molti supermercati l’erba è talmente alta che uno poi non fa caso a quanto sono alti anche i prezzi. Massimo Ranieri, appena viste alcune foto di Arezzo, ha cambiato il titolo della canzone da “Erba di casa mia” a “Erba” e basta, mentre Joan Baez e Carlos Santana, hanno detto che tutta quell’erba non la vedevano da Woodstock nel 69. Ma come detto, a cominciare dai prati davanti agli autovelox, l’erba comincia ad essere tagliata e quindi ci vuole fiducia. Anche perché il Comune, quando dice di tagliare, che siano nastri o che siano servizi, taglia eccome!
I primi e improvvisi caldi estivi, oltre a far crescere l’erba, hanno modificato di colpo vizi e abbigliamenti degli aretini. E con abiti più scoperti e leggeri, emergono nuovi ma anche arrangiati tatuaggi. Ecco che un livido o un rosone dovuto a una calcagnata in qualche canterano o spigolo, con l’aggiunta di gambo e foglia, diventa una splendida viola o rosone a altezza tallone o fondo caviglia. Tra i tatuaggi di moda ora, quello con le fontane davanti alla Stazione con due cani bassotti al posto della Chimera, per far sapere che i lavori ai Giardini del Porcinai son più indietro dei coglioni del cane. Un altro tatuaggio di moda è la macchina o il motorino che sobbalza in Via Fra’ Guittone per via di buche e radici. Nel tatuaggio è previsto, a richiesta, l’omino, che dopo tutti quei sobbalzi, scana appena riesce ad arrivare alla Prefettura in cima al Poggio del Sole. Poi il Comune, il buonsenso e l’educazione, sono anche disposti insieme a regalare ai cialtroni che continuano a buttare a terra i sacchi dell’immondizia, il tatuaggio di come si apre e si usa il bidone dell’indifferenziato, in modo che se lo ricordino, dato che spesso traventano i sacchi a terra col bidone non ancora pieno o incastrato allo sportello. E qui allora bisognerebbe cercare di modificare l’apertura del bidone stesso, dato che per qualche anziano è complicato o faticoso (ma per gli altri non ci sono giustificazioni). Anche perché la Tari la pagano tutti (o quasi) e forse viene pagata anche per i più cialtroni che… decatti se la bolletta l’han mai vista, o la buttano come i sacchi.
Celebrato anche in città il Primo Maggio, con manifestazioni istituzionali e scampagnate. Purtroppo in tanti si sono rivolti ai social facendo anche il 1 Maggio la domanda su supermercati aperti. Evidentemente al detto “A Maggio, funghi per assaggio”, andrebbe aggiunto “per far certe domande ce vuol coraggio”.
È la settimana che precede il Conclave che dovrà eleggere il successore di Papa Francesco e come in molti sanno, fu proprio ad Arezzo, nel gennaio del 1276, che venne svolto il primo Conclave ufficiale con i criteri attuali. Ad Arezzo poi non se ne svolsero più, anche perché già al tempo in città alla gente fumava parecchio i coglioni e tutto quel fumo poteva confondersi con quello delle fumate del Conclave e allora giustamente si scelsero altri luoghi. Resta il fatto che quando ad Arezzo si dice popolarmente “Ti si fa Papa”, si dice ad una persona che deve essere spogliata. Non a caso chi verrà eletto infatti, si spoglia delle proprie vesti per assumere quelle di Pontefice. A proposito di vesti Papali, è di queste ore una foto pubblicata dai Social della Casa Bianca con il Presidente Trump vestito da Papa. Si spera che lo Spirito Santo abbia più occhio dei Social della Casa Bianca e che elegga una persona all’altezza di Papa Francesco. Per quanto riguarda Trump, in un conclave ci starebbe bene… solo se la suddetta chiave venisse poi buttata via.
E per finire il proverbio della settimana: “Che il Papa eletto sia tutto d’un pezzo; e che di precetto, faccia visita a Arezzo. E affinché in quella data, Sua Santità non si perda, il Comune si dia una regolata, e tagli un po’ l’erba”.