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domenica | 21-12-2025

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Notiziario Aretino

Cosa chiedono gli aretini a Babbo Natale

Il Sindaco Ghinelli ha partecipato a Riyad, in Arabia Saudita, al Global Forum Onu sulle città inclusive. In realtà si è poi scoperto che la parola Forum, inteso come foro, era riferito ai buchi e alle buche da tappare nelle strade e quindi per acquistare il catrame per le prossime asfaltature elettorali si è andati alla fonte, ovvero in Arabia Saudita, grosso produttore di petrolio.

Poi al nostro Notiziario, Ghinelli ha dichiarato che essendo in Arabia Saudita, ha approfittato per partecipare anche ad un rapido corso di lingua araba, perchè ultimamente, quando fa riunione di Giunta con i propri alleati di maggioranza, gli sembra di parlare arabo… perchè non lo ascolta più nessuno.

Poi ha visitato la moderna città di Riyad, dove speriamo abbia avuto tante illuminazioni, perchè ad Arezzo di illuminazione pubblica ce n’è tanto bisogno.

Infine, gaffe all’aeroporto al momento della partenza per tornare in Italia, quando le autorità lo hanno salutato dicendo: “la protegga Allah!”, e lui ha risposto: “Da noi se dice Alò!”

Tornando in Italia, ha poi inaugurato la nuova Piazza Giotto e chiedendo le forbici per il taglio del nastro alla Tanti, che lì per lì non aveva capito, le ha detto: “O che faccio? Parlo arabo?”

Infine Ghinelli è di nuovo tornato sulla polemica con Pau dei Negrita, che prima del concerto al Petrarca aveva detto che Arezzo, a livello di iniziative culturali, era una città spenta… più dei lampioni. Ghinelli ha replicato a Pau dicendogli di frequentare di più la città durante l’anno. In effetti, secondo un calcolo statistico, calcolando e sommando le presenze annuali sia di Ghinelli che di Pau ad Arezzo, durante l’anno è più facile trovare il sole alla Fiera Antiquaria, il rettilineo a Guido Monaco, l’aglio nel panettone e la neve a Lignano a maggio… (al Pionta invece la neve si può trovare anche a Agosto). Sta di fatto che la polemica tra i due è risultata parecchio pallosa, ma essendo periodo di palle negli alberi di Natale, risultare pallosi fa tendenza

Curiosità e piacere per la notizia della nascita di un gioco da tavolo sulla Giostra del Saracino.
È questo anche un periodo in cui i giochi da tavolo andranno per la maggiore e sapere che ce n’è uno sulla Giostra incuriosisce di sicuro gli aretini. L’eventuale successo di questo gioco ne farà nascere altri con caratteristiche aretine

Ci sarà il MERCANTE IN FIERA ANTIQUARIA, con i giocatori che avranno un ombrello o il K-Way. Poi lo SCARABEO ARETINO, in cui potranno essere formate solo parole in dialetto aretino (esclusi i moccoli). Poi L’INDOVINA CHI con le facce dei prossimi candidati a Sindaco. Stavolta che manchi il Ghinelli è regolare.

Poi il SALTINMACCHINA, versione aretina del SALTINMENTE da giocare in auto mentre passi tra i crateri in Via Fra’ Guittone per salire in Prefettura.

Poi il GIOCO DELL’OCIO, in cui chi cade nella casella con l’ocio raddoppia i punti, come nel GIOCO DELL’OCA che in versione aretina sarà diverso dall’originale, in quanto chi cade nella caselle delle oche avrà diverse cose da fare. Chi cade nella casella dell’OCA DETTO dovrà dire qualcosa, se cade nell’OCA SENTITO dovrà indovinare un brano musicale, se va nell’OCA FATTO dovrà mimare qualcosa, mentre se finisce nell’OCA ZZI TUA UN TE LI FAI MAI dovrà stare fermo due turni.

Ormai il Natale è veramente imminente e, forse sarà per i pienoni della Città del Natale, o forse per gli addobbi, o forse per le corse ai regali, ovunque c’è atmosfera natalizia. Ormai anche il rumore di una lucidatrice, o di un trapano, o di un avvolgibile, sembra che faccia “Jingle Bells”.

Tra le letterine degli aretini a Babbo Natale, oltre a chiedere salute e serenità, c’è anche chi gli scrive in aretino, tanto ormai Babbo Natale sono oltre 10 anni che arriva a novembre e l’aretino lo capisce. E quindi, ad esempio per i regali ai nonni, in molti chiedono una sciarpa “per inguluppassi” oppure “una pezzola per andare alle Funzioni” oppure un apparecchio acustico dicendo “un ce sente una sega”. Babbo Natale accontenterà tutti, come al solito, anche perchè le renne andranno più veloci… sia per scansare i lupi, sia per allontanarsi dai cinghiali in amore.

Continua la nostra pubblicazione a richiesta di frasi e vocaboli aretini di difficile comprensione per i turisti alla Città del Natale. Eccone altri:

RABUSCHIO: ragazzino molto vicino o in prossimità all’età dell’adolescenza. Da non confondere col Maranza che andrebbe mandato a cacare, ma non gli va detto perchè lui poi la fa davvero.

E TE SEI COTTO UN UOVO DE NIENTE! Non centrano niente frittate o omelette. Trattasi di difficile situazione in cui ti sei voluto trovare e a cui devi trovare rimedio.

FACCIO UNA BARCA D’OSSI. Possibile e pericolosa minaccia di chi vuole picchiare o pestare una o più persone. Se invece viene detta prima di andare a tavola a mangiare carne sappiate che vi costa di più che a fargli un vestito nuovo.

ME VIEN DA RIGETTARE. Se detto da un muratore significa che la prima gettata di cemento ha bisogno di una seconda più compatta. Ma in tutti gli altri casi significa che uno o ha mangiato o bevuto troppo, o in macchina soffre di mal d’auto, oppure in città ha appena visto o le panchine di Piazza della Stazione, o il progetto del nuovo palazzo ex Enel in Via Petrarca, o ha saputo quanto ancora sarà aperto il cantiere in zona Via Fiorentina.

E per finire il proverbio della Settimana:
“Buon Natale da Arezzo, città di cui siam fieri e dal calore eterno. L’estate è finita da un pezzo, ma da noi i pompieri salvano i serpenti anche d’inverno”.