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giovedì | 09-10-2025

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Notiziario Aretino

Chi va piano e non forte

L’inizio della trascorsa settimana è stato caratterizzato dell’episodio del pianoforte misteriosamente finito in mezzo alla strada appena fuori il sottopassaggio di via Arno. Che, nonostante l’assenza di spartito, faceva da spartitraffico. Lo strumento era in discreto stato, nonostante la botta. Era solo bloccato il tasto del SI BEMOLLE (infatti lo hanno… mollato lì, nel sottopasso). L’episodio non è comunque dispiaciuto, tanto che il Comune potrebbe utilizzarlo in futuro come segnaletica per la velocità (qui se va PIANO e non FORTE) o anche per incentivare l’uso del clacson (COME VE SE DEVE FAR CAPIRE CHE DOVETE SUONARE?). Ovviamente non verranno usati pianoforti a coda, perché di code per il traffico ce ne sono abbastanza. Per fortuna il pianoforte nel sottopasso non ha colpito auto o pedoni di passaggio, ma ha indubbiamente colpito per il suo fascino. Ormai i sottopassi di Arezzo non hanno più mezze misure… o fanno acqua o fanno musica! E allora tutto ciò potrebbe creare in futuro abbinamenti con sottopassi cittadini e strumenti musicali a tema. Ai sottopasso di Via Veneto e Via Trasimeno e a quello pedonale tra Campo di Marte e la Stazione, si potrà ammirare un organo a canne… per creare alternative alle canne e altro presenti e spacciato in quei luoghi. Al sottopasso Baldaccio, dati gli allagamenti, si alterneranno violini, archi e fiati, adatti per suonare IL LAGO DEI CIGNI di Čajkovskij. Sarà fondamentale seguire fedelmente gli spartiti, perché dal lago dei cigni, diventare lago dei cignali è un attimo. Inoltre è stato predisposto che, se nel tempo verrà realizzato il sottopasso nella zona della futura rotonda di Via Fiorentina, verranno portati dei flauti e pifferi, perché sull’argomento da decenni continuano a fare i pifferai.
Qualche timida apprensione anche ad Arezzo sui continui episodi di sconfinamenti di droni russi, oltre che in Ucraina, anche in Polonia, Lettonia e Danimarca. Noi ad Arezzo saremmo sicuramente pronti ad una risposta ai droni, con i nostri C/droni, temuti e conosciuti da tutti. Se mettiamo insieme i C/Droni che buttano al giro, la spazzatura, i C/Droni che sporcano le strade, i C/Droni che guidano col telefono in mano e i C/Droni che non danno le precedenze alle rotonde, viene fuori una sorta di pattugliamento che Putin se la fa addosso di sicuro… e basso come è, sento subito il puzzo. Oltre già ai C/Droni municipali che sorvolavano la città nel lockdown del covid, in grado di vedere quanto te cacava il cane, quanti viaggi facevi ai bidoni, quante mutande e camiciole mettevi nei stendini e soprattutto quante porzioni di pasta al forno portavi in casa, grazie anche alle scie di besciamella che cascavano in terra… altro che scie chimiche! Per non parlare dei cidroni veri e propri, da non confondere minimamente con l’insalata russa. Che ora che la panzanella se ne fa poca o punta, possono essere usati esclusivamente a scopo militare. Potrà anche spiarci coi suoi droni, ma saputo che a suo tempo lo hanno già fatto sia il Ghinelli, che il Poponcini, che il Prefetto, lo stesso Putin, per non farsi scoprire con la lingua russa, dirà in aretino: “Coi miei droni sò arivo doppo i fuochi… più che drone me sento un cidrone… da sottaceto eh!”
Visita in città del Ministro della Cultura Giuli, a cui il Sindaco Ghinelli ha mostrato il campanile della Pieve di S. Maria bisognoso di restauri e il Ministro ha promesso che farà la sua parte. Poi il Sindaco gli ha mostrato la torretta del Palazzetto della Confraternita, campanile del Duomo, la Torre del Comune e il Crocifisso di Cimabue. A questo punto il Ministro Giuli ha detto al Ghinelli: “A forza di guardare torri e campanili, ogni tanto mi faccia guardare anche per terra, che a forza di buche va finire che invece del Cristo di Cimabue, il cristo lo dò per terra…“.
Comunque il Ministro Giuli, come detto, ha promesso contributo. Speriamo non sia un Giurin anzi un… Giulin Giulello.
Continua lo splendido volo dell’Arezzo in testa alla classifica di Serie C di calcio e lo fa vincendo anche a Rimini. E quindi, non solo la panzanella ha battuto la piadina, Vasari ha murato Malatesta, Gnicche le ha date al Passatore e dove era il Bandiera Gialla hanno issato bandiera bianca. Di colpo Viserbella è diventata Viserbrutta e Miramare ora è Mirastapera (nel senso del gol che ha dato la vittoria agli amaranto). Il tutto per vendicare un’estate in cui a Rimini c’han fatto pagare sdraie come fossero troni, lettini come fossero matrimoniali e ombrelloni come fossero gazebo. E senza riconoscenza, perchè il pedalò, dato il nome, ha chiari origini aretine. Ci hanno accusato di dargli calcisticamente di falliti… ma questa estate ci volevano far fallire loro in tutti i sensi! Un grosso abbraccio comunque agli amici riminesi, che se ci temono diciamo: “Coraggio..’st’altra volta ce se ferma per Viamaggio!”.
A richiesta nuove definizioni (con soluzione) del cruciverba aretino di Bartezzaghi: resa dei conti… chiassosa (Alla fin del botto); ancora alappano… ma se non lo fai schianti (cachi); acuto felino a indicare un brevissimo lasso di tempo (bercio d’un gatto).  infine il proverbio della settimana: “Il cacio sta bene sui maccheroni, come anche il bacio sui succhioni. Ma ti senti un vero macho, quando nessuno te rompe i coglioni”.