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martedì | 05-08-2025

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Bartezzaghi e gli enigmi su Arezzo. Bertelli, Lebole e leboline. Tabelloni sbagliati e altri errori

Tra gli ospiti della bella edizione dell”Arezzo Moonlight Festival” concluso lo scorso fine settimana, spiccava Stefano Bartezzaghi, scrittore e soprattutto enigmista, famoso per i suoi difficili cruciverba presenti ogni settimana nella “Settimana Enigmistica”. Bartezzaghi, che è venuto a presentare un libro in cui invita i lettori a scovare 1000 errori presenti, ha detto di apprezzare talmente Arezzo, da poterci fare un numero esclusivo per la “Settimana Enigmistica”. Per i cruciverba il nostro notiziario ha più volte pubblicato enigmi (con soluzione) che Bartezzaghi realizzava solo per aretini e con l’occasione ce ne ha proposti 6 che pubblichiamo volentieri: 1) le disinfestazioni le fanno alle zanzare (seghe). 2) Chi fa errori le aciacca (merde). 3) Anche se non hai la stalla, lo fa chi t’annoia (T’afiena) 4) Lo ha chi arriva doppo i fochi o a guazza scrolla (Ritardo). 5) Son più gradite de popone che de coglione (fette). 6) Il cibo preferito da chi non ha voglia de fare una sega (Pappa scodellata). Per i rebus ce ne sono un paio irrisolvibili. Il primo è “quando finirà la rotonda di Via Fiorentina?” e il secondo è “ma siamo sicuri che finisca?”. Poi ci saranno anche vignette con il “Che cosa manca?” in cui saranno inseriti: le fontane accese, i bagni pubblici, Il numero legale ai Consigli Comunali, il Sindaco e l’opposizione che serve a qualcosa. Poi ci sarà la pista cifrata, che sarà di sicuro più facile e comprensiva della piste ciclabili, che ultimamente sono cacate solo dai cani… nel vero senso della parola. Infine, insieme al famoso “aguzzate la vista”, ci sarà il gioco per aspiranti detective “Indagini al buio”, dove le indagini sono effettuate in molti luoghi cittadini illuminati dai lampioni di ultima (ma proprio ultima) generazione. E ricordate, l’enigmistica allena la mente.. ma per i dolori e l’artrosi non ce se po’ fa’ niente.
In settimana è diventato ufficiale il passaggio dell’area Lebole a Patrizio Bertelli. I primi segnali di questo storico avvenimento si sono percepiti quando le zanzare provenienti delle spinaie di quella vegetazione davanti agli ex stabilimenti, dopo i morsi lasciavano rosoni a forma di Luna Rossa. La gente ha buttato via l’Autan, così se te morde una zanzara c’hai un bubbone griffato Prada. Comunque la soddisfazione è stata tanta e un gruppo di ex lavoratrici della Lebole ha ringraziato Bertelli con una toccante lettera pubblicata su giornali e social, chiedendo che non venga dimenticato ciò che e stato per decenni quel luogo. Bertelli, a sua volta, ha risposto alla lettera, ringraziando le ex lavoratrici e promettendo loro il giusto riconoscimento alla memoria di quell’area. A Bertelli va detto che nei decenni passati, durante il declino della Lebole, da altre persone, di lettere con promesse ne arrivarono talmente tante da far seccare le lingue per attaccare i francobolli… e poi tutti puntualmente si sono fatti da una proda. Speriamo che passare dalla proda a Prada, sia il modo migliore per onorare quel luogo e chi ci ha passato un grande pezzo di vita.
Stupore in città per la notizia sull’errore che, almeno da oltre 25 anni, è presente sui tabelloni dei punteggi della Giostra del Saracino. L’errore, seppur millimetrico, per le dinamiche da Giostra è enorme, e veramente grossolano, e indice di poca attenzione per la manifestazione stessa. E ciò dimostra che se a Arezzo si sbaglia le misure negli incroci dei tabelloni, figuriamoci negli incroci nelle strade… ecco perché si fa le rotonde! Da questo errore , altri ne potrebbero venire fuori, su altre realtà cittadine. La Chimera in origine era 18 cm. più lunga verso il basso… inutile dire la parte che venne tagliata. Infatti nella statua rimanente si nota come sono incazzati sia il leone, che la capra che il serpente. Il monumento a Guido Monaco doveva essere fatto col cappuccio nel capo, che oltre a fargli comodo d’inverno, gli serviva a coprissi dalle cacate di piccione. Il Palazzo del Comune doveva essere molto più alto, ma siccome già ai Consiglieri Comunali gli sta pensiero salire al primo piano, figuriamoci se dovevano fare più scale e salire più in alto! (Qui all’epoca ci videro lungo). La Stazione Ferroviaria doveva essere in Piaggia di Murello, cosi per i treni che venivano in giù, l’alta velocità ci s’aveva da un pezzo senza scomodare Rigutino o Creti. Per quelli che andavano in su, così almeno se fermavano tutti… oggi invece a Arezzo di treni se ne ferma pochi. Il Gattolino si chiama così perché sul luogo dove venne posta la seconda pietra c’era sempre un gatto (sul luogo dove venne posta la prima c’era una pompa, ma per decoro del nome si scelse la seconda pietra). Tornando all’errore sui tabelloni della Giostra, la svista è veramente grossa e chi l’ha fatta ha aciaccato una merda che non è detta sia di cavallo da Giostra. Ma anche chi grida aL Saracino falsato o Giostra addirittura truccata, alla stessa Giostra non fa un gran servizio e in questo caso l’errore è molto più che millimetrico. Quasi da far girare le palle, non solo al Buratto.
A proposito di palle… ad Arezzo è possibile volare in mongolfiera grazie al PensArti Festival. Le prenotazioni per la mongolfiera danno già il tutto esaurito o quasi. Segno che Arezzo, se vista dall’alto, affascina di più, anche perché in mongolfiera siamo sicuri di non prendere una buca (sennò sarebbe un casino), e inoltre le palle se devono girare, è meglio che volino!
E per finire il proverbio della settimana: “Gli aretini ancora sono a Arezzo e al mare ce n’è pochi. E mercoledì son tutti al pezzo, pe ‘unn’arrivare doppo i fochi!”.