Dopo il dolore servono interventi infrastrutturali

Ancora sangue sulle strade toscane. L’ennesimo incidente mortale sull’A1 – tre vite spezzate in un attimo – lascia sgomenti cittadini e comunità, immersi nel dolore e nel silenzio del cordoglio.
“Ma come accade troppo spesso, al lutto segue la rabbia – afferma il Comitato Sava – la rabbia per promesse rimaste sulla carta, per progetti eternamente rinviati, per opere – come la famigerata terza corsia dell’Autostrada del Sole – di cui si parla da decenni senza che nulla cambi davvero.”
È proprio ora, sottolinea il Comitato, che è necessario fermarsi e porre una domanda fondamentale:
“Siamo sicuri che la soluzione sia sempre allargare, costruire, aggiungere corsie? O forse è arrivato il momento di cambiare approccio?”
Secondo il Comitato Sava, la vera sfida è un’altra:
“Non serve aumentare il traffico, ma ridurlo. Non abbiamo bisogno solo di più asfalto, abbiamo bisogno di una nuova visione della mobilità. Una mobilità che sappia spostare persone e merci dalla gomma al ferro, offrendo un’alternativa concreta, accessibile ed efficiente. E quest’alternativa esiste già: si chiama ferrovia.”
Investire sul trasporto ferroviario, per il Comitato, è molto più di una scelta tecnica o infrastrutturale:
“È una scelta sociale, ambientale e di civiltà. Significa prevenire incidenti, ridurre le emissioni di CO₂, decongestionare le strade e migliorare la qualità della vita di tutti.”
La riflessione si chiude con un appello forte:
“Il dolore per le vite perse deve spingerci ad agire. È il momento di trasformare il lutto in consapevolezza, e la rabbia in progetti reali. Basta promesse disattese: servono visioni coraggiose che mettano al centro la sicurezza, il bene comune e il futuro del nostro territorio.”