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domenica | 06-07-2025

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Panno del Casentino, nasce Comitato. Aruba, passo indietro per salvare i lavoratori

In questa fase, lavoratori e sindacato continueranno ad impegnarsi per scongiurare i licenziamenti. Se le due curatele fallimentari non faranno un passo indietro, allora scatteranno occupazione e autogestione. Non solo. L’obiettivo del Comitato è “il massimo coinvolgimento e unione con coloro – impegnati socialmente e civilmente – che si ritrovano in questi obiettivi” e cioè nel proseguimento dell’attività produttiva e della difesa del panno del Casentino. “Va tutelata – ricorda Alessandro Mugnai della Filctem – tutta la filiera del territorio promuovendo una vera e propria unione di tutti i suoi lavoratori, i quali s’intendono a loro volta non “lavoratori subordinati” ma veri e propri produttori che – con la loro esperienza appresa nel territorio e col duro lavoro – garantiscono l’esistenza del panno del Casentino”.

Nel documento approvato stamani dall’assemblea, i lavoratori della Manifattura del Casentino ricordano che “rischiamo la perdita del posto di lavoro in una fase assolutamente fiorente per le tante commesse di lavoro a inizio anno e sopra ogni aspettativa poichè derivanti dalla generale ripresa del tessile italiano”. E questo a causa di “un’intricata situazione immobiliare e societaria che vede ben due curatele interessate e che tale situazione – nei fatti e in particolare dietro azione delle curatele – ha determinato l’avviata procedura dei licenziamenti collettivi per cessazione d’attività”.

Aruba, passo indietro per salvare la produzione

Abbiamo appreso della vicenda e del prospetto dell’imminente chiusura della Manifattura del Casentino dalla stampa. Essendo estranei a questa situazione e non volendo rappresentare un ostacolo a una possibile soluzione in favore della Manifattura del Casentino, la società Verdi Colli ha comunicato formalmente ai commissari di essere disposta a rinunciare all’aggiudicazione provvisoria del lotto“. Così da quartier generale di Aruba, colosso dell’informatica casentinese, la cui società immobiliare “Verdi colli” si era aggiudicata provvisoriamente il lotto senza arrivare a perfezionare l’atto. Ora la garanzia della rinuncia, se necessario, per salvaguardare la produzione nell’attuale sito.

Cgil: “dopo la disponibilità di Aruba, si crei una strategia territoriale basata sul PNRR”

La difesa del panno del Casentino può essere esempio di un diverso modo di affrontare le crisi. Appello della Cgil alla Regione

“L’annuncio di Aruba è positivo – commenta Alessandro Mugnai della Filctem Cgil. Denota attenzione al lavoro e al territorio e contribuisce a creare le condizioni per un nuovo futuro del panno del Casentino e della Manifattura. Adesso tutti sono chiamati a fare la loro parte”.

Le procedure per il licenziamento dei 18 addetti non si interrompono. “Attendiamo la convocazione, da parte della Regione Toscana, del tavolo di crisi che abbiamo chiesto ormai da giorni. Questo incontro è fondamentale per poi passare al Ministero dello sviluppo economico. I tempi sono stretti: un privato come Aruba – sottolinea Mugnai – ha capito il valore di questa esperienza. Adesso lo deve capire anche la Regione Toscana. Al tavolo ci devono essere anche i liquidatori della vecchia cooperativa e il curatore fallimentare”.

La Cgil è convinta che questa della Manifattura del Casentino possa diventare una battaglia che apre strade nuove all’economia aretina. “In questi giorni – ricorda il Segretario provinciale Alessandro Tracchi – abbiamo registrato una grande attenzione, anche internazionale, al panno del Casentino e quindi ad un’eccellenza delle nostre produzioni locali. Un riconoscimento è venuto anche da Aruba, un colosso delle nuove tecnologie che però mantiene un forte legame con il suo territorio di origine: ne è conferma la disponibilità data per lo stabilimento che aveva acquistato a Soci». Un problema può diventare un’opportunità: “il panno del Casentino registra un forte aumento della domanda. Perché non valutare l’opportunità di una strategia condivisa per il suo sviluppo che veda unite la Manifattura, la Regione, la Provincia, gli enti locali del Casentino e, perché no, eccellenze imprenditoriali del territorio? Il PNRR può fare da collante ad una strategia territoriale che punti sul manifatturiero. Una strategia che mantenga sul territorio i centri decisionali. Se questi vengono spostati, rischiamo di avere esperienze come la Fimer dove un’azienda di un settore in crescita viene messa in discussione”.

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