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martedì | 30-12-2025

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Lavoro

Amom di Badia al Pino, licenziamento collettivo: fine anno da incubo per 70 famiglie

Dalla cassa integrazione ai contratti di solidarietà, fino all’annuncio che segna un punto di rottura definitivo: l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. È il drammatico epilogo – almeno per ora – della vicenda che coinvolge Amom S.p.A., storica azienda di bigiotteria con sede a Badia al Pino, che occupa circa 70 lavoratrici e lavoratori.

Una realtà con una lunga tradizione produttiva, capace in passato di collaborare con grandi marchi della moda, oggi stretta in una crisi profonda fatta di calo degli ordini, contrazione del fatturato e salari sempre più ridotti. Una situazione che il sindacato denuncia da tempo e che ora, con la procedura di licenziamento collettivo, assume contorni drammatici.

Dalla cessione alla crisi

La storia recente di Amom passa dalla cessione del 2021, quando l’azienda, fondata dalla famiglia Veneri, è entrata a far parte del gruppo svizzero Riri, a sua volta controllato dalla holding Oerlikon S.p.A.. Un intreccio societario che, secondo il sindacato, non ha garantito quella solidità industriale necessaria ad affrontare la crisi del settore.

Nel 2024 sono arrivati i primi periodi di cassa integrazione. Nel maggio 2025, il passaggio ai contratti di solidarietà, che hanno consentito di mantenere l’occupazione ma al prezzo di un forte taglio dei salari.

Dopo l’incontro senza esito in Regione, i dipendenti hanno già scioperato il 19 dicembre, con tre ore di astensione dal lavoro e un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento.

Amom di Badia al Pino: a vuoto l’incontro in Regione

L’annuncio dei licenziamenti e la reazione del Comune

La notizia dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo è arrivata come un colpo durissimo. A intervenire con parole forti l’amministrazione comunale di Civitella in Val di Chiana, con una nota a firma del Sindaco Andrea Tavarnesi:

“Apprendiamo con sdegno e profonda preoccupazione la notizia dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo alla Amom S.p.A. di Badia al Pino, azienda del nostro territorio in cui lavorano circa 70 persone. A nome dell’Amministrazione comunale e dell’intera comunità di Civitella in Val di Chiana esprimo la mia più totale vicinanza a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, che oggi si trovano davanti a una situazione drammatica: una decisione del genere significa gettare decine di famiglie nell’incubo, con conseguenze pesantissime su stipendi, mutui, figli e futuro. Non si può giocare con il lavoro delle persone né trattare un territorio come se fosse una casella da cancellare con un clic. È inaccettabile che alcune aziende multinazionali decidano da un giorno all’altro di chiudere e tagliare posti di lavoro, con modalità inqualificabili, scaricando sui lavoratori e sulla comunità locale il prezzo di scelte industriali e finanziarie prese altrove. Qui non ci sono “numeri”: ci sono persone, competenze, professionalità e una storia produttiva che meritano rispetto. C’è inoltre un fatto gravissimo che non può essere taciuto: nel tavolo tecnico regionale, nel mese di dicembre, l’azienda – per quanto emerso in quella sede – ha rifiutato ogni ipotesi di supporto e qualsiasi percorso di aiuto che avrebbe potuto contribuire a salvaguardare occupazione e continuità produttiva. Una chiusura irresponsabile, che rende ancora più intollerabile arrivare oggi a una procedura di licenziamento collettivo. Chiediamo con forza che l’azienda ritiri o sospenda immediatamente questa procedura e si presenti a un confronto vero e trasparente con Regione Toscana, organizzazioni sindacali e istituzioni locali. Il Comune di Civitella in Val di Chiana non starà a guardare: saremo presenti in ogni sede utile, sosterremo ogni iniziativa a tutela dei lavoratori e chiederemo che vengano messe in campo tutte le azioni possibili per evitare questa ferita sociale ed economica. Qui non parliamo di “scelte aziendali”: parliamo di vite. Chi opera sul nostro territorio deve assumersi responsabilità sociali, non scaricare tutto sui lavoratori. La priorità è una sola: proteggere occupazione, famiglie e futuro”.

Il prossimo passaggio

Il prossimo appuntamento era stato fissato, ma a questo punto non si capisce bene con quali presupposti, per il 14 gennaio in Regione Toscana. Fiom Cgil e lavoratori avevano chiesto una strategia di rilancio e la partecipazione anche della holding Oerlikon.

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Intanto, a Badia al Pino, 70 famiglie trascorreranno un fine anno senza lavoro e senza stipendio.