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mercoledì | 21-05-2025

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Furti, rapine, atti di vandalismo e spaccate. Le preoccupazioni dei commercianti tra malamovida e baby gang, abusivismo e contraffazione

Confcommercio ha diffuso i dati dell’indagine annuale sulla legalità in Italia. In Toscana, come nel resto delle regioni centrali, gli imprenditori del terziario si sentono più insicuri. Furti, rapine, atti di vandalismo e spaccate i fenomeni criminali percepiti in forte aumento. E tanti corrono ai ripari da soli adottando misure di sicurezza private come allarmi antifurto e sistemi di videosorveglianza. Franco Marinoni: «Serve un impegno comune».
 
Più insicuri rispetto alla media dei colleghi italiani. Preoccupati soprattutto dal crescendo di furti, malamovida e baby gang, ma anche da abusivismo e contraffazione. Più propensi a proteggersi da soli installando allarmi e videosorveglianza, un po’ meno a denunciare eventuali episodi di usura e racket. È questa, in estrema sintesi, la fotografia degli imprenditori del terziario in Toscana – e nel resto del centro Italia – così come emerge dall’indagine annuale di Confcommercio sulla Legalità, presentata il 14 maggio a Roma in occasione della dodicesima edizione della Giornata “Legalità, ci piace”, un appuntamento volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia e le imprese.
Il focus dedicato al Centro Italia, rielaborato da Confcommercio Toscana, rivela che il 29,8% delle imprese del terziario di mercato segnala un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024, un dato che

Franco Marinoni, direttore generale di Confcommercio Toscana

Franco Marinoni, direttore generale di Confcommercio Toscana

rispecchia la media nazionale (30,0%). Furti, rapine, atti di vandalismo e spaccate sono i fenomeni criminali percepiti come in maggior aumento, con il 30,0% delle imprese del Centro Italia che segnala un incremento dei furti, un dato superiore alla media nazionale (28,0%). Nonostante la percezione di insicurezza sia diffusa, “solo” il 33,8% degli imprenditori del Centro teme di essere esposto a fenomeni criminali, una percentuale più bassa rispetto al dato nazionale (31,3%). I furti continuano a rappresentare la principale preoccupazione per gli imprenditori del centro Italia, con un 35,3%, ben al di sopra del dato nazionale (33,2%).

Particolarmente preoccupante è l’impatto di abusivismo e contraffazione, che penalizzano il 63,2% delle imprese del Centro, una quota superiore al dato nazionale (60,1%). Tra gli altri fenomeni allarmanti segnalati nelle interviste ci sono quelli delle “baby gang” e della “mala movida”. Il 28,2% delle imprese del Centro Italia dichiara di aver riscontrato episodi di criminalità legati alle baby gang, una percentuale superiore alla media nazionale (21,3%), mentre il 33,9% teme la “mala movida” per gli atti di vandalismo (50,3%) e il degrado urbano (44,1%) che comporta.
Permangono inoltre i timori legati a usura e racket: il 22,4% degli imprenditori si dichiara “molto preoccupato”, sebbene il dato sia inferiore alla media nazionale (25,8%), così come inferiore è la propensione alla denuncia (60,5% degli intervistati rispetto alla media nazionale del 63,1%). L’85,5% delle imprese ha investito in misure di sicurezza, in particolare in allarmi antifurto e sistemi di videosorveglianza. Un valore superiore al dato nazionale, pari all’82,9%.
«I dati dell’indagine confermano come la sicurezza resti una questione cruciale per le nostre imprese – dichiara Franco Marinoni, direttore generale di Confcommercio Toscana –. La legalità non è solo un valore etico, ma un presupposto fondamentale per il lavoro e lo sviluppo economico. Per questo, Confcommercio è al fianco delle imprese, promuovendo la cultura della legalità e collaborando con le istituzioni per garantire un contesto sicuro e competitivo».
Scarica qui il Rapporto sul Centro Italia.

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