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sabato | 02-08-2025

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Estate 2025, vacanze al bivio: quasi metà degli italiani rinuncia, ma c’è chi si indebita per partire

Un’Italia divisa tra chi resta a casa per risparmiare e chi è pronto a fare debiti pur di non rinunciare alle ferie. Tra inflazione, rincari e desiderio di normalità, l’estate 2025 racconta una nazione economicamente fragile ma psicologicamente affamata di evasione.

Vacanze sì, ma a quale prezzo? È il grande interrogativo che accompagna l’estate degli italiani. Secondo Assoutenti, il 49,2% dei cittadini quest’anno non andrà in vacanza, principalmente per motivi economici. Ma c’è anche chi, pur di partire, è disposto a indebitarsi. Lo rivela uno studio di Susini Group, secondo cui oltre il 38% delle famiglie italiane sta valutando o ha già contratto un debito per finanziare le ferie, generando un’esposizione complessiva che supera i 7,6 miliardi di euro, in crescita del 12% rispetto al 2024.

Un’Italia spaccata, dunque, tra chi si arrende alla crisi e chi, invece, tenta di resistere aggrappandosi a un prestito.

“Nei momenti di incertezza, la vacanza diventa una parentesi di normalità psicologicamente necessaria, anche a costo di indebitarsi. Ma attenzione: è una tendenza pericolosa se non gestita con consapevolezza”, avverte Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group.

Il paradosso del benessere a credito

Secondo i dati, ogni famiglia indebitata spenderà in media 830 euro, su un budget totale che si aggira attorno ai 2.630 euro. La spesa pro capite settimanale sale a 655 euro, con un incremento del 6,5% rispetto al 2024. La spinta a ricorrere al credito è alimentata da una inflazione turistica che viaggia oltre il 7%, superiore a quella generale (5,3%).

I principali aumenti:

  • Strutture ricettive: +19%

  • Trasporti (carburanti, voli, traghetti): +14%

  • Servizi balneari: +9%

  • Pacchetti vacanza: +11%

“A fronte di una situazione internazionale instabile – tra guerre, dazi e rincari energetici – il comparto turistico italiano vive una fase di tensione economica senza precedenti”, sottolinea Susini. “Il rischio? Che sempre più famiglie della fascia media entrino in un circolo vizioso di sovraindebitamento, solo per concedersi qualche giorno di evasione.”

Assoutenti: “Il 49% degli italiani costretto a rinunciare”

Dall’altro lato della medaglia, i dati diffusi da Assoutenti, sulla base di un’indagine Federalberghi, fotografano un’Italia in difficoltà: quasi un italiano su due ha deciso di non partire quest’estate, in aumento rispetto al 44,8% del 2024 e al 41,1% del 2023.

“La nostra allerta si è purtroppo concretizzata – commenta Assoutenti –. Il 54,8% di chi resta a casa lo fa per motivi economici, schiacciato da un aumento dei prezzi che riguarda tutto il settore turistico.”

E in effetti i numeri parlano chiaro: il giro d’affari del turismo estivo passa da 33,8 miliardi nel 2023 a 41,3 miliardi nel 2025, con un incremento del 22%, a fronte di soli 1,4 milioni di vacanzieri in più in due anni. C’è quindi più spesa, ma meno accessibilità.

“La stangata su prezzi e tariffe sta cambiando le abitudini: le famiglie abbandonano le classiche vacanze ad agosto, preferendo brevi fughe in mesi meno costosi come giugno o settembre”, conclude Assoutenti.

Un’estate in chiaroscuro

L’estate 2025 consegna dunque un quadro complesso: da un lato, la voglia di vivere dopo anni difficili; dall’altro, la fragilità economica che divide il Paese tra chi può permettersi una vacanza – anche a debito – e chi è costretto a rinunciare del tutto. Un paradosso che riflette una dinamica ormai consolidata: la felicità a credito può diventare una trappola, soprattutto in un contesto dove il costo del denaro è in aumento e l’accesso al credito più difficile.

Scegliere come, dove e quanto spendere per le ferie non è più solo una decisione legata al benessere personale, ma un tassello cruciale nella costruzione della stabilità economica delle famiglie italiane.