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domenica | 22-06-2025

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Aree interne, il futuro passa dai negozi di comunità

A Marradi il confronto tra Regioni, cooperative e Terzo Settore. Confcooperative Toscana ed Emilia-Romagna: “Investire nei presìdi cooperativi per garantire servizi essenziali e contrastare lo spopolamento”.

Marradi, 20 giugno 2025 – Le aree interne italiane chiedono attenzione, investimenti e visione. A Marradi, nel cuore dell’Appennino, si è tenuto oggi un incontro di grande rilevanza per il futuro dei territori marginali, promosso da Confcooperative Toscana e Confcooperative Emilia-Romagna, alla presenza dei presidenti regionali Eugenio Giani e Michele de Pascale, della vicepresidente toscana Stefania Saccardi, e di numerosi rappresentanti istituzionali, accademici, del mondo cooperativo e del Terzo Settore.

Al centro del dibattito, il ruolo dei negozi di comunità come Servizi di Interesse Economico Generale (Sieg): veri e propri presìdi sociali nei borghi e nelle zone più fragili del Paese. “Non sono semplici esercizi commerciali – hanno sottolineato i presidenti Alberto Grilli (Confcooperative Toscana) e Francesco Milza (Confcooperative Emilia-Romagna) – ma infrastrutture che garantiscono prossimità, lavoro e coesione sociale. È tempo di riconoscerne il valore pubblico attraverso strumenti normativi condivisi e risorse dedicate”.

Fare squadra tra Regioni per salvare l’Appennino

Il presidente toscano Eugenio Giani ha accolto con favore la proposta di Confcooperative: “Dobbiamo fare squadra: istituzioni, cooperative e cittadini per strutturare politiche coordinate. L’Appennino non è solo patrimonio culturale e paesaggistico: può diventare laboratorio di innovazione sociale. I negozi e le cooperative di comunità meritano di essere riconosciuti come Sieg, perché garantiscono diritti fondamentali dove il mercato si ritira”.

Dello stesso avviso il collega Michele de Pascale, presidente dell’Emilia-Romagna: “Garantire servizi, diritti e qualità della vita nelle aree interne è un dovere. I negozi di comunità sono presìdi essenziali per lo sviluppo locale. Lavoreremo a un modello normato e condiviso per sostenerli, anche all’interno del Patto per il Lavoro e per il Clima”.

La cooperazione come risposta alle sfide delle aree marginali

Nel panel “I servizi per la comunità”, Roberto Savini, presidente nazionale di Confcooperative Consumo e Utenza, ha posto l’accento sulla desertificazione dei servizi e sulle opportunità offerte dall’Unione Europea attraverso i Sieg. “Il 60% del territorio nazionale sta perdendo abitanti e servizi. Dobbiamo trasformare i negozi di prossimità in hub multifunzionali. Serve una regia istituzionale capace di valorizzare queste esperienze come strumenti di welfare territoriale”.

Anche Gianfranco Donato, vicepresidente della Federazione Toscana delle Banche di Credito Cooperativo, ha evidenziato il problema della desertificazione bancaria, mentre Pier Angelo Mori, docente dell’Università di Firenze, ha approfondito i temi della sostenibilità e dei beni comuni.

Esperienze concrete: dal Trentino alla Toscana

La seconda parte dell’incontro ha dato voce a chi opera ogni giorno sui territori. Emiliano Babboni (cooperativa Sviluppo e Futuro Levigliani) e Luigi Naldoni (Montana Valle del Lamone) hanno raccontato esperienze virtuose di resilienza e innovazione. Dalla Federazione Trentina della Cooperazione, Alessandro Ceschi e Samuel Cornella hanno illustrato il modello già operativo di riconoscimento dei negozi di comunità come Sieg, dimostrando come le buone pratiche possano essere replicate.

Il ruolo del Terzo Settore: “Costruire reti, valorizzare il capitale sociale”

Significativa la presenza del mondo associativo, con l’intervento di Elena Pampana, presidente di Acli Toscana: “Il Terzo Settore è spesso il primo presidio nelle aree interne. Dove lo Stato fatica ad arrivare, le associazioni costruiscono relazioni, offrono servizi e danno voce ai più fragili. Abbiamo il dovere di costruire ponti tra comunità e istituzioni, mantenendo uno sguardo critico e propositivo”.

La vicepresidente toscana Stefania Saccardi ha concluso sottolineando l’importanza della cooperazione di comunità: “Sono modelli resilienti, capaci di contrastare lo spopolamento e generare nuove economie. Le aree interne sono un patrimonio di tutti, e la Toscana continuerà a investire su questi presìdi come leve fondamentali per uno sviluppo equo e sostenibile”.

Un nuovo patto territoriale tra comunità, istituzioni e cooperazione: questo il messaggio forte emerso dall’incontro di Marradi. Perché il futuro delle aree interne non è un tema di nicchia, ma una questione nazionale che chiama alla responsabilità collettiva. E la cooperazione può e vuole essere protagonista di questa sfida.

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