Eventi e Cultura
Tito Barbini si racconta tra passioni, viaggi e disincanto politico
Al Foiano Book Festival sabato 15 novembre ore 16, Sala Carbonaia, “La mia età grande: amore, isole e libertà”. Tito Barbini si racconta tra passioni, viaggi e disincanto politico: “Dopo la politica ho scelto la scrittura, ma non ho smesso di interrogarmi sul mondo.”
Tito Barbini, già sindaco di Cortona e figura storica della sinistra toscana, viaggiatore e scrittore, torna con L’amore nell’età grande (Arkadia). Un romanzo intenso, autobiografico e universale, dove la memoria si intreccia all’amore e alla ricerca di senso. A ottant’anni, Barbini continua a interrogarsi sul tempo, sulla libertà e sull’amore come ultima forma di resistenza e lo farà sabato 15 novembre alle ore 16 in sala Carbonaia nell’ambito della VII edizione del Foiano Book Festival.
Nel romanzo L’amore nell’età grande racconti l’incontro, amoroso e intellettuale, tra un uomo di settant’anni e una donna di quarant’anni. Quali corde intime della tua vita hanno ispirato questa storia? E quanto hanno influito la tua esperienza politica, i viaggi e la scelta di ritirarti dalla vita pubblica?
È la storia di due adulti che si incontrano, nonostante i trent’anni di differenza. Ho scelto la forma del romanzo autobiografico, dove realtà e immaginazione si intrecciano. Dopo tanti libri di viaggio, sentivo il bisogno di scrivere d’amore. Mi sono chiesto cosa accadrebbe se provassi a raccontare qualcosa che mi è successo, cercando di trarne una lezione per il tempo che resta da vivere. Tutti i libri, in fondo, contengono il loro autore.
Dopo una lunga carriera politica – sindaco, presidente di provincia, assessore regionale – hai scelto la scrittura e i viaggi. Nel libro un uomo si rifugia in un’isola greca per ripensare la propria vita. Quanto l’abbandono della politica può aprire nuovi spazi per “vivere e amare”? E che messaggio daresti ai giovani di oggi?
Ho scritto questa storia in un’età in cui si è tentati di voltarsi indietro, cercando una verità che forse non esiste. Un amore può diventare esercizio dell’immaginazione, così come un romanzo autobiografico lo è. La mia isola è un rifugio, sì, ma non una fuga. Prima o poi si deve uscire dalla tana: per vivere, incontrare, scoprire. Ho scelto quell’isola per scrivere, non per isolarmi. Ai giovani dico: la politica è una cosa bella, ma va vissuta in piena libertà.
Nel romanzo scrivi: «Amare Matilde era un modo per invertire il tempo». In un’epoca in cui le generazioni sembrano divise, come vedi oggi il rapporto tra giovani e adulti, e quanto l’amore può fare da ponte?
Ogni storia, quando viene raccontata, diventa di tutti. Non è un libro sulla differenza d’età, ma sull’amore. E l’amore, in ogni sua forma, è sempre un ponte tra generazioni, un modo per unire mondi e tempi diversi.
Hai attraversato tutta la parabola della sinistra italiana, dal PCI al PD. In un contesto politico frammentato e populista, che ruolo può avere la “narrazione” per ricostruire fiducia e senso civico?
La narrazione della memoria è fondamentale. La memoria è ciò che siamo. A questo tema ho dedicato anche un mio libro di qualche anno fa, Quell’idea che ci era sembrata così bella.
Nel romanzo il viaggio è una dimensione costante. In un mondo segnato da crisi e disuguaglianze, che valore conserva oggi il “viaggio”?
A ottant’anni non bisogna rinunciare all’idea di domani. Il passato è un patrimonio immenso — e con Neruda posso dire “Confesso che ho vissuto” — ma il futuro, anche se breve, resta la più grande forma di libertà. Mi manca la mia isola, mi manca il sole del mattino. Ma bisogna saper andare, e soprattutto saper uscire da se stessi.
Cosa c’è oggi, novembre 2025, sul tuo comodino?
Un nuovo libro. Un ritorno a Buenos Aires, per un viaggio immaginario insieme a Borges.
Non posso evitare una domanda politica. Come vedi oggi il quadro italiano? E in cosa sbaglia la sinistra?
In Europa la sinistra è diventata subalterna. Annaspa nel neoliberismo, ha paura di far pagare i ricchi, accetta il riarmo. Le sue classi dirigenti, anche a livello locale, rischiano di essere travolte. È un disastro. E così, spesso, si finisce per giocare solo per il “meno peggio”.
Cortona, Arezzo, Foiano e la Valdichiana questa terra è dentro di te e la porti ovunque. questi luoghi ti hanno dato tanto in passato e oggi cosa rappresentano per te?
Mi piace parlare di una “scrittura di esperienza”: non è autobiografia, ma nasce dalla vita vissuta in questa terra. Le mie radici sono qui — a Cortona, in Valdichiana — dove ho camminato tra vicoli, piazze e persone reali, con le loro storie vere e immaginate. È una storia d’amore con questo territorio, sospesa tra il passato che svanisce e un futuro incerto. Una storia di partenze e ritorni. Come la mia, con Cortona.
Tito Barbini. L’amore nell’età grande – Arkadia Editore
Dopo una lunga serie di libri dedicati alla scoperta di terre lontane e personaggi particolari, Tito Barbini affronta il suo viaggio più difficile, quello interiore, nel piacere e nella sofferenza di una relazione d’amore tra un
uomo e una donna di età molto diverse. La storia d’amore tra Paolo e Matilde, al di sopra del tempo e dello spazio, si fa paradigma di tutte quelle relazioni in cui la differenza anagrafica potrebbe apparire, a prima vista, un problema incolmabile. Nelle pagine di questo romanzo, in cui ogni capitolo diventa la cartina di tornasole di un rapporto bellissimo e al contempo difficilissimo, si coglie la necessità di raccontarsi, ma anche di dare un senso al trascorrere del tempo, al rispetto reciproco, al tentativo di costruire un futuro condiviso. E, ogni ricordo, aneddoto, storia diventa momento di riflessione. Un intreccio delicato, profondo, ricco di contraddizioni, cadute e risalite. E c’è la giovinezza, incarnata da Matilde, capace di dare nuovo slancio a una vita immaginata sul viale del tramonto. Con una scrittura incisiva, forte, Barbini regala ai suoi lettori una storia dei nostri tempi, fatta di speranza e di crescita.
Tito Barbini
Ex sindaco di Cortona e per molti anni nel governo della Regione Toscana, oramai da più di venti anni è a tempo pieno un acclamato scrittore di viaggi. I suoi libri, accolti sempre con favore dal pubblico, coniugano storie di luoghi e persone che si intrecciano indissolubilmente. Ha pubblicato Le nuvole non chiedono permesso (2006), Antartide (2008), Caduti dal muro (2009, con Paolo Ciampi), racconto epistolare a metà tra il reportage e la memorialistica, I giorni del riso e della pioggia (2010), sull’itinerario fluviale compiuto in Asia risalendo il Mekong, Il cacciatore di ombre. In viaggio con Don Patagonia (2011), Le rughe di Cortona (2013), Parole in viaggio (2014), L’amico francese (2021), sulla sua amicizia con F. Mitterrand, L’isola dalle ali di farfalla (2020), Il treno non si fermò a Kiev (2022). Per Arkadia Editore ha pubblicato Il fabbricante di giocattoli (2021), Storie di amori e migrazioni sull’isola dalle ali di farfalla (2024) e L’amore nell’età grande (2025).





