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sabato | 07-06-2025

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Tani, il giorno del ricordo del massacro in carcere

Sante Tani, Don Giuseppe Tani e Aroldo Rossi, catturati il precedente 30 maggio e sottoposti a inaudite violenze nella sede dell’Ufficio Politico Investigativo di Arezzo, dopo un fallito tentativo per farli evadere dal Carcere, vengono riportati in cella e massacrati con decine e decine di proiettili sparati dai comandanti della GNR e da alcuni loro sottoposti. 
Santino Gallorini ci ricorda che “don Giuseppe Tani, parroco di Casenovole, nel 1944 ospitava nella canonica ex prigionieri, militari italiani sbandati e partigiani. Ospitò più volte anche suo fratello Sante, Presidente del Comitato Provinciale Concentrazione Antifascista di Arezzo e capo della banda partigiana “Tani-Zuddas”.
Il 30 maggio 1944 fu catturato assieme a Sante e ad Aroldo Rossi (fedele collaboratore) da repubblichini travestiti da partigiani. Portato nel carcere di Arezzo e sottoposto a percosse e sevizie, fu massacrato assieme ai suoi due compagni di prigionia in una cella del carcere la sera del 15 giugno 1944. Tani don Giuseppe di Angelo e di fu Meacci Elisa, era nato ad Ottavo (Arezzo) il 21 marzo 1914. Oggi, 15 giugno, alle ore 11,00 a Casenovole, la Unità Pastorale di Anghiari ricorderà don Giuseppe con una cerimonia“.

E una delegazione delle liste civiche di Scelgo Arezzo e Con Arezzo, guidata dal capogruppo consiliare Marco Donati, rende omaggio alla tomba di Sante Tani, di cui ricorre, questo giovedì 15 giugno, l’anniversario della morte. Sante Tani, avvocato e presidente della locale sezione del Comitato di liberazione nazionale, insieme al fratello Giuseppe, parroco di Casalenovole, e ad Aroldo Rossi, commerciante, furono infatti trucidati all’interno del carcere di Arezzo nel 1944, in quel giorno che precedette di un mese la liberazione della città.

“Quegli accadimenti – ha ricordato Donati – oltre ad aver sempre sollecitato in me interesse storico-culturale, fino al recente approfondimento contenuto nel volume ‘Una lira per tre vite’ a firma di Santino Gallorini ed Enzo Gradassi, mi coinvolgono umanamente e politicamente, perché credo che gli esempi di impegno quotidiano che vengono dal passato debbano aiutarci ad allontanare l’indifferenza e consolidare l’amore per il nostro patrimonio di democrazia e libertà”.

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