Eventi e Cultura
Quando la storia profuma di grano (e di processi): il nuovo libro del prof. Alpini

Ricostruire l’identità di una comunità non è un passatempo da salotto, ma la missione che si è dato il professor Giuseppe Alpini, instancabile esploratore di memorie locali. Con il suo ultimo libro, dal titolo già gustoso: “Venne fatto estrarre da carcere segreta” (Effigi Edizioni), il professore apre cassetti polverosi, sfoglia verbali dimenticati e scova, tra le pieghe della burocrazia granducale, non la solita “grande storia” dei manuali, ma quella minuta e concreta che appartiene a Castiglion Fiorentino.
Il viaggio copre un secolo abbondante: dal 1737, anno della morte di Gian Gastone de’ Medici (più noto per le leggende piccanti che per le sue riforme), fino al 1859, quando la Toscana si prepara a tuffarsi nell’Italia unita. Sullo sfondo, il dominio degli Asburgo-Lorena, con riforme tanto solenni sulla carta: giustizia, conventi chiusi, terre ridistribuite, mezzadria regolamentata, quanto difficili da tradurre nella realtà delle campagne, dove la parola d’ordine restava sempre la stessa: fame.
Ecco allora il cambio di prospettiva: Alpini non guarda ai palazzi del potere, ma alle vite minime, fatte di stenti e piccoli espedienti. Niente briganti da romanzo né banditi da leggenda: quelli erano affari del Regno delle Due Sicilie o dello Stato Pontificio. Qui troviamo invece contadini disperati, che di eroico avevano ben poco: assaltavano depositi di grano, rubavano raccolti e animali, e in un solo, epico episodio provarono perfino a rapinare una diligenza. Ma più che un episodio da Far West sembra una tragicommedia di paese.
Il titolo del libro parla chiaro: “Venne fatto estrarre da carcere segreta…”. Una formula burocratica che rivela molto più di quanto sembri. Perché la giustizia del tempo, puntigliosa sulla carta, era spesso una lotteria sbilanciata: i nobili se la cavavano, i popolani si beccavano la pena, e le donne, manco a dirlo, venivano trattate con sospetto, quando non con aperta ostilità.
Ma il vero svago arriva con i cognomi e soprannomi che sbucano dai verbali del tribunale. Chi ha orecchio allenato, può riconoscerne più d’uno ancora oggi in giro per Castiglion Fiorentino. Ed è qui che la storia diventa gioco: chissà se tra le righe non salti fuori un trisavolo non proprio irreprensibile, magari quello che preferiva razziare campi altrui piuttosto o che, con un po’ troppa disinvoltura, puntava lo schioppo contro un vetturino di passaggio.
Alpini lo dice chiaramente: questo non è un libro di storia nel senso accademico. È piuttosto un racconto corale, un mosaico di episodi, un affresco di vita quotidiana che restituisce il volto vero di una comunità. Un volto serio e buffo allo stesso tempo, fatto di miseria, astuzia, coraggio e debolezze.
Insomma, più che spiegare la Storia con la “S” maiuscola, questo libro ci ricorda che l’identità nasce dalle piccole storie. Quelle che i manuali ignorano, ma che, grazie alla pazienza certosina (e un pizzico di ironia) del professor Alpini, tornano oggi a raccontarci chi siamo.