Eventi e Cultura
Premio Pieve Saverio Tutino, gli otto diari finalisti. Il “Città del diario” ad Antonio Scurati

Premio Pieve Saverio Tutino: 1945-2025 Il ritorno della memoria. Domenica 21 settembre è la giornata dei Premi speciali, del Premio Città del diario, degli otto diari finalisti al Premio Pieve 2025.
Alle 9:30 la Commissione di lettura coordinata dalla direttrice Natalia Cangi incontra in un appuntamento con Silvia Ronchey i diaristi della lista d’onore, autori di testi degni di nota ma non entrati in finale:
Rebecca Brisotto scelta da Antonella Brandizzi e Maria Zucca, Adriano Cascianini scelto da Valeria Landucci, Gabriella Cioni scelta da Natalia Cangi e Patrizia Dindelli, Laura Dalvit scelta da Rosanna Innocenti e Giada Poggini, Vittoria D’Aprile scelta da Ivana Del Siena e Luisa Oelker, Maurizio Dell’Agnello scelto da Antonio Magiotti, Renata Maryan scelta da Giulia Mori, Giovanni Zanette scelto da Carlo Fabbri.
Nel corso della mattinata saranno inoltre consegnati i Premi speciali:
Premio Giuseppe Bartolomei attribuito alla memoria La storia dei miei cinque anni di guerra di Sante Mucchietto, quasi 250 pagine scritte a mano in cui l’autore ripercorre l’infinita catena di avvenimenti che hanno segnato gli anni cruciali della sua vita.
Premio per il miglior manoscritto originale attribuito all’epistolario L’erto sentiero (1914-15) di Gastone Aliberti e Costanza Filocamo, un carteggio impetuoso tra due ragazzi alla vigilia del primo conflitto mondiale.
Brani dei testi saranno letti e interpretati da Donatella Allegro e Andrea Biagiotti, attori e amici dell’Archivio, ai quali sono come sempre affidate tutte le letture dai libri presentati al Premio, accompagnati dagli interventi musicali della Pieve Jazz Big Band.
Alle 16:00 è il momento del Premio Città del diario, quest’anno attribuito ad Antonio Scurati «per il suo sforzo intellettuale e per le vette narrative che ha toccato attraverso il romanzo storico, biografico, e la pentalogia di M». Consegnerà il Premio il direttore scientifico dell’Archivio, Camillo Brezzi, in dialogo con lo scrittore durante la manifestazione conclusiva del Premio Pieve 2025 Otto racconti autobiografici, condotta da Guido Barbieri e Monica D’Onofrio affiancati da Paola Roscioli e Mario Perrotta per le letture. La cerimonia sarà trasmessa in differita il 23 settembre da Rai Radio3.
Gli otto finalisti in concorso Vittorio Binotto – Bernardina Casarin Questo tempo della mia felicità desiderata epistolario1937-1943 | Eduardo Renato Caianiello- Carla Persico Dovunque la fisica fosse Fisica epistolario 1948-1953 | Chiara Castellani Sono nuovamente me stessa epistolario 1991-2014 | Francesca Ingoglia Partanna New York memoria 1937-1972| Arnaldo Manni Bisogna andare a Rodi diario 1943-1945 | Debora Pietrarelli La nebbia memoria 1987-2021 | Ricciardo Vaghetti Io credevo di far resistenza diario-memoria 1917-1918 | Tito Zampa Fuga da Kos memoria 1940-1946
Fitte corrispondenze, memorie, diari, ci tramandano i ricordi degli autori -tra il 1917 e il 2021- assieme ai loro progetti per il futuro, richieste di aiuto, lettere d’amore: da Veneto, Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Lazio, Toscana, Marche, raggiungono gli Stati Uniti, l’Africa, l’Europa orientale: in ordine di tempo, Ricciardo Vaghetti è l’autore del primo dei testi in concorso, una memoria da un fronte della Grande guerra, preludio al secondo conflitto. Il dolore per la lontananza e l’incertezza del futuro dei primi anni Quaranta affiorano ugualmente nell’epistolario di Bernardina Casarin e Vittorio Binotto, alpino della Divisione Julia; nel diario del tenente del Genio Arnaldo Manni dal fronte della colonia italiana di Rodi; nella memoria del soldato Tito Zampa in fuga dall’isola di Kos, nel Mar Egeo, dopo l’armistizio. Negli anni della ricostruzione, assieme al desiderio di affermazione professionale e di perfezionamento accademico nei centri di eccellenza americani, si respira ancora la paura di nuovi conflitti nella corrispondenza affettuosamente pugnace dello scienziato, allora dottorando, Eduardo Renato Caianiello con sua moglieCarla Persico, tra Napoli e Stati Uniti; e l’ambizione a una vita più agiata, ancora negli Stati Uniti del dopoguerra, nella lunga memoria di Francesca Ingoglia. Parte dallo Zaire degli anni ’90 il fiume di lettere di Chiara Castellani, medico e missionaria laica, con i suoi amici, colleghi, familiari; e tra Roma e Venezia, a cavallo del Duemila, Debora Pietrarelli cerca di ricomporre in una memoria intensa le diverse fasi della sua vita e delle sue relazioni familiari.