Eventi e Cultura
Pratovecchio, la presentazione del libro di Filippo Boni “Mi chiamo Oleg, sono sopravvissuto ad Auschwitz”

Domenica 19 ottobre, ore 18.00 all’ex Lanificio Berti, LA.B Neuroni in Movimento (via Uffenheim 5, Pratovecchio – ingresso gratuito).
Nell’ex Lanificio Berti, oggi rinato come La.B – Neuroni in Movimento, prende forma un nuovo spazio di cultura e socialità grazie all’impegno dei giovani del territorio e dell’associazione Pratoveteri APS.
Domenica 19 ottobre alle ore 18.00, La.B ospiterà la presentazione del libro di Filippo Boni “Mi chiamo Oleg, sono sopravvissuto ad Auschwitz” (Newton Compton Editori), scritto insieme a Oleg Mandić, l’ultimo bambino uscito vivo dal campo di sterminio di Auschwitz.
L’incontro, condotto dalla giornalista Cecilia Primerano, vicedirettore RAI, sarà un intenso viaggio nella memoria, un invito a riflettere sul valore della testimonianza come strumento di pace, in un tempo in cui la guerra e l’odio tornano a scuotere le coscienze.
“Ho scritto questo libro per tutte le vittime di tutti i genocidi e di tutte le guerre della storia – racconta Filippo Boni –. Nessuna esclusa. Quelle di ieri e quelle di oggi. Soprattutto per i bambini. È il più grande inno all’amore e alla pace che potessi mai scrivere.”
Nel volume, Boni ripercorre la storia vera di Oleg Mandić, arrestato nel 1944 a soli undici anni insieme alla madre e alla nonna, e deportato ad Auschwitz perché figlio di partigiani. Sopravvissuto per caso agli esperimenti del dottor Mengele, Oleg affrontò fame, lavoro forzato e solitudine, trovando conforto solo nell’amicizia con un coetaneo, Tolja. Il 2 marzo 1945, liberato dall’Armata Rossa, fu proprio lui a chiudere per sempre i cancelli del campo di sterminio.
“Io sono stato liberato – racconta Oleg – ma la mia libertà nascondeva una pena senza fine. Da Auschwitz, in verità, non è mai uscito nessuno.”
Oggi la sua voce si lega ai drammi contemporanei, come la guerra in Ucraina, per ricordare che la memoria non è un esercizio del passato, ma una responsabilità del presente.
“Mi inquieta che la storia sia servita a poco – aggiunge –. Le guerre e i genocidi continuano. Ma ognuno può fare la propria parte: la mia è una battaglia contro l’odio e l’indifferenza.”
Dopo decenni di silenzio, Mandić ha scelto di raccontare la propria esperienza, trasformandola in una lezione universale sulla dignità umana e sulla necessità di non dimenticare.
Con questo incontro si conclude la prima stagione di eventi al La.B, lo spazio rigenerato dell’ex Lanificio Berti, che i giovani del territorio stanno trasformando in un laboratorio di relazioni, cultura e creatività. Il progetto nasce grazie all’impegno di Pratoveteri APS nell’ambito di “Lab Giovani: Spazio, Creatività e Comunità”, realizzato con il bando “Siete Presente. Giovani e associazionismo – Ed. 2025” promosso dal Cesvot e finanziato da Regione Toscana – Giovanisì, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, con il contributo della Fondazione CR Firenze.
Gli autori
Filippo Boni (1980), giornalista e scrittore, laureato in Scienze Politiche all’Università di Firenze con una tesi sui massacri nazisti in Toscana, è autore di saggi e romanzi storici come Gli eroi di via Fani, L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia e Muoio per te. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Fiorino d’Oro e il Pegaso d’Argento della Regione Toscana.
Oleg Mandić (1933), istriano, arrestato a 11 anni e deportato ad Auschwitz come prigioniero politico, è stato l’ultimo bambino a uscire vivo dal lager. Avvocato e giornalista, da vent’anni dedica la sua vita alla testimonianza e alla salvaguardia della memoria, ricevendo numerose onorificenze in Italia, Croazia e Polonia.
Info: labspazioculturale.it