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mercoledì | 18-06-2025

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Polifonia e tecnologia, i massimi esperti musicali si confrontano ad Arezzo

Musica e nuove tecnologie: due mondi in costante e proficuo dialogo, ma non senza qualche insidia. Ad esempio, la digitalizzazione è un vantaggio o un pericolo per l’affidabilità filologica delle edizioni musicali? Quanto può essere fedele all’originale una partitura reperita su internet? Mentre si moltiplicano progetti capaci di rivoluzionare il panorama delle edizioni musicali, cresce il sospetto dei filologi tradizionali ma anche la distanza con il mondo dei musicisti. Il confronto diventa necessario.

Si parlerà di questo e di molto altro nel convegno internazionale che la Fondazione Guido d’Arezzo e il Centro Studi Guidoniani hanno organizzato per il 12 e 13 dicembre e che vedrà la partecipazione di grandi esperti di musica polifonica. Articolato in due sessioni pomeridiane (entrambe con inizio alle ore 15), l’evento riunisce alcuni tra i più importanti musicologi, curatori di edizioni critiche, ricercatori impegnati in progetti di edizioni musicali digitali, direttori di coro e di ensemble, interpreti. A dare il via al ricco calendario di interventi sarà il presidente della Fondazione Guido d’Arezzo e sindaco della città Alessandro Ghinelli, che sabato 12 dicembre saluterà i convegnisti. Si susseguiranno una serie di relatori che presenteranno esperienze e progetti diversi legati alla digitalizzazione, a proposte di edizioni musicali e questioni di prassi esecutiva. I lavori si chiuderanno nel pomeriggio di domenica 13 dicembre con una tavola rotonda.

In apertura ci sarà spazio per far conoscere due progetti innovativi della Fondazione Guido d’Arezzo. Nel corso della sua relazione introduttiva dedicata all’eredità culturale del monaco inventore delle note musicali, infatti, Cecilia Luzzi presenterà sia il Centro Studi Guidoniani, che riprende la sua attività proprio sull’innovazione digitale, sia il nuovo corso della quasi ventennale rivista “Polifonie che, condiretta dalla stessa Luzzi con Claudio Santori e supportata da un rinnovato comitato scientifico internazionale, avrà anche una sua versione online. In particolare sarà illustrato il sito dedicato a “Polifonie” – consultabile in italiano e inglese -, realizzato in formato open access ovvero leggibile e scaricabile gratuitamente, che si propone di dare eco ai temi legati al mondo della coralità e alle iniziative del Polifonico.

La sfida che la Fondazione Guido d’Arezzo lancia con questa due giorni è quella di far dialogare ricercatori impegnati nell’innovazione della musica attraverso il linguaggio digitale con filologi che provengono dall’Università di Cremona-Pavia e si occupano della ricostruzione di testi musicali del passato e, ancora, con musicisti come Lorenzo Donati e Walter Marzilli (rispettivamente direttore e docente della Scuola per Direttori di coro) o Paolo Da Col, direttore dell’Ensemble Odecathon, che di quei testi mirano a riproporre le sonorità secondo criteri di autenticità.

Protagonisti della sessione sulle digital humanities, cioè sull’informatica umanistica applicata alla cultura e alle arti, sono professori e ricercatori di università statunitensi dal Maryland, Massachussets, Michigan, Pennsylvania coinvolti in progetti di partiture digitali “dinamiche” o “collaborative”, basate sulle tecnologie più innovative del web, che offrono nuove opportunità al lavoro di filologi e interpreti consentendo all’utente, al direttore di coro, al cantante, allo strumentista di scegliere fra soluzioni alternative, varianti presenti nelle diverse fonti, ripensamenti degli autori, errori ed eventuali emendamenti, interventi di musica ficta o ricostruzioni di parti mancanti.

Progetti che cercano di migliorare la proposta già innovativa di piattaforme digitali come Imslp – International Music Score Library Project e Choral Public Domain Library (Cpdl), che hanno inciso profondamente sulla circolazione delle edizioni musicali negli ultimi 20 anni, rendendo disponibile gratuitamente in rete per musicisti, musicologi e appassionati una quantità enorme di trascrizioni e partiture libere da copyright, purtroppo non sempre di qualità dal punto di vista filologico.

Un appuntamento che esplora questioni che possono sembrare certosine ai non addetti ai lavori, ma che sono essenziali per offrire al pubblico buona musica. Insomma, per chi segue questo universo per professione o per passione il dibattito è aperto e da Arezzo, città di Guido Monaco, non può che levarsi una riflessione proficua e attualissima. Chi volesse seguire il convegno può farlo collegandosi al sito https://www.fondazioneguidodarezzo.com oppure www.polifonico.org. Grazie a un servizio di traduzione simultanea sarà possibile ascoltare gli interventi in italiano o in inglese. Per informazioni: [email protected].

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