Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

giovedì | 04-09-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Eventi e Cultura

Monte: Lectio Magistralis di Daniele Iacomoni sul XXVI Canto dell’Inferno

La suggestiva cornice di Piazza San Francesco di Monte San Savino accoglierà venerdì 5 settembre, alle ore 21.30, gli amanti della letteratura ad una Lectio Magistralis di Daniele Iacomoni sul XXVI Canto dell’Inferno: “L’Ulisse dantesco: dignità dell’uomo e sete di conoscenza”. Un viaggio tra le terzine immortali della Divina Commedia, guidato da una voce esperta capace di intrecciare la forza del mito con le domande più profonde dell’uomo contemporaneo: il desiderio di conoscenza, il coraggio di oltrepassare i limiti, la dignità della ricerca interiore. Ulisse è il personaggio leggendario che Dante incontra nel XXVI Canto dell’Inferno. Parla della sua Itaca, dell’amore per Penelope, per il suo vecchio padre e per il figlio Telemaco. Ma soprattutto racconta del desiderio di ripartire dalla sua terra natale per affrontare il mare e tentare nuove esperienze in territori mai attraversati. “Vincer potero dentro a me l’ardore ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto, e de li vizi umani e del valore. (Inf., XXVI, 97-99)”. Dante lo ammira per la sua tenacia e il suo ardore ascoltando l’esortazione rivolta ai marinai timorosi di fronte al pericolo: «Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguire virtute e canoscenza». (Inf., XXVI, 118-120). Ulisse rappresenta il simbolo dell’amore per la conoscenza, l’eroe che per il desiderio di sapere non ha esitato a spingersi oltre i limiti che nessun uomo aveva mai tentato di superare. Il suo viaggio terminerà tragicamente perché lui e i suoi compagni moriranno in fondo al mare a causa della tempesta. Dante scrive di un “folle volo” perché Ulisse, superando lo Stretto di Gibilterra, ha varcato il limite posto da Dio alle conoscenze umane ed è stato giustamente punito. Resta la memoria di un’impresa mai tentata prima in nome della volontà di scoperta, con l’animo pieno di audacia.