Eventi e Cultura
Mauro Di Francesco, gli applausi del Rosini. Lucignano celebra l’attore durante la serata finale di Uff, Underground Film Festival
Applausi e commozione ieri sera al Teatro Rosini per il tributo a Mauro Di Francesco, che avrebbe dovuto partecipare alla serata finale della prima edizione di UFF, Underground Film Festival. In sala le immagini dei suoi film cult con Abatantuono e Calà hanno emozionato il pubblico. Cresti, Bucciantini e Grazzi: “Un esperimento riuscito, una promessa per il futuro”.
Si è chiusa ieri sera, al Teatro Rosini di Lucignano, la prima edizione di UFF – Underground Film Festival, l’evento dedicato al cinema indipendente, sperimentale e di ricerca ideato dai registi Simone Grazzi e Jacopo Bucciantini, con il patrocinio del Comune di Lucignano. Una tre giorni intensa, tra proiezioni, incontri e videoarte, che ha saputo coinvolgere autori e autrici provenienti anche dall’estero — tra cui filmmaker giunti da Venezuela e Svezia — confermando la vocazione internazionale del progetto.
Un inizio nel segno dell’emozione
La serata conclusiva si è aperta con un momento di forte commozione: il tributo all’attore Mauro Di Francesco, scomparso proprio ieri all’ospedale San Donato di Arezzo. L’artista, ormai parte integrante della comunità di Lucignano, dove viveva da anni con la moglie Antonella Palma di Fratianni, era atteso come ospite d’onore del festival: «Avrebbe dovuto essere qui con noi – ha detto la conduttrice Sara Nocciolini che ha porto le condoglianze della Sindaca Roberta Casini a nome di tutta la comunità – avevamo organizzato tutto per la sua presenza, poi la sua situazione di salute è precipitata». La platea si è alzata in un lungo applauso, mentre sullo schermo scorrevano alcune delle scene più celebri dei film che lo videro protagonista insieme a Diego Abatantuono e Jerry Calà, un omaggio sincero a un volto molto amato del cinema italiano.
Premi, incontri e pubblico partecipe
Dopo il momento commemorativo, la serata è proseguita con le premiazioni dei cortometraggi in concorso, selezionati da sei diverse giurie di qualità. Generi diversi — dall’horror al surreale, dalla fantascienza alla videoart — hanno trovato spazio in una rassegna che ha saputo accogliere le forme più libere e viscerali della settima arte.
UFF ha dimostrato che il cinema indipendente può ancora emozionare, sorprendere e creare comunità.
Le parole degli organizzatori
Per i direttori artistici e organizzatori Jacopo Bucciantini e Simone Grazzi, il bilancio di questa “edizione zero” è più che positivo.
«È stata una scommessa – ha dichiarato Bucciantini – nata dal desiderio di restituire al cinema la sua libertà più autentica. Non ci interessava riempire la sala per calcolo, ma riempirla di senso. UFF ha dimostrato che un altro modo di fare festival è possibile».
Sulla stessa linea anche Grazzi, che ha ribadito la natura sperimentale dell’iniziativa: «UFF è la nostra idea di festival. Un luogo dove le immagini contano più dei numeri, dove si può ancora guardare un film con curiosità e senza pregiudizi. Vedere giovani e professionisti dialogare insieme, entrare in contatto, fare comunità, è stato il segno che siamo sulla strada giusta».
La soddisfazione dell’amministrazione comunale
Entusiasta anche l’assessore alla cultura e al turismo Stefano Cresti, che ha creduto fin dall’inizio nel progetto:
«Lucignano continua a scommettere sulla cultura come motore di identità e innovazione. Il Teatro Rosini si è trasformato per tre giorni in un laboratorio di idee, un luogo di libertà espressiva e ricerca. È questa la cultura che vogliamo: viva, autentica, capace di guardare oltre la superficie». Un pensiero per Mauro Di Francesco: «A nome dell’amministrazione e della comunità lucignanese di cui era parte integrante, porgo le più sincere condoglianze. Siamo vicini alla famiglia».
Un festival che guarda avanti
Con la chiusura della prima edizione, UFF si candida a diventare un appuntamento fisso nel panorama culturale toscano. Un festival che non cerca il glamour, ma verità, rischio e nuovi sguardi.
Un esperimento riuscito, che ha acceso una luce nel sottosuolo del cinema — proprio come prometteva il suo nome: Underground Film Festival.














