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sabato | 15-11-2025

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Eventi e Cultura

Le tante anime di “un pompiere che ogni tanto scrive”: Andrea Bindi si confessa tra poesia e vita vissuta

Domenica 16 novembre alle 17, nella sala Carbonaia del Foiano Book Festival, Andrea Bindi, poeta aretino e vigile del fuoco, presenterà il suo ultimo libro ‘Una storia vera‘ in dialogo con il giornalista Guido Albucci. Autore già noto per il successo del primo volume ‘Inquieto vivere’, Bindi unisce la passione per la poesia alla concretezza di un lavoro di soccorso e all’impegno nel volontariato, raccontando la vita quotidiana, le emozioni e le sfide con uno sguardo intenso e autentico. Le sue poesie, capaci di mescolare riflessione personale e storie collettive, mostrano come l’arte e l’esperienza concreta possano incontrarsi, offrendo al pubblico parole vive, piene di emozione e di partecipazione.

Sei vigile del fuoco da molti anni e allo stesso tempo poeta: quando e come è nata l’esigenza di mettere la poesia al centro della sua vita, pur mantenendo un lavoro così concreto e “di soccorso” come il suo?

“La passione per la lettura, per la “parola” me la porto dietro fin da ragazzo, ai tempi delle scuole superiori iniziai a scrivere racconti e poesie che ebbero un po’ di riscontro positivo. Ai tempi una professoressa inviava le mie cose a varie manifestazioni e ci prendevamo le nostre soddisfazioni… Poi, magicamente, seduto davanti ad romanzo mai nato, ho smesso. Proprio chiuso con la scrittura per anni. Un giorno, già vigile del fuoco, mi resi conto che quello che avevo l’onore e l’onere di vivere andava narrato. Ho inventato questa mia forma sui social e poi… eccoci qua…”.

Il tuo primo libro, ‘Inquieto vivere’, è diventato un vero caso editoriale, con più ristampe in pochi mesi. Quale è stata la sorpresa più grande legata a questo successo?

“La sorpresa più grande è stata ricevere un’ondata di affetto e di empatia con me e con le mie parole che ancora continua. Soprattutto dal vivo. Un’onda lunga di emozioni a cui trovare il filo è sempre difficile ed emozionante. Come la vita, del resto. La soddisfazione più grande e più “strana”, se vuoi. È stato portare quel libro ovunque, dalle carceri alle scuole. Esperienze uniche”.

Per l’incontro al Foiano Book Festival presenterai il tuo ultimo libro: in che direzione è andata la sua scrittura rispetto al primo lavoro?

“Credo che sia inevitabilmente mutata come sono mutato io. C’è una ricerca più forte dell’attimo, del momento. Delle emozioni che ci vengono a prendere ovunque siamo e a volte ci cambiano. Anche per sempre. Ci tengo a dire che ‘Una storia vera’ non è il “continuo” di ‘Inquieto vivere’, ma un fratello minore che è cresciuto insieme a lui. A me. È molto figlio del mio bisogno di far vedere chi sono davvero. Più che il pompiere poeta vorrei emergesse Andrea la persona”.

Nelle tue poesie spesso emergono la quotidianità, la vita in caserma, i momenti difficili, ma anche riflessioni intime e personali. Come riesci a tenere insieme il vissuto “di soccorso” e il verso poetico?

“Non ci provo nemmeno. Viene da solo. Porto via con gli occhi delle immagini negli interventi particolari, che un po’ mi segnano e da li parto a ricostruire un nuovo intervento, nella mia testa, ma delle emozioni, un intervento vissuto da dentro. Cerco di portare il lettore sul posto, con me. La poesia per me è un percorso a ritroso, parte dagli occhi e va dritto al cuore. Allo stomaco… Come l’amore, ecco. Non si spiega l’amore. Si racconta”.

Quali sono le passioni fuori dal lavoro e dalla poesia ?

“Ohhh… Ci vorrebbe uno speciale dedicato. Le mie passioni sono infinite, sono un collezionista di molte cose, vintage soprattutto. Ho la casa piena di libri, dischi, fumetti, oggetti di altre epoche, dalle insegne di una volta, alle pompe di benzina fino ai giocattoli… E si, quello che si dice è vero, ho conosciuto Fonzie e ho il suo giubbotto di pelle autografato. È una storia lunga… Lo tengo vicino allo zaino dei Ghostbusters. Sono un nerd”.

Guardando al futuro: Quale è il tuo sogno per i prossimi anni — più poeta, più vigile del fuoco o entrambi?

“Non esiste per me IL POETA, come lavoro, esiste lo scrittore sì, il narratore, altro cose. Ma il poeta per me è uno che prova a fermare la vita, qualunque sia, ma prima deve viverla. Altrimenti si siede e filosofeggia incartandosi su sé stesso. Non è per me. Io resterò un pompiere che ogni tanto scrive. Perché sforzarsi a scegliere e avere un’anima sola? Ne abbiamo centinaia dentro… Oggi che anima metto?”.

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