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venerdì | 02-05-2025

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“Le statue di sale”, Gianni Fruganti presenta le indagini del commissario Luigi Capuana

Si tratta di un avvincente giallo poliziesco. Luigi Capuana è un commissario di polizia originario della Sicilia, ma da anni in servizio a Milano. È un tipo particolare, che non va al poligono ad esercitarsi, non si sottopone alle periodiche visite mediche, conduce le indagini in tempi piuttosto lunghi. Però, quasi sempre arriva a risolvere i casi che gli vengono affidati.

Capuana è alquanto invidioso del suo collega virtuale, Salvo Montalbano, del quale possiede tutti i libri e ha guardato tutti i film. Gli invidia il fatto che lui sia belloccio, abiti in una casa in riva al mare della Sicilia, che abbia una fidanzata bella, ma soprattutto paziente e clemente, mentre la sua Agata – che bella bella non è – se lui per ipotesi le chiudesse il telefono in faccia non lo perdonerebbe più …

Capuana non è bello, ha una pancia prominente e si deve districare nella nebbiosa Milano. Si sente uno “sbirro da cassetto e schedario” più che un poliziotto d’azione. Con la sua paziente ricerca degli indizi e delle tracce attuali e pregresse riesce a portare a conclusione un arresto eccellente che coinvolge anche la politica, un grosso imprenditore e la mafia in trasferta al Nord. È l’ultima indagine che lo vedrà impegnato nella grigia Milano; infatti, proprio mentre mette a punto lo sfavillante epilogo del suo lavoro, riceve dal questore la notizia che finalmente la sua richiesta di trasferimento in Sicilia è stata accolta.

Ma Capuana ha poco da festeggiare. Il commissariato a cui è destinato si trova a Santa Veneranda Bagni, un paesino a lui sconosciuto, lontano dal mare e dalla casa di Agata.

Il Commissario Capuana arriva nel suo nuovo ufficio con poco entusiasmo. È convinto che in quel paese non accada nulla. Fa amicizia con un professore in pensione e un famoso artista, con i quali condivide lunghe chiacchierate e il triste pasto nel ristorante del paese.

Poi, all’improvviso iniziano ad accadere particolari incidenti, che portano alla morte persone in qualche modo legate al boss mafioso locale. Le indagini portano sempre verso la fatalità, ma ogni volta la donna legata alla vittima – madre, moglie o amante che sia – ha una particolare amorfa reazione che Capuana e i suoi collaboratori definiscono da statua di sale. Ad ogni morte, stranamente si arricchisce di un nuovo piatto il menù del ristorante.

Capuana vive spesso nella sua intimità accese discussioni tra le sue due personalità, quella latente del poliziotto di azione e l’altra consueta dello sbirro da schedario. Sarà proprio quest’ultima sua ben oliata dimestichezza con gli archivi a fargli ricondurre tutti quei morti in una certa direzione, che inaspettata sorprende il lettore.

Giovanni Carbone, come il primo Capuana siciliano trapiantato da anni sul Continente, insegna lettere nelle scuole del Casentino. Conosce bene il dialetto e la mentalità della sua Sicilia e pertanto riesce a far immergere il lettore in quel mondo affascinante e misterioso. L’Autore è riuscito a creare una bella storia, originale e ben fatta, con colpo di scena finale. Un bel giallo poliziesco da leggere tutto d’un fiato.

“Le statue di sale” Le indagini del commissario Luigi Capuana

di Giovanni Carbone

Edizioni Effigi – Arcidosso

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