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sabato | 15-11-2025

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Eventi e Cultura

Enrico Fink al Foiano Book Festival: la memoria come eredità viva

Sabato 15 novembre, alle ore 21, Galleria Furio del Furio, con Ottavia Piccolo e Massimo Ferri. Tra racconto e musica, lo scrittore e musicista fiorentino porta a Foiano Patrilineare, un romanzo che interroga il senso della trasmissione e delle radici familiari.

Sabato 15 novembre, alle ore 21, nella Galleria Furio del Furio, il Foiano Book Festival ospita Enrico Fink per la presentazione del suo libro Patrilineare. Una storia di fantasmi. Un romanzo che intreccia memoria, identità e radici familiari con la musica e la vita contemporanea.
Lo spettacolo vedrà la partecipazione dell’attrice Ottavia Piccolo e del chitarrista Massimo Ferri, trasformando la narrazione in un intenso incontro tra parola, voce e musica dal vivo.

Il tuo libro “Patrilineare. Una storia di fantasmi” ha ricevuto la Menzione speciale del Direttivo del Premio Italo Calvino e vinto il Premio Megamark Opera Prima Italiana 2025. È un testo che parte da una storia familiare e arriva a interrogarsi su identità, appartenenza, memoria. Qual è stata la scintilla che ti ha spinto a trasformare questa eredità personale in un racconto da condividere con il pubblico?

“Patrilineare è un romanzo che ha al suo cuore una storia vera, quella della famiglia di mio padre: dall’esodo di una famiglia russa verso l’Italia nei primi del ’900, attraverso la Grande Guerra, la ricostruzione, il fascismo, fino alla Shoah e alla Seconda Guerra Mondiale.
Fin dall’inizio sapevo però che non volevo scrivere un memoir o un romanzo storico. Volevo interrogarmi – senza essere pesante, spero – su cosa significhi davvero la trasmissione della memoria.
La memoria con la M maiuscola, quella collettiva, in particolare del fascismo, è costitutiva del nostro vivere civile: lo vediamo bene anche oggi. Ma siamo ormai in una fase in cui i testimoni diretti stanno scomparendo, e quel testimone dobbiamo raccoglierlo noi. Cosa significa farlo? Che effetto ha ricevere sulle spalle quel peso? È attorno a questa domanda che si muove la vicenda di Elias, un ragazzo che farebbe volentieri a meno di tutto questo, ma che non può evitare di fare i conti con i suoi fantasmi.”

Che tipo di presentazione vedrà il pubblico del Foiano Book Festival?

“Sarà un piccolo viaggio dentro il libro. Con me ci sarà Ottavia Piccolo, che mi fa l’enorme regalo di leggere alcune pagine del romanzo, e la musica di Massimo Ferri, che darà respiro sonoro al racconto. Sarà un intreccio di parole e suoni, dove la storia prende corpo e voce.”

C’è un filo che unisce l’Enrico Fink musicista all’Enrico Fink scrittore?

“In realtà tutto parte da qui. Quando, quasi trent’anni fa, decisi di abbandonare la fisica, lo feci per scrivere questo libro. Tutto il mio percorso di musicista e di teatrante nasce intorno a questa storia, che non ho mai smesso di portare avanti.
Molti dei miei spettacoli, dal primo – che si chiamava anch’esso Patrilineare e debuttò nel ’97 – fino ai più recenti, nascono da frammenti di questo romanzo.
Fu la curiosità per il mio bisnonno, cantore della sinagoga di Ferrara, a spingermi a studiare i canti ebraici, e da lì nacque gran parte della mia musica.
Per questo mi considero prima di tutto uno scrittore – lo scrittore di questo libro – e poi un musicista. Ma un musicista il cui percorso è intrecciato profondamente con questa narrazione.”

Patrilineare parla di identità e di radici, temi che oggi risuonano forti in un mondo attraversato da guerre, migrazioni e nuove paure. Credi che la memoria possa ancora aiutarci a costruire ponti invece che muri?

“Viviamo in un’epoca in cui il dialogo fra culture e differenze è imprescindibile – ed è anche al centro del lavoro con l’Orchestra Multietnica.
Per dialogare, però, dobbiamo sapere cosa ci portiamo dietro: la nostra storia, i dolori e i valori di chi ci ha preceduto. L’identità non è qualcosa di statico, ma un processo dinamico, una memoria attiva in cui scegliamo cosa tenere e cosa lasciare andare.
Il romanzo parla di questo: di come si eredita, si elabora e si trasforma il passato. Un tema che, credo, riguarda tutti e oggi è di un’attualità bruciante.”

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