Due voci della memoria: la giovane Rita Baroud e lo storico Antonio Scurati premiati a Pieve 2025

L’Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano, custode da quarant’anni della memoria scritta degli italiani, torna con l’edizione 2025 del Premio Pieve Saverio Tutino, intitolata quest’anno “1945-2025: il ritorno della memoria”. Due i riconoscimenti principali che saranno consegnati: il Premio Tutino Giornalista 2025 a Rita Baroud e il Premio Città del Diario 2025 ad Antonio Scurati.
Rita Baroud, la voce giovane che racconta Gaza
Venerdì 19 settembre, alle ore 11:30 in Piazza Plinio Pellegrini, sarà la ventunenne Rita Baroud a ricevere dalle mani di Gloria Argelés il Premio Tutino Giornalista 2025, al termine di un incontro con Marianna Bruschi, Giulia Ciancaglini, la psichiatra palestinese Samah Jabr e il giornalista Fabio Tonacci.
Il riconoscimento, nato per onorare la memoria di Saverio Tutino – fondatore dell’Archivio e giornalista che ha sempre creduto nel valore della testimonianza – viene attribuito a chi, con coraggio e dedizione, dà voce alla verità. «Per esprimere gratitudine, per il suo contributo alla verità» recita la motivazione del premio.
Baroud, studentessa di lingue, è cresciuta nella Striscia di Gaza, da dove ha raccontato la guerra con un diario scritto nel campo profughi. Una testimonianza che continua ora dall’esilio in Europa, dopo essere stata tra le ultime ad essere evacuate.
In una recente intervista ha spiegato l’origine del suo impegno: «Dopo il terzo giorno di guerra mi chiesero dei video per “la Repubblica”, ma non riuscivo: non ero pronta a parlare di Gaza, ero travolta dalla situazione. Ho avuto bisogno di tempo. Poi, quando Sami al-Ajrami è riuscito a uscire, ho sentito che avevo il dovere di continuare a raccontare. Scrivere mi ha aiutato, non è un lavoro ma un dovere: dire la verità».
Una vocazione che incarna perfettamente lo spirito del Premio Tutino: il giornalismo come testimonianza e responsabilità.
Antonio Scurati, la storia come responsabilità civile
Domenica 21 settembre, al Campo alla Fiera, sarà invece il momento di Antonio Scurati, a cui l’Archivio dei Diari assegna il Premio Città del Diario 2025. Lo scrittore riceverà il riconoscimento dalle mani di Camillo Brezzi, direttore scientifico dell’Archivio, con cui dialogherà durante la giornata conclusiva della rassegna “Otto racconti autobiografici”. L’incontro sarà trasmesso in differita il 23 settembre su Rai Radio3.
Il premio è stato attribuito a Scurati «per il suo sforzo intellettuale e per le vette narrative raggiunte attraverso il romanzo storico-biografico e, in particolare, con la pentalogia di M». Con il suo lavoro, iniziato nel 2018 con M. Il figlio del secolo, lo scrittore ha ricostruito la parabola di Benito Mussolini intrecciandola con la vita di migliaia di italiani dell’epoca.
«Quando quel libro arrivò sugli scaffali» ricordano gli organizzatori, «fu come se gli autori di migliaia di diari conservati a Pieve – uomini e donne, fascisti e antifascisti – trattenessero il fiato. La narrazione di Scurati sembrava dare voce a ciò che avevano vissuto e scritto, riempiendo un vuoto nella memoria collettiva».
Con l’ultimo capitolo della serie, M. La fine e il principio (Bompiani, 2025), Scurati ribadisce l’urgenza di non dimenticare: «Oggi più di quando cominciai questo racconto, un numero crescente di italiani, europei e americani tende a negare o persino rimpiangere quella storia terribile. Si preparano così a ripeterla. Per questo è necessario continuare a raccontarla, assumersene la responsabilità».
Il filo rosso della memoria
Dal diario di una ragazza di Gaza alla grande narrazione storica di un romanziere italiano, il Premio Pieve 2025 lega due esperienze diverse ma unite da un filo comune: il dovere della memoria e il coraggio della verità. In un tempo in cui i conflitti e le crisi internazionali rischiano di riscrivere la storia a colpi di propaganda, l’Archivio dei Diari continua la sua missione: custodire e rilanciare le voci che non devono andare perdute.