Elezioni Regionali
Marco Casucci (Noi Moderati): “Dieci anni al servizio della Toscana. Ora continuiamo a dare voce alle vallate aretine”

Imprenditore agricolo, 50 anni, Marco Casucci è il capolista di “Noi Moderati” nel collegio di Arezzo e attuale Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana. Dopo dieci anni trascorsi nei banchi del Consiglio, annuncia una candidatura all’insegna della continuità e dell’ascolto, con una priorità netta: restituire centralità alle aree interne e alla sanità territoriale.
Cosa l’ha spinta a ricandidarsi per il Consiglio regionale?
«Dopo dieci anni di esperienza in Consiglio regionale, conosco a fondo il funzionamento della macchina amministrativa. Ho deciso di ricandidarmi perché credo che Arezzo e le sue vallate meritino un’attenzione che finora è mancata. Troppe volte la Regione si è concentrata su Firenze e la costa, dimenticando la Toscana dell’entroterra. Voglio continuare a lavorare per i cittadini, con la stessa disponibilità e presenza di sempre.»
Quali sono le tre priorità del suo programma?
«La prima è la sanità. Mi sono battuto perché il San Donato restasse un ospedale di livello, ma servono nuove assunzioni di medici e infermieri e investimenti in macchinari moderni per ridurre le liste d’attesa.
Va rafforzato il legame tra ospedali di vallata e San Donato, con una rete chirurgica diffusa: così si rende più attrattiva la sanità territoriale e si decongestiona Arezzo.
La seconda priorità sono le infrastrutture: la stazione Alta Velocità Medioetruria deve sorgere a Rigutino, non a Creti. Quest’ultima zona presenta problemi idrogeologici e costi aggiuntivi per la viabilità. Rigutino è la soluzione più funzionale, ma serve subito una rete di collegamenti adeguata e interventi urgenti alle stazioni di Camucia e Terontola, oggi in condizioni fatiscenti.
La terza riguarda la E78, la “Due Mari”: bisogna aprire i cantieri dei tratti mancanti. È un’arteria fondamentale non solo per Arezzo ma per l’intera Toscana centrale, un volano di sviluppo economico e un simbolo di coesione territoriale.»
In che modo la sua esperienza può essere utile al territorio?
«In dieci anni di attività ho maturato competenze amministrative e relazioni istituzionali che mi permettono di essere concreto. Le nostre vallate – dalla Valdichiana alla Valtiberina, passando per Casentino e Valdarno – hanno potenzialità enormi, ma hanno bisogno di rappresentanza costante. Non si può pensare ad Arezzo solo in campagna elettorale: è un territorio vivo, che deve contare ogni giorno nei processi decisionali della Regione.»
Quali sono, secondo lei, le principali emergenze della Toscana?
«La sanità è senza dubbio la prima. Rappresenta l’80% del bilancio regionale e deve essere riorganizzata per essere più vicina ai cittadini. Ci dicono che il sistema toscano è di eccellenza, e lo è in parte – penso a Careggi, al Meyer, al Cisanello – ma basta spostarsi nelle aree montane o periferiche per trovare servizi carenti, distanze e tempi d’attesa insostenibili.
Le liste d’attesa sono ormai un’emergenza sociale: servono assunzioni mirate, case di comunità realmente operative e strumentazioni moderne.
Poi ci sono i giovani: non possiamo trattenerli con sussidi, ma con opportunità concrete di lavoro e crescita. Devono poter costruire il loro futuro qui, non cercarlo all’estero.»
Le priorità per Arezzo e la provincia?
«Il San Donato va potenziato: occorre completare i lavori in corso, risolvere le criticità strutturali e aggiornare impianti e reparti. È un ospedale di primo livello e deve restarlo, dotato di tecnologia e personale adeguato.
Serve una rete sanitaria integrata con gli ospedali di vallata per alleggerire il carico e garantire cure rapide e diffuse.
Poi c’è la stazione Medioetruria: Arezzo non può perdere questa occasione. Rigutino è la scelta naturale, e bisogna chiudere rapidamente la fase dei dibattiti e aprire quella dei cantieri.
Infine, infrastrutture e sicurezza: completare la Due Mari e migliorare i collegamenti interni è una priorità per far crescere l’economia e dare ossigeno ai nostri distretti.»
Come immagina il rapporto tra Regione e cittadini, soprattutto nelle aree più periferiche o montane?
«Deve essere un rapporto paritario, non di subalternità. La Toscana deve smettere di essere una regione a due velocità. Le aree periferiche non sono territori minori: sono la vera ricchezza della nostra identità.
Quando tagli servizi essenziali – sanità, scuole, trasporti – condanni i borghi allo spopolamento. Al contrario, investire nelle vallate significa salvare la Toscana più autentica. Nessuno deve sentirsi dimenticato.»
Un messaggio agli elettori del collegio aretino?
«Chiedo fiducia per continuare il lavoro avviato. Ho dimostrato in questi anni presenza costante sul territorio, ascolto e concretezza. Conosco la macchina regionale e so come renderla più efficiente per Arezzo e le sue vallate.
Oggi possiamo davvero colmare il divario infrastrutturale e sanitario che penalizza la provincia. Insieme possiamo dare valore al nostro territorio.»
📍 Marco Casucci – Capolista Noi Moderati
50 anni | Arezzo | Imprenditore agricolo | Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana (2020–2025)