Elezioni Regionali
Candidati regionali ad Arezzo: il mondo cooperativo porta le sue istanze

Vagnoli e Romanelli incontrano Confcooperative TN per discutere di sviluppo locale, servizi e opportunità per le comunità. Si è svolto ieri pomeriggio, nella sede territoriale di Arezzo di Confcooperative Toscana Nord, il primo appuntamento della sezione aretina con i candidati alle elezioni regionali del 12 e 13 ottobre. All’incontro hanno partecipato il presidente territoriale Fabio Valocchia e il presidente di Confcooperative Toscana Nord, Lorenzo Giuntini, che hanno accolto Filippo Vagnoli, sindaco di Bibbiena, e Alfredo Romanelli, primo cittadino di Monterchi, candidati con la lista civica “È ora Arezzo – per Tomasi presidente”.
“Vogliamo testimoniare il valore dell’impresa cooperativa a difesa del reddito delle comunità – hanno dichiarato i due sindaci del territorio – e della diffusione dei servizi e delle opportunità. Ci lega quindi una forte spinta dal basso nell’affrontare i temi e i problemi dei nostri territori. Siamo due sindaci che hanno misurato in prima persona cosa significhi amministrare e ci candidiamo per portare le istanze del nostro territorio all’attenzione della politica regionale”.
Per il presidente Valocchia, “il tema delle risorse umane da impiegare, formare e sviluppare è ormai un problema che blocca lo sviluppo imprenditoriale, con chiare ricadute anche sull’erogazione dei servizi. La politica dovrebbe quindi porre molta attenzione a questo tema, che ritengo sia cruciale per il futuro delle imprese e dei territori”.
“Voglio ringraziare Valocchia e i nostri cooperatori per aver presentato temi così attuali e seri. E i candidati per aver ascoltato le nostre istanze – ha aggiunto il presidente di Confcooperative Toscana Nord, Lorenzo Giuntini –. Voglio solo formulare un’ulteriore richiesta: ascoltateci anche dopo. Noi, come gli altri corpi intermedi, sentiamo di poter portare contributi costruttivi e non solo presentare i problemi. Vogliamo sostenere una politica che torni ad ascoltare per risolvere e, soprattutto, che programmi, smettendo di vivere alla giornata, perché questo non è ciò che serve alle imprese e a tutta la società”.