Vendita da asporto, Checcaglini: “Bene l’ordinanza regionale, un primo passo verso la normalità”

Per il ritiro infatti gli esercizi interessati dovranno assicurare che gli ingressi avvengano solo per appuntamento e dilazionati nel tempo; all’interno del locale dovrà essere consentita la presenza di un cliente alla volta, per una permanenza per il tempo strettamente necessario alla consegna e al pagamento dei prodotti. Soddisfazione del direttore di Confesercenti Mario Checcaglini per l’ordinanza regionale n. 41, un po’ meno per l’ordinanza 133 firmata dal sindaco Alessandro Ghinelli che invece blocca l’asporto per le giornate del 25 aprile e del 1 maggio.
“La Toscana“, ricorda Checcaglini, “come la Campania ha individuato per i ristoranti, le gelaterie, le pizzerie a taglio e le pasticcerie un segnale di ripartenza, consentendo la vendita per asporto di cibo. Un primo passo verso il ritorno auspicato alla normalità, anche se per ristoranti e pubblici esercizi occorre fare molto di più. Speriamo che il segnale si possa ampliare nei prossimi giorni con provvedimenti del premier Conte che dal 4 maggio prevedano la riapertura per le attività della ristorazione duramente colpite e ferme da due mesi come del resto tutti gli altri esercizi commerciali. Per il futuro dobbiamo iniziare ad immaginare un sistema che consenta le riaperture facendo convivere le attività con la prevenzione e la sicurezza. E per chi fosse in difficoltà per riaprire in sicurezza e per chiunque non vorrà o non potrà, occorrerà che il Governo, le regioni e i comuni applichino misure di sostegno per la salvaguardia di queste imprese in attesa che riescano a rialzarsi“.
Confesercenti commenta anche l’ordinanza numero 133 firmata dal primo cittadino di Arezzo, Alessandro Ghinelli, con la quale è stato disposto lo stop all’asporto per le giornate del 25 aprile e del 1 maggio. “Siamo dispiaciuti che il sindaco di Arezzo abbia interdetto l’asporto per il 25 aprile e il 1 maggio. Riteniamo che più occasioni di acquisto rappresentino un modo per garantire minori affollamenti. Ipotizzare che l’asporto nelle giornate del 25 aprile e del 1 maggio rappresenti occasioni per uscire è un errore. Invitiamo gli altri sindaci a non seguire il Comune di Arezzo e a non adottare una misura analoga. Tra l’altro, avremmo auspicato che il sindaco di Arezzo si confrontasse con le categorie economiche prima di emettere l’ordinanza restrittiva sull’asporto, che non rappresenta un segnale di ripartenza“.