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domenica | 19-10-2025

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Economia

Tiezzi (Ordine Commercialisti Arezzo): “La riforma dell’ordinamento è improvvisata e penalizza i professionisti”

Il presidente aretino interviene al convegno di Firenze: “Serve un dibattito vero dentro la categoria”.

Il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili della provincia di Arezzo, Roberto Tiezzi, è intervenuto al convegno “Professione commercialista: quale futuro?”, organizzato a Firenze dall’Unione dei Giovani Dottori Commercialisti.
Durante l’incontro, al quale hanno preso parte anche i presidenti degli Ordini di Firenze, Prato e Pisa, si è discusso della legge Delega di riforma dell’ordinamento professionale, attualmente all’esame della Camera.

«La proposta del Consiglio Nazionale, già modificata dal Governo nel testo arrivato alla Camera, presenta alcuni spunti interessanti – ha spiegato Tiezzi – come l’introduzione della disciplina dell’equo compenso, la regolamentazione del tirocinio e l’assicurazione professionale obbligatoria. Ma accanto a questi aspetti positivi restano criticità importanti su specializzazioni, incompatibilità e sistema elettorale».

Sul tema delle specializzazioni, il presidente aretino ha espresso una posizione chiara:

«Le specializzazioni potrebbero rappresentare un’opportunità di crescita per la professione, ma se abbinate alla proliferazione di nuovi elenchi e albi rischiano di diventare un aggravio inutile per i professionisti, in termini di costi e di mercato del lavoro. Questa duplicazione – ha aggiunto – potrebbe anche scoraggiare i giovani, ritardando il loro ingresso effettivo nel mondo del lavoro».

Altro punto critico riguarda le incompatibilità.

«Liberalizzare la professione è sicuramente positivo – ha osservato Tiezzi – ma bisogna farlo garantendo la tenuta del sistema previdenziale e tutelando da forme di concorrenza sleale, che potrebbero tradursi in violazioni del codice deontologico».

Particolarmente severo il giudizio sul nuovo sistema elettorale previsto dalla riforma:

«Ne è uscito un sistema misto, con voto sia alla base che ai consiglieri degli Ordini, che di fatto indebolisce gli Ordini territoriali a vantaggio del Consiglio Nazionale. Il presidente locale rischia di non essere più un organo, ma solo la “punta spilli” delle diatribe che inevitabilmente nasceranno in consigli eletti con un meccanismo divisivo fin dall’origine».

Nel complesso, il giudizio di Tiezzi sulla riforma è netto:

«È una proposta non condivisa, improvvisata e priva di un serio confronto interno alla categoria. La speranza è che il Parlamento faccia tesoro delle osservazioni avanzate dai colleghi del cosiddetto “dissenso” e approvi una riforma che tenga conto degli interessi di tutti i commercialisti, non solo di chi oggi ci rappresenta».