San Valentino, ristoratori e zona arancione: prenotazioni annullate, c’è chi ha gettato il cibo

L’ultimo atto del governo uscente ha provocato l’ennesimo corto circuito tra la gestione della pandemia e l’economia. Molte sono le voci che si levano in queste ore:
“Azione Arezzo – si legge in una nota a firma della coordinatrice provinciale Lucia Cherici – è vicina alla categoria e si associa nel lamentare, ancora una volta, non certamente le chiusure dovute al contenimento della pandemia, ma l’assoluta mancanza di programmazione del governo uscente. Non è espressione di buon governo dire ad un ristorante solo il venerdì sera che la domenica dovrà stare chiuso, senza minimamente tenere in debito conto dei costi a cui andrà incontro. Non è coerente assegnare ristori per il fatturato perso e poi permettere, a causa della mancata programmazione tempestiva, di gettare al macero alimenti per migliaia di euro quando le prenotazioni per il pranzo di san Valentinoerano al completo. Una attesa boccata di ossigento finanziario per la ristorazione ed il suo comparto che si è trasformata in asfissia. E infatti oltre al danno, anche la beffa. Ancora alle ore 19 di ieri sera, non era uscita la G.U. con il dpcm che certifica il passaggio della Toscana in zona arancione; e dire che il Ministro della salute è sempre lo stesso. Azione confida che il nuovo governo modifichi immediatamente la metodologia fino ad ora intrepresa al fine di disinnescare queste dinamiche perverse e per consentire ad ogni operatore economico, nei limiti temporali ormai noti e collettivamente compresi, di organizzare al meglio il proprio lavoro e di evitare sperpero inutile di risorse, anche e soprattutto alimentari”.
“Il Partito Democratico di Cortona intende manifestare comprensione per i disagi che i ristoratori cortonesi e l’indotto stanno vivendo e auspica che il nuovo Governo, nei limiti dell’emergenza sanitaria, valuti e decida interventi mirati che tengano conto delle difficoltà che l’intero comparto sta vivendo anche nel nostro comune.Il passaggio in zona arancione della Toscana nel giorno di San Valentino, infatti, è un duro colpo per quegli operatori cortonesi che, pur avendo rispettato correttamente i protocolli nelle ultime 5 settimane, si vedono annullare una giornata di lavoro importante.
Questa situazione di continua incertezza rischia di trasformarsi veramente in un dramma economico e sociale per imprese, dipendenti ma anche per gli stessi produttori e distributori del settore, mettendo a repentaglio anni ed anni di professionalità ed investimenti nel nostro territorio.
Pensiamo, soprattutto, ai tempi di comunicazione delle restrizioni: non è accettabile che si comunichino modifiche importanti solo 24 ore prima della loro entrata in vigore.
Risulta chiaro che la logica delle fasce di rischio e dei loro diversi colori è un sistema imprescindibile per il contenimento della diffusione del Covid-19, ma è necessario rivedere alcuni meccanismi per non danneggiare ulteriormente le categorie economiche interessate.
Il settore della ristorazione, che rappresenta una significativa fetta del PIL di Cortona, merita a nostro vedere l’avvio di una riflessione aperta sulla possibilità di conciliare, in periodo di pandemia, lavoro e salute.
Occorre recuperare, quindi, il valore della dignità e tutela del lavoro. Anche da questi meccanismi passerà la sfida che attende il nuovo Ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Pertanto, chiederemo attraverso le nostre rappresentanze politiche, di incidere su quegli automatismi che attualmente mettono in grave difficoltà resistenza ed esistenza delle aziende locali.Infine, auspicando che il governo Draghi approvi urgentemente i provvedimenti di ristoro economico annunciati a dicembre ma non adottati, sollecitiamo anche l’Amministrazione comunale ad individuare ed attuare misure di sostegno e agevolazioni sui tributi locali”.
Stanno intanto partendo i bonifici per i bar, ristoranti e imprese del divertimento che avevano partecipato al bando di aiuti della Regione, pubblicato a gennaio e destinato a chi nei primi undici mesi del 2020, a causa del lockdown e delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, aveva patito perdite sui fatturati per almeno il 40 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Ogni impresa poteva contare su un indennizzo di 2500 euro: di meno nel caso la società abbia iniziato ad operare dopo gennaio, proporzionalmente ai mesi di attività. Le domande ammesse e subito messe in pagamento sono 3.068, per oltre 7 milioni e 141 mila euro di contributi complessivi. Il mandato per l’accredito sarà inviato in banca già da ieri da Sviluppo Toscana, l’azienda a partecipazione regionale incaricata dei pagamenti. Altri dovranno attendere: ci sono infatti 1.398 richieste sospese, in attesa del rilascio del documento (il Durc) che attesti la regolarità nel pagamento dei contributi previdenziali. Valgono complessivamente 3 milioni e 285 mila euro di aiuti. Ci sono infine le domande non accolte: 466, respinte per mancanza dei requisiti necessari. La Regione aveva messo a disposizione per il bando di aiuto al mondo delle ristorazione e del divertimento, ovvero discoteche e locali notturni, oltre 19 milioni e 543 mila euro. Alla fine avanzeranno dunque 9 milioni e 117 mila euro, se tutte le domande sospese in attesa del Durc potranno essere ammesse e finanziate.