Economia
Prada-Versace, closing per 1,3 miliardi: Lorenzo Bertelli alla guida del rilancio
Il gruppo Prada ha completato l’acquisizione di Versace da Capri Holdings, dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni normative necessarie. Si chiude così un’operazione da 1,3 miliardi di euro, annunciata ad aprile, che segna una delle svolte più rilevanti per il settore moda mondiale degli ultimi anni. Con il closing, avvenuto simbolicamente ieri, 2 dicembre, in quello che sarebbe stato il giorno del compleanno di Gianni Versace (nato nel 1946, assassinato il 15 luglio 1997), la maison della Medusa entra ufficialmente nel perimetro del gruppo guidato dalla famiglia Bertelli-Prada.
La nuova governance: Bertelli presidente esecutivo
Lorenzo Bertelli, figlio di Miuccia Prada e dell’aretino Patrizio, patron della maison, assumerà il ruolo di presidente esecutivo di Versace. «Confermo il mio nuovo incarico: molte sinergie saranno pienamente espresse entro 2-3 anni», ha dichiarato il manager, confermando la visione strategica del gruppo.
La griffe, fondata nel 1978 da Gianni Versace, è oggi guidata creativamente da Dario Vitale, ex direttore creativo di Miu Miu, mentre Donatella Versace ha assunto il ruolo di ambassador dopo oltre trent’anni alla direzione stilistica.
Ricavi oltre i 6 miliardi e piano di rilancio pluriennale
Con Versace integrata, i ricavi aggregati di Prada superano già i 6 miliardi di euro e si avvicinano ai 7 miliardi previsti per l’esercizio 2025. Ma il vero obiettivo è il rilancio del brand acquisito: «Per integrare Versace servirà un lavoro importante. Per i prossimi tre anni non faremo altre acquisizioni», ha chiarito il CEO Andrea Guerra.
Il piano industriale si svilupperà in due fasi:
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24-48 mesi dedicati a riposizionamento creativo, immagine e rinnovamento prodotto.
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Una seconda fase rivolta a valorizzazione industriale, rafforzamento del brand e riorganizzazione retail.
Secondo Equita, la complementarità tra Prada, Miu Miu e Versace è un punto di forza: «Versace è molto diverso dagli altri marchi del gruppo, con poche sovrapposizioni di clientela».
Retail, Prada e licenze
Il network retail di Versace, composto da 236 store di cui circa 60 outlet, sarà riorganizzato con una significativa razionalizzazione, necessaria anche per smaltire le scorte di magazzino. Questa operazione comporterà pressioni sui margini nel breve periodo.
Secondo JP Morgan, l’ingresso di Versace potrebbe portare nel 2026 a una crescita delle vendite del 10%, mentre l’Ebit potrebbe temporaneamente ridursi del 6-8% a causa di svalutazioni e riposizionamento del brand.
Sul fronte finanziario, JP Morgan ed Equita mantengono una visione positiva sul titolo Prada, rispettivamente con rating overweight e buy, nonostante la forte correzione (-34% da inizio anno). Più prudenti UBS e Mediobanca, che assegnano un giudizio neutral. A Hong Kong il titolo scambia intorno a 46 HKD.
Versace porta con sé un ampio portafoglio di licenze (occhiali, profumi, arredamento, orologi e kidswear), alcune delle quali saranno riviste. Le categorie strategiche più promettenti restano profumi ed eyewear.
La prima collezione del nuovo direttore creativo Dario Vitale è stata accolta positivamente, mentre l’investitura di Lorenzo Bertelli come figura guida conferma la volontà del gruppo di puntare su un rilancio strutturale. Prada mira così a sviluppare uno dei poli del lusso più forti d’Europa, grazie a sinergie industriali e a un riposizionamento della Medusa già avviato.




