Coldiretti Arezzo “Tracciabilità nei menù il ‘sistema’ Arezzo applaude all’accordo Coldiretti Cuochi FIC”

Grande soddisfazione per la sigla del Protocollo a livello nazionale che va a consolidare e a dare ancora più valore a quello che dal 2016 la Coldiretti aretina ha messo in campo per sostenere le relazioni tra mondo agricolo e imprese ristorative
“La tracciabilità nei menù” ecco il cuore del Protocollo d’Intesa sottoscritto questa mattina tra la Coldiretti nazionale e la Federazione italiana cuochi nelle figure dei Presidenti Ettore Prandini e Rocco Pozzullo.
La promozione dell’indicazione dell’origine dei prodotti agricoli nei menù dei ristoranti italiani e delle mense pubbliche è al centro della storica intesa che si pone come obiettivi principali la valorizzazione del vero made in Italy agroalimentare, la battaglia alla diffusione dell’Italian sounding in Italia e all’estero, la promozione della qualificazione delle mense scolastiche e ospedaliere attraverso l’utilizzo di prodotti del territorio e del vero made in Italy agroalimentare. Per fare ciò occorre privilegiare negli appalti i cibi locali e a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e riducono i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni.
“Esprimiamo grandissima soddisfazione per questo importante momento – afferma il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi – la sigla del Protocollo a livello nazionale, va a consolidare e a dare ancora più valore a quello che dal 2016 abbiamo messo in campo ad Arezzo per sostenere le relazioni tra mondo agricolo e imprese ristorative, promuovere la diffusione di prodotti agricoli locali all’interno dei ristoranti, incentivare l’impiego di prodotti del territorio, valorizzare la figura del cuoco professionale, offrire ai consumatori piatti a km 0, con prodotti acquistati direttamente dalle aziende agricole di Campagna Amica, e inoltre stimolare nei consumatori una nuova sensibilità verso un alimentazione più sana e consapevole e accrescere il valore del cibo locale e genuino, sostenibilmente prodotto nel rispetto dell’ambiente e cucinato da professionisti che ne esaltano il gusto”.
I numeri raccontano chiaramente che nel 2018 è stato record per la spesa in pranzi e cene fuori casa che sale al massimo storico di 85 miliardi di euro, pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani.
E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti divulgata in occasione della firma a Roma dello storico accordo che prevede una serie di iniziative congiunte per la promozione dei prodotti alimentari e della cucina 100% Made in Italy.
“Quello siglato oggi a livello nazionale è un accordo molto importante, qui ad Arezzo siamo stati dei precursori – spiega Gianluca Drago Presidente dell’Associazione Cuochi, nel nostro piccolo ci siamo mossi tre anni fa perché abbiamo sempre creduto fortemente nella valorizzazione della filiera corta che abbiamo promosso e sostenuto insieme a Coldiretti, superando la visione che la cucina si limiti a soddisfare il palato del cliente: in ogni prodotto c’è molto di più, c’è il racconto e la promozione di un territorio, la valorizzazione dei prodotti tipici, c’è il valore etico di quel prodotto che assaggiamo e che porta una ricaduta positiva sul tessuto economico produttivo locale”.
Quasi un italiano su quattro, il 22,3% nel 2018 ha mangiato fuori almeno una volta a settimana secondo l’analisi Coldiretti su dati Censis dalla quale si evidenzia peraltro che i giovani e i laureati sono i più assidui clienti dei servizi di ristorazione con il 33,8% che li frequenta almeno una volta a settimana, rispetto al 25,6% degli italiani tra i 35 e i 64 anni e il 6,7% degli over 65. Il requisito più richiesto – continua Coldiretti – è l’italianità del prodotto alimentare, indicato dal 44% degli italiani come la caratteristica più importante al momento della scelta dei cibi, mentre Il 35,2% indica la tracciabilità che consente di verificare il rispetto di sicurezza, genuinità e salubrità dei prodotti.
“Con un terzo dei consumi alimentari che si concentra ormai fuori casa è di vitale importanza estendere la domanda di trasparenza dagli scaffali dei supermercato ai menu dei ristoranti con l’indicazione dell’origine dei prodotti utilizzati nella preparazione dei piatti serviti”, afferma il presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci nel ricordare che “oggi non esiste nessuna garanzia per i clienti sulla reale provenienza, ad esempio, del pesce o della carne, ma anche del formaggio per condire la pasta con un utilizzo molto diffuso di imitazioni straniere del Parmigiano reggiano e del Grano padano, senza dimenticare i piatti di salumi affettati. Solo con la trasparenza sarà possibile evitare il rischio – si avvia a conclude il Presidente – di ritrovarsi nel piatto pietanze Made in Italy di nome ma non di fatto. La capacità di saper valorizzare a tavola i prodotti 100% Made in Italy rappresenta inoltre un fattore di successo importante anche in chiave futura, con sempre più giovani che hanno deciso di scommettere sul cibo come risposta alle difficoltà occupazionali”.